martedì 31 gennaio 2012

I PRESTITI CREANO DAL NULLA NUOVI DEPOSITI, NUOVO DENARO E DEBITO: MA FINO A QUANDO?

Come anticipato ieri, per chiarire alcuni aspetti del progetto Positive Money e le teorie monetarie espresse nel libro “Where Does Money Come From?”, descritti in due precedenti articoli, ricorreremo ad un semplice esempio che renderà ineccepibili e inattaccabili le principali premesse da cui si sviluppano sia il progetto che il libro: ogni nuovo prestito erogato dalla banca commerciale crea nuovo denaro e sono i prestiti a creare nuovi depositi e non viceversa, come comunemente si è portati a credere.
Immaginiamo il cliente A che si reca presso la filiale di una banca A per chiedere un prestito, che utilizzerà per pagare le spese di ristrutturazione del suo nuovo appartamento. Per semplicità, immaginiamo che il cliente A non abbia ancora aperto nessun conto corrente o deposito di risparmio presso tale banca A. Il funzionario della banca verifica le credenziali e le garanzie del cliente A e accorda il prestito di 10.000 euro. A questo punto cosa farà il funzionario? Archivierà i documenti firmati dal cliente A e aprirà un conto corrente con tutti i dati anagrafici del cliente A sul database informatico della banca, dove scriverà nella casella riguardante il deposito: 10.000 euro. Questi 10.000 euro non esistevano prima nel circuito commerciale e sono stati creati all’improvviso dal nulla dal funzionario della banca A, con una semplice digitazione sul computer di una scrittura contabile.

lunedì 30 gennaio 2012

“WHERE DOES MONEY COME FROM?”, IL SISTEMA MONETARIO MODERNO SECONDO POSITIVE MONEY


Dopo avere visto nel precedente articolo la struttura di massima del progetto Positive Money riguardante la creazione di un sistema monetario moderno fondato su una moneta priva di debito, vediamo oggi le premesse principali da cui hanno mosso i primi passi i coordinatori del progetto, contenute tutte nel libro “Where Does Money Come From?”, scritto e pubblicato a settembre 2011 dagli economisti inglesi della New EconomicsFoundation (nef) Richard Werner, Josh Ray-Collins, Tony Greenham e Andrew Jackson (a sinistra la copertina del libro, di cui non esiste ancora una traduzione italiana ed è acquistabile direttamente presso il sito internet del nef).

Premetto di non avere ancora letto il libro, che descrive in modo abbastanza nuovo ed originale (anche se gli autori sostengono il contrario) il meccanismo di creazione del denaro nel sistema monetario moderno, e quindi le mie idee personali sulla teoria monetaria elaborata dagli economisti del nef possono essere solo parziali ed incomplete. Tuttavia oltre a proporre sotto la traduzione dell’introduzione del libro, mi riservo alla fine di questo post di fare alcune considerazioni personali, che verranno poi adeguatamente ampliate e sviluppate in successivi articoli. Una cosa è certa, gli inglesi questa volta hanno centrato il bersaglio e sembrano davvero fare sul serio, anche se il problema rimane sempre lo stesso: a parte le inevitabili resistenze politiche ed economiche su un eventuale riforma dell’attuale sistema monetario fondato sul debito, quanto è disposta la gente comune a sforzarsi di capire, studiare, comprendere quale sia la vera natura del denaro, arrivando infine a sostenere che oggi esistono tutte le prerogative tecniche, informatiche, culturali affinché venga definitivamente introdotta una Positive Money, una moneta priva di debito?     

venerdì 27 gennaio 2012

MODERN MONEY THEORY (MMT) E POSITIVE MONEY, DUE TEORIE MONETARIE SIMILI E COMPLEMENTARI


E’ interessante notare come in questi ultimi anni le due maggiori teorie o riforme monetarie che hanno ottenuto un certo risalto e consenso pubblico e cercano con le loro proposte di porre rimedio alla crisi finanziaria in corso, arrivino proprio dai paesi in cui la crisi è nata, diffondendosi poi in tutto il mondo. La prima, la Modern Money Theory (MMT), sviluppata da un gruppo di economisti dell’Università del Missouri-Kansas City guidati da Randall Wray (foto a sinistra), nasce negli Stati Uniti. La seconda, il progetto Positive Money, viene elaborata invece in Gran Bretagna su iniziativa di un gruppo di lavoro composto da economisti, matematici, esperti di marketing ed ex-professionisti della finanza.
Forse non poteva essere diversamente, dato che inglesi e americani sono i veri fondatori del sistema monetario moderno (vedi le opere di John Maynard Keynes, inglese, e Milton Friedman, americano), e quindi meglio di chiunque altro sanno come funziona e come può essere riparato il meccanismo inceppato della creazione della moneta (noi dell’eurozona invece, per nostra colpa o per precisa volontà autodistruttiva, siamo solo dilettanti al confronto e la fallimentare costruzione della moneta unica euro e della banca centrale BCE dimostra tutta la nostra incompetenza in materia).

mercoledì 25 gennaio 2012

UBRIACHIAMOCI ANCORA DI SOLDI, TANTO POSSIAMO SMETTERE QUANDO VOGLIAMO


Oggi pubblico un articolo comparso qualche giorno fa su ComeDonChisciotte, scritto da Doug Harvey sul sito Common Dreams, che mi ha molto colpito perché sintetizza come meglio non si poteva alcuni concetti chiave dell’attuale crisi del capitalismo. In genere non mi piacciono i discorsi troppo generalisti e ideologizzati (per intenderci quelli che finiscono con troppi –ismo), ma queste parole hanno il dono dell’equilibrio e della sobrietà (quella vera, non quella agghiacciante e vuota del cyborg Monti) e vale la pena leggerle con molta attenzione.

Di Doug Harvey

Uno degli aspetti più ingannevoli del capitalismo è l'idea che se si segue con slancio l'acquisizione di ricchezze private, questo in qualche modo sarà automaticamente un "bene" per tutta la società. Scrittrice e sostenitrice del laissez-faire, Ayn Rand scrisse che se una persona non sostiene l’idea che l’avidità sia un bene e che l’"egoismo illuminato" (come prefigurato da Adam Smith) sia la più alta virtù, allora automaticamente sostiene un regime centralizzato oppressivo che non ammette né la libertà personale, né una qualsiasi ricchezza privata.

martedì 24 gennaio 2012

FISCAL COMPACT E SIX PACK, LE NUOVE TRAPPOLE DELL’UNIONE EUROPEA SONO PRONTE


Dopo il via libera del Consiglio dei Ministri al Decreto sulle Liberalizzazioni, il premier Mario Monti deve affrontare il difficile cammino che attraverso la riunione dell’Ecofin, in qualità di ministro dell’economia e delle finanze, lo porterà poi lunedì prossimo al Vertice Europeo di Bruxelles, per valutare e definire gli ultimi dettagli del famigerato Fiscal Compact, l’accordo intergovernativo fra i 26 paesi dell’Unione Europea (tutti tranne la Gran Bretagna, che ha deciso non a torto di tirarsi fuori anzitempo da questa masochistica guerra al massacro voluta fortemente dalla Germania) che dovrebbe rappresentare il primo passo verso la tanto osannata unificazione fiscale.

Il promotore ufficiale di questo accordo è il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy (foto in alto), che per chi si fosse messo da poco in onda sulle frequenze del totalitarismo orwelliano dell’Unione Europea, è un’eminenza grigia mai eletta democraticamente dai cittadini europei e nominato alla sua carica il 19 novembre 2009, grazie forse ai meriti e ai successi ottenuti come primo ministro del Belgio, paese portato nel giro di un paio di anni sull’orlo della bancarotta finanziaria e dell’instabilità politica (le malelingue “complottiste” invece sostengono, dati ufficiali alla mano, che il vero merito di Van Rompuy  sia stato il salvataggio pubblico di Banca Fortis e la partecipazione il 12 novembre, appena una settimana prima della sua nomina, ad una cena organizzata al Castello di Hertoginnedal, nei pressi di Bruxelles, dal Gruppo Bilderberg, la potente lobby semisegreta e semi non si sa, che a dispetto di tutti i pettegolezzi e le insinuazioni continua a riunirsi ogni anno con puntualità svizzera per tenere conferenze a porte chiuse sullo stato dell’arte della politica e dell’economia nel mondo…).

lunedì 23 gennaio 2012

IL SARDEX, LA MONETA ELETTRONICA CHE PUO’ VERAMENTE CAMBIARE IL MONDO


Se qualcuno dovesse un giorno chiedermi qual è stata l’innovazione finanziaria più importante degli ultimi anni, la mia attenzione non sarebbe rivolta verso un’astrusa operazione interbancaria della BCE o della Federal Reserve, oppure a un prodotto finanziario derivato dalle proprietà salvifiche, o men che meno ad uno dei pacchetti fiscali magici confezionati dai tecnocrati stregoni di Bruxelles, ma risponderei senza ombra di dubbio: l’introduzione del sardex, la moneta elettronica complementare che non è gravata da debito all’emissione e non matura interessi durante la sua circolazione.

L’idea è geniale e in verità era nell’aria da tempo (esattamente dal momento in cui la rarefazione della liquidità a valle creata a monte dal sistema bancario è stata così asfissiante da spingere più di un curioso o libero ricercatore a cercare di capire come funziona il meccanismo di creazione della moneta), ma bisogna riconoscere il merito a questo gruppo di lavoro di professionisti sardi di essere stati i primi a tradurre l’idea in un progetto concreto e perfettamente funzionante.

giovedì 19 gennaio 2012

DEBITO PUBBLICO E INFLAZIONE: DUE FANTASMI PER NASCONDERE LA FINE DELLA SOVRANITA’ MONETARIA


Partiamo da una considerazione di carattere generale: quando qualcuno ha un grave problema da risolvere, nel caso dell’Italia si tratta dell’alto rendimento dei titoli di stato a cui è costretta a rifinanziare l’enorme debito pubblico (che oscilla attualmente fra il 6%-7% di interesse passivo nel mercato secondario ed è misurato dallo spread con i titoli bund tedeschi), cerca con tutti i mezzi a disposizione di porre rimedio nell’immediato, ma allo stesso tempo è istintivamente portato suo malgrado ad esaminare il passato per ricercare i motivi che hanno causato quel problema ed evitare di commettere gli stessi errori in futuro.

Oggi quasi tutti gli analisti e gli osservatori finanziari mainstream concordano nel dire, a torto o a ragione, che il vero grande problema dell’Italia è di carattere strutturale e risiede appunto nel colossale ammasso di debito pubblico accumulato negli ultimi 30 anni (quasi 1920 miliardi di euro secondo le ultime stime), che suscita lo scetticismo da parte degli investitori internazionali riguardo alla possibilità dello stato italiano di ripagarlo e la conseguente richiesta di elevati rendimenti per coprire l’alto rischio di investimento e avere ancora convenienza a comprare altri titoli di debito italiano.

martedì 17 gennaio 2012

LE TEORIE MONETARIE, DELICATE BOMBE AD OROLOGERIA DA MANEGGIARE CON CURA


In una fase di crisi permanente e strutturale dell’economia dei paesi più sviluppati (per intenderci Unione Europea, Stati Uniti e Giappone) viene quasi immediato esaminare le teorie economiche e soprattutto monetarie sulle quali si fondano tali sistemi economici per capire quali sono i punti di debolezza di queste teorie e dove sarebbe possibile agire per porre rimedio ad eventuali errori, storture o meglio ancora interpretazioni ormai sorpassate e anacronistiche della realtà esistente.

Una realtà che come molti di noi sanno e hanno già sperimentato e imparato a conoscere sulla loro pelle è in continua evoluzione e cambia ad una velocità infinitamente maggiore rispetto al rinnovamento lento e macchinoso delle stesse teorie.

sabato 14 gennaio 2012

LA MANCANZA DI VISIONE DEL CYBORG MONTI SARA’ LA SALVEZZA DELL’ITALIA

La notizia buona di ieri è che l’asta dei BTP a tre anni è andata bene perché il Ministero del Tesoro (sarebbe meglio dire Ministero dell’Economia e delle Finanze, ma la sostanza non cambia…) è riuscito a piazzare tutti i 3 miliardi di euro di titoli di stato offerti con un calo del rendimento di -0,79% (dal 5,62% di fine dicembre all’odierno 4,83%), anche se questa salutare discesa del rendimento è stata tuttavia meno contenuta rispetto all’asta dei BOT a 12 e 6 mesi di giovedì (12 miliardi di euro piazzati rispettivamente a 2,735% e 1,644%).

Purtroppo però le buone notizie finiscono praticamente qui, dato che il famigerato spread fra i BTP decennali e i bund tedeschi dopo una discesa in picchiata fino a 461 punti base è risalito di nuovo intorno alla soglia critica dei 500 punti base, dimostrando che i timori degli investitori internazionali sulla tenuta dei conti pubblici italiani sono ancora più che concreti e i problemi strutturali dell’economia italiana sono ben lontani da una risoluzione credibile e duratura.

giovedì 12 gennaio 2012

COS’E’ IL DENARO?, UN VIDEO CHE SPIEGA I MECCANISMI E I LIMITI DEL SISTEMA MONETARIO MODERNO




Oggi pubblico il video di una conferenza in cui il libero ricercatore Enrico Caldari di Kaldari Report spiega in maniera molto chiara e comprensibile qual è il meccanismo di creazione della moneta debito e quali sono i limiti strutturali di un sistema economico e finanziario fondato sulla moneta debito: una questione, anzi la “questione”, che nessun demiurgo o alchimista della BCE o della Federal Reserve, o politico dell’ultima ora, potrà mai risolvere senza mettere in discussione tutta l’attuale impalcatura del sistema bancario e monetario.
La conferenza dal titolo “Cos’è il denaro” si è tenuta a Verona il 19 novembre 2011 nell’ambito del 1° Simposio “Società Sostenibile” organizzato dal movimento Zeitgeist Italia

mercoledì 11 gennaio 2012

LA GERMANIA, LA BANCA D’ITALIA E LA POSIZIONE DOMINANTE DELLA BUNDESBANK

In occasione dell’incontro a Berlino fra il primo ministro italiano cyborg Monti e la cancelliera tedesca Angela Merkel, concluso con le solite pacche sulle spalle senza mai arrivare ad uno straccio di accordo concreto, riprendo una notizia che poco più di un mese fa è passata piuttosto in sordina o almeno è stata trattata con una certa sufficienza dai cosiddetti organi di informazione mainstream, che hanno documentato l’evento con la consueta amnesia e sudditanza psicologica nei confronti del potente di turno.
  
Si tratta dell'asta primaria di collocamento dei titoli di stato tedeschi, i famosi bund, del 23 novembre 2011, quando i titoli tedeschi sono rimasti invenduti per il 35% del totale, ovvero 2,2 miliardi di euro sui 6 complessivi dell’offerta iniziale, e sono stati “comprati” dalla Bundesbank, la banca centrale tedesca.

martedì 10 gennaio 2012

IL SOCIAL NETWORK COME PIATTAFORMA DI PARTENZA PER LA RIFORMA MONETARIA

Nel precedente articolo abbiamo visto che dopo la fine del regime monetario definito Gold Exchange Standard nel 1971 ad opera del presidente americano Richard Nixon, la moneta è tornata involontariamente alla sua funzione originaria di strumento di misurazione del valore di un bene o di un servizio e insieme unità di misura di riferimento del valore, perdendo qualsiasi base sostanziale o legame con una ricchezza reale come l’oro.

Abbiamo anche detto che attendere passivamente un cambiamento dall’alto dell’attuale sistema della moneta debito, da parte di chi detiene il potere e la gestione della politica monetaria, è un atteggiamento irresponsabile e superficiale, perché non si può chiedere a degli agguerriti briganti e predoni, come la banda dei vari Mario Draghi, Mario Monti, Angela Merkel, Barack Obama e compagnia bella, di lasciare la miniera infinita e inesauribile di oro sulla quale si sono avventati da anni insieme ai loro sponsor finanziari e imprenditoriali.

lunedì 9 gennaio 2012

RIFORMA MONETARIA, UNA RIVOLUZIONE CHE PUO’ PARTIRE SOLTANTO DAL BASSO

In questi ultimi anni ho speso molto del mio tempo libero a documentarmi sulle questioni monetarie e sui problemi legati all’attuale politica monetaria. Un modo piuttosto insolito e deprimente di trascorrere il proprio tempo libero, direte voi, ma purtroppo la curiosità di capire come funziona e su quali principi si fonda il mondo in cui viviamo è stata spesso superiore alla voglia legittima di distrazione e stordimento.

Penso di non avere capito tutto fino in fondo, perché la materia è stata volutamente complicata da inutili tecnicismi,  ma credo di avere compreso abbastanza: la moneta è un concetto spinoso, non tanto però per la sua natura intrinseca, quanto per la sproporzionata e straordinaria valenza di elementi umani, sociali, politici, psicologici, economici con cui è stata amplificata la funzione iniziale della moneta, quale semplice strumento di misurazione e insieme unità di misura di riferimento del valore di un bene o di un servizio.

domenica 1 gennaio 2012

FISCAL COMPACT: TESTO DEFINITIVO INTEGRALE TRADOTTO IN ITALIANO


Premessa

Le parti contraenti,

CONSAPEVOLI degli obblighi delle parti contraenti, in quanto Stati membri dell’Unione europea, a considerare le loro politiche economiche una questione di interesse comune;

DESIDEROSE di favorire le condizioni per una maggiore crescita economica nell’Unione europea e, a tale scopo, di sviluppare un coordinamento sempre più stretto delle politiche economiche dell’eurozona;

TENENDO PRESENTE che il coordinamento delle politiche economiche delle parti contraenti, in quanto Stati membri dell’Unione europea, si basa sull’obiettivo di robuste e sostenibili finanze pubbliche come strumento per rafforzare le condizioni per la stabilità dei prezzi e per una forte crescita sostenibile supportata da stabilità finanziaria, favorendo in tal modo il raggiungimento degli obiettivi dell’Unione per la crescita sostenibile e per l’occupazione;


TITOLI DI STATO ITALIANI

I titoli di Stato sono obbligazioni emesse periodicamente dal Ministero dell'Economia e delle Finanze per conto dello Stato con lo scopo di finanziare il proprio debito pubblico. I diritti di credito incorporati nel titolo possono essere corrisposti al sottoscrittore del prestito sia mediante lo scarto di emissione (ossia la differenza tra il valore nominale e il prezzo di emissione o di acquisto), sia mediante il pagamento di cedole (fisse o variabili) durante la vita del titolo. Alla scadenza dell'obbligazione lo Stato rimborsa il capitale iniziali.


Il Ministero dell'Economia e delle Finanze emette sul mercato cinque categorie di titoli di Stato, ciascuno con diverse caratteristiche in termini di scadenza, rendimento e modalità di pagamento degli interessi dovuti:
  • Buoni Ordinari del Tesoro (BOT): titoli a breve termine, della durata di 3, 6 e 12 mesi, privi di cedole, il cui rendimento è dato dallo scarto di emissione.
  • Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ): titoli della durata di 24 mesi, privi di cedole.
  • Buoni del Tesoro Poliennali (BTP): titoli della durata di 3, 5, 10, 15 e 30 anni, con cedole fisse semestrali.
  • Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all'Inflazione Europea (BTP€i): titoli della durata di 5 e 10 anni, nei quali sia il capitale rimborsato a scadenza, sia le cedole semestrali sono rivalutati in base all'andamento dell'inflazione europea, misurato dall'Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC) nella Zona euro con esclusione del tabacco, calcolato mensilmente da Eurostat. Questi titoli garantiscono una protezione contro l'aumento dei prezzi in Europa.
Sono stati emessi anche BTP€i con durate di 15 e 30 anni (e potrebbero essere emessi di nuovo in futuro).
  • Certificati di Credito del Tesoro (CCT): titoli della durata di 7 anni e cedole variabili semestrali, legate al rendimento dei BOT a 6 mesi più una maggiorazione.
Dall'estate 2010 il MEF ha cominciato ad emettere una nuova classe di titoli a cedola variabile sostituendo i vecchi CCT: i CCTeu, collegati al tasso euribor invece che al tasso BOT 6mesi.

I BOT sono collocati tramite asta competitiva mentre BTP, BTP e CTZ sono collocati tramite asta marginale.

Per l'acquisto tramite asta occorre prenotare la quantità desiderata, per un importo minimo di 1.000 euro, con almeno un giorno di anticipo rispetto alla data dell'asta. Il calendario delle aste dei titoli di stato è pubblico.


L'acquisto dei titoli di stato può essere effettuato sia in asta al momento dell'emissione, sia sul mercato secondario; in ogni caso occorre farlo tramite una banca o un intermediario finanziario.

Fino al 1999 i titoli di stato erano consegnati fisicamente (ossia in forma cartacea) all'acquirente, che poi doveva recarsi in banca per la riscossione degli interessi previo "stacco" di una "cedola" allegata al titolo stesso. Da questo modo di corresponsione degli interessi deriva la frase "staccare la cedola", ancora oggi in uso, anche se le modalità di riscossione sono radicalmente diverse.

Oggigiorno i titoli sono "dematerializzati" e rappresentati da iscrizioni contabili a favore: chi li acquista ha come prova d'acquisto e di possesso, rispettivamente, la ricevuta bancaria e l'estratto conto dei titoli registrati sul deposito titoli intestato all'acquirente. Ciò consente l'accredito diretto su conto corrente delle cedole e del capitale a scadenza.

Fonte: wikipedia

TITOLI DERIVATI: MBS (MORTGAGE BACKED SECURITY)

Gli MBS sono titoli garantiti da mutui ipotecari. Nella pratica finanziaria americana le MBS sono titoli emessi da un intermediario specializzato a fronte di un “pacchetto” di mutui ipotecari (mortgages) di cui egli si è reso cessionario dal mutuante. Nella pratica americana mutui ipotecari vengono accesi per finanziare o rifinanziare l’acquisto di una casa residenziale o di altre proprietà immobiliari e hanno la durata abbastanza lunga, generalmente da 15 a 30 anni, durante la quale il mutuatario rimborsa il debito con rate mensili comprensive di capitale e interessi. 

Per aumentare il giro d’affari gli istituti mutuanti (per lo più piccole banche regionali) si rifinanziano cedendo gruppi di mutui con caratteristiche simili a istituzioni specializzate, principalmente la Federal National Mortgage Association (FNMA, conosciuta col nomignolo di Fannie Mae), la Government National Mortgage Association (GNMA,Ginnie Mae) e la Federal Home Loan Mortgage Association (FHMLC, Freddie Mac). Queste raggruppano i mutui in pacchetti a fronte dei quali emettono titoli denominati mortgage backed securities che essi garantiscono e che sono collocati presso il pubblico.

L’insieme di questi agenti e di queste operazioni costituisce il secondary mortgage market cui attingono gli istituti mutuanti. Gli interessi e i rimborsi in linea capitale dei mutui ceduti sono destinati a pagare gli interessi e a rimborsare in linea capitale le MBS. Le MBS sono comparse per la prima volta negli Stati Uniti dove hanno preso avvio agli inizi degli anni Settanta per impulso del Governo che intendeva creare un mercato secondario per i mutui ipotecari e i finanziamenti all’edilizia residenziale. 

Vennero costituite, con atto del Congresso, due organizzazioni per creare un mercato secondario ai mutui ipotecari (mortgages) mediante la cartolarizzazione: la GNMA (le si deve la prima cartolarizzazione di mutui ipotecari nel 1970) e la FHLMC. Altra organizzazione legata al Governo federale e attiva nella cartolarizzazione dei mutui è la FNMA, costituita come agenzia governativa nel 1938 e oggi trasformata in società di diritto privato. 

Peraltro qualcosa di simile alle mortgage backed securities già esisteva in Europa da duecento anni con le Pfandbriefe tedesche, omologo delle cartelle di credito fondiario emesse in Italia fino al gennaio 1976. 

Chi acquista una MBS finanzia indirettamente l’acquisto di case o il fabbisogno finanziario di imprese. Le MBS sono un mezzo per le piccole banche regionali statunitensi per concedere mutui ai clienti senza impiegare la propria raccolta. Si distinguono le residential mortgage backed securities (RMBS), destinate all’acquisto di abitazioni residenziali private dallecommercial mortgage backed securities (CMBS) riservate al finanziamento per la realizzazione o per l’acquisto di proprietà immobiliari per uso commerciale quali condomini, negozi, ristoranti, sale di esposizione, supermercati ecc. 

Le MBS possono essere offerte direttamente, o raggruppate in altri titoli denominati real estate mortgage investment conduit (REMIC), ovvero costituire la base di financial derivatives denominati stripped mortgage backed securities (SMBS).

Fonte: bannkipedia

BREVE GLOSSARIO DELLA FINANZA




Benchmark = Parametro di riferimento


Blue chip = Titoli a larga capitalizzazione


Buy-back = Riacquisto


Buy-out = Acquisizione dall’interno


BV Book Value = mezzi propri della società


CAGR Compound Average Growth Rate = tasso composto medio di crescita


Capital employed Capitale investito = mezzi propri + debiti netti


Combined ratio = Rapporto che tiene conto del Loss ratio (sinistri / premi) ed Epense ratio (spese di amministrazione, raccolta / premi)


Corporate governance = Norme che regolano il processo decisionale societario


Cost/Income ratio = Costi operativi/Margine di Intermediazione (settore bancario)


Cover ratio = Riserve totali/premi (settore assicurativo)


Default = Insolvenza


De-listing = Eliminazione dal listino


Downgrade = Peggioramento delle stime oppure del giudizio oppure del merito di credito


DPS Dividend Per Share = dividendo per azione


Due diligence = Fase di controllo dei bilanci che precede la chiusura di operazioni straordinarie


EBIT Earnings Before Interest and Tax = utile operativo


EBITA Earnings Before Interest, Tax, Amortisation = utile ante oneri finanziari, tasse e ammortamenti su immobilizzaz. mater


EBITDA Earnings Before Interest, Tax, Depreciation, Amortisation = margine operativo lordo


EPS Earnings Per Share = utile netto per azione


Embedded Value = Valore intrinseco delle compagnie: al patrimonio netto vengono aggiunte le plusvalenze non realizzate e l’attuale portafoglio vita in forza


EV Enterprise Value = capitalizzazione + debito netto


EYR = Rapporto tra rendimento dei titoli privi di rischio (Btp 10 anni) e il rendimento del mercato azionario (espresso dal reciproco del P/E stimato a fine 2004)


Epense ratio = Spese di amministrazione rapportate ai premi


Free cash flow = Reddito operativo + ammortamenti – imposte +/- variazione del capitale circolante netto


IPO Initial Public Offering = offerta iniziale al pubblico


Leverage = Debiti netti/mezzi propri


Loss ratio = Indice di sinistralità, rappresentato dal rapporto sinistri/premi


Margine di interesse Interessi attivi – Interessi passivi (settore bancario)


Margine da servizi Commissioni attive – commissioni passive +/- profitti (perdite) da attività finanziarie +/- altri ricavi netti + dividendi (settore bancario)


Margine di intermediazione Margine di interesse + Margine da servizi (settore bancario)


Market cap Capitalizzazione = prezzo numero azioni


Multiplo Rapporto tra valori di mercato (Prezzo, Enterprise Value) e particolari grandezze di bilancio (ad esempio, utili, margine operativo lordo, risultato operativo, ecc)


NAV Net Asset Value = valore patrimoniale netto


NAVPS Net Asset Value Per Share = valore patrimoniale netto/totale azioni


P/E Price/Earnings = prezzo/utile netto


Pay-out ratio = Quota di utili distribuita


Placement (private) = Collocamento (privato)


Private equity = Acquisizione di partecipazioni in società non-quotate


Profit taking = Presa di profitto


Profit warning = Annuncio di revisione di stime al ribasso


Public company = Società a capitale diffuso


Rating = Raccomandazione/ giudizio


Risultato di gestione Margine di intermediazione – costi operativi (settore bancario)


ROCE Return On Capital Employed = utile operativo dopo le tasse/capitale investito


ROE Return On Equity = utile netto/mezzi propri


Small/Mid cap = Titoli a bassa/media capitalizzazione


Spin-off = Scorporo


Target price = Prezzo obiettivo


Tier 1 = Patrimonio di base (capitale versato, riserve e fondo rischi bancari generali) rapportato al complesso delle attività ponderate per il loro rischio creditizio. Deve essere pari almeno al 50% del capitale totale (settore bancario).


Tier 2 = Patrimonio supplementare (riserve di rivalutazione, strumenti ibridi, passività subordinate e fondo rischi su crediti) rapportato al complesso delle attività ponderate per il loro rischio creditizio (settore bancario).
Upgrade = Miglioramento delle stime oppure del giudizio oppure del merito di credito
Valore Intrinseco (VI)

Embedded value = valore attuale netto società + valore attuale della proiezione degli utili generati dal portafoglio premi vita in essere, o a portafoglio “chiuso” (settore assicurativo)


Yield Rendimento = dividendo per azione/prezzo azione




Fonte: economialibera

BILANCIA DEI PAGAMENTI


Struttura

La bilancia dei pagamenti è articolata in quattro sezioni:
  1. Conto corrente, dove vengono registrate le transazioni relative a beni e servizi con l'estero, i redditi da lavoro dipendente e da capitale, i trasferimenti correnti;
  2. Conto capitale, analogo al Conto del capitale del Sistema europeo dei conti nazionali e regionali;
  3. Conto finanziario, analogo al Conto finanziario del Sistema europeo dei conti nazionali e regionali;
  4. Errori ed omissioni.
In ciascun conto si registrano debiti e crediti:
  • debiti (la voce indica una diminuzione di attività del paese o un aumento di passività) : le uscite di moneta conseguenti ad acquisti di beni e servizi (importazioni), pagamenti di redditi, trasferimenti unilaterali, acquisizioni di attività non finanziarie non prodotte, aumenti di attività o diminuzioni di passività finanziarie sull'estero;
  • crediti (il termine indica un aumento di attività del paese o una diminuzione di passività) : le entrate di moneta derivanti da vendite di beni e servizi (esportazioni), incassi di redditi, trasferimenti unilaterali, cessioni di attività non finanziarie non prodotte, diminuzioni di attività o aumenti di passività finanziarie sull'estero.
Si segue il metodo della partita doppia, registrando ciascuna transazione a debito di un conto e a credito di un altro. Ne dovrebbe risultare un saldo nullo della bilancia, che però nella pratica non si verifica in quanto le informazioni sulle varie poste sono tratte da fonti diverse. Le differenze confluiscono nel conto Errori ed omissioni.

Va anche notato che "debiti" e "crediti" sono tali secondo un criterio di cassa e indicano pertanto, rispettivamente, uscite e entrate di moneta. Si tratta peraltro di flussi che modificano gli stock dei crediti e dei debiti in senso patrimoniale: se un paese presta denaro a un altro, vanta nei confronti di questo un maggior credito (criterio patrimoniale) ma registra un'uscita di moneta (un debito, secondo il criterio di cassa). È questo il motivo per cui vengono classificate come debiti le uscite di moneta che aumentano i crediti (in senso patrimoniale), come crediti le entrate di moneta che aumentano i debiti.


Conto corrente

Il Conto corrente (detto anche Conto delle partite correnti) registra le transazioni internazionali in merci e servizi, redditi e trasferimenti unilaterali correnti (un tempo chiamata bilancia commerciale).

I crediti riportano le entrate rivenienti da esportazioni di beni e servizi, nonché da prestazioni dei fattori produttivi (lavoro di residenti, capitale di proprietà di residenti) utilizzate da altri paesi.

I debiti riportano le uscite per importazioni di beni e servizi e per prestazioni di fattori produttivi non residenti.

I trasferimenti unilaterali correnti sono entrate o uscite senza contropartica che, modificando il reddito disponibile, hanno un impatto sui consumi.
Più in dettaglio:
  • merci: qualsiasi bene mobile che non rappresenti un'attività finanziaria;
  • servizi: vi sono apposite sottosezioni per:
    • trasporti di merci e di passeggeri;
    • viaggi all'estero: soggiorni in Italia di non residenti, all'estero di residenti, per turismo o per lavoro;
    • comunicazioni: servizi postali e di corriere, servizi di telecomunicazione quali la posta elettronica o via satellite;
    • costruzioni: per le costruzioni all'estero, tra i crediti il valore globale dei servizi di costruzione forniti da residenti a non residenti, tra i debiti il valore dei beni e servizi acquistati all'estero dall'impresa di costruzioni; viceversa per le costruzioni in Italia;
    • assicurazioni: l'erogazione di servizi assicurativi da parte di imprese residenti a non residenti, e viceversa;
    • servizi finanziari: i servizi di intermediazione finanziaria e relativi servizi ausiliari;
    • servizi informatici e di informazione: i servizi informatici sono relativi al software, alla manutenzione e riparazione dell'hardware, alla elaborazione dati, a servizi di analisi e programmazione, ecc.; i servizi di informazione sono principalmente quelli forniti da agenzie di stampa;
    • royalties e licenze: sfruttamento di brevetti, di marchi di fabbrica, modelli, disegni e know-how; diritti d'autore su opere musicali e letterarie; diritti d'immagine;
    • altri servizi alle imprese: merchanting e altri servizi legati al commercio, leasing operativo, servizi vari di carattere professiionale o tecnico;
    • servizi personali culturali e ricreativi: audiovisi, ingaggi e premi sportivi, ecc.;
    • servizi per il governo: si tratta di una categoria residuale che registra le transazioni in beni e servizi, non allocate altrove, poste in essere da ambasciate, consolati, unità militari, ecc.;
  • redditi:
    • redditi da lavoro: le retribuzioni lorde (salari e stipendi al lordo delle imposte sul reddito, contributi sociali a carico del lavoratore trattenuti alla fonte dal datore di lavoro) di coloro che prestano un'attività di lavoro dipendente in un paese diverso da quello di residenza;
    • redditi da capitale: interessi, dividendi e utili reinvestiti, con distinzione tra redditi da investimenti diretti e da investimenti di portafoglio;
  • trasferimenti unilaterali correnti:
    • privati: rimesse degli emigrati, pensioni erogate da enti esteri a residenti, eredità e donazioni, ecc.;
    • pubblici: vengono ripartiti secondo la controparte:
      • Unione europea: tra i debiti le imposte indirette versate all'Ue (dazi e prelievi sulle importazioni agricole, una quota dell'IVA), tra i crediti i contributi ricevuti dall'Ue per l'agricoltra e per la formazione professionale;
      • altri organismi internazionali: contributi versati/ricevuti da organismi internazionali diversi dall'Ue;
      • enti ed organismi nazionali: vi rientrano soprattutto (tra i debiti) gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo;
      • altri soggetti non residenti: tra i crediti le imposte versate da privati non residenti al fisco italiano, tra i debiti le pensioni erogate da enti italiani a privati non residenti.
Il conto relativo al 2007 presenta i seguenti importi (in milioni di euro; la mancata quadratura dell'ultima cifra è dovuta agli arrotondamenti):

Conto corrente
CreditiDebitiSaldo
Merci366.400363.4592.941
Servizi81.61388.591-6.978
Redditi63.98983.664-19.675
Trasferimenti unilaterali correnti20.10333.756-13.653
-37.366


Si sono quindi incassati pagamenti (crediti) per 532.105 milioni di euro, si sono eseguiti pagamenti (debiti) per 569.470 milioni di euro (in entrambi i casi, nelle forme riepilogate nel Conto finanziario), le uscite di denaro hanno superato le entrate di 37.366 milioni di euro.


Conto capitale

Nel Conto capitale (detto anche Conto dei movimenti di capitale) compaiono:
  • trasferimenti unilaterali in conto capitale, che possono essere:
    • privati: trasferimenti connessi all'espatrio o rimpatrio definitivo di emigrati (cosiddetta ricchezza netta dell'emigrato), remissione di debiti e altri trasferimenti non finalizzati al consumo;
    • pubblici: si distingue secondo la controparte:
      • Unione europea: contributi al Fondo per il sostegno all'agricoltura ed al Fondo di Sviluppo Regionale;
      • altri organismi internazionali: trasferimenti a/da organismi internazionali diversi all'Ue;
      • enti e organismi nazionali: comprende, tra l'altro, le remissioni del debito di paesi in via di sviluppo;
  • acquisizioni e cessioni di attività non finanziarie non prodotte: vi rientrano le entrate/uscite per transazioni relative a terreni, risorse del sottosuolo, ecc. se poste in essere da ambasciate, consolati o basi militari all'estero, e ad attività intangibili (licenze, brevetti, ecc.).
Il conto relativo al 2007 presenta i seguenti importi (in milioni di euro):

Conto capitale
CreditiDebitiSaldo
Trasferimenti unilaterali in conto capitale2.742
Attività intangibili69
2.673


Conto finanziario 

Nel Conto finanziario (detto anche Conto dei movimenti finanziari) vengono registrati:
  • investimenti diretti: gli investimenti effettuati per acquisire una responsabilità gestionale e per stabilire un legame durevole con un'impresa che opera in un paese diverso; convenzionalmente, sono tali gli investimenti che comportano una partecipazione al capitale maggiore o uguale al 10%; sono peraltro inclusi negli investimenti diretti anche il reinvestimento di utili, crediti commerciali, sottoscrizioni di titoli obbligazionari e prestiti;
  • investimenti di portafoglio: gli investimenti in titoli (azioni e quote di fondi comuni, titoli di debito quali le obbligazioni e i titoli di Stato) non finalizzati come i precedenti, ma effettuati per fini speculativi;
  • derivati: opzioni, future, swap, ecc.;
  • altri investimenti: voce residuale, che comprende le transazioni finanziarie con l'estero non comprese nelle precedenti né nelle riserve ufficiali; può trattarsi di crediti commerciali, di prestiti, di flussi di banconote e di movimentazione di depositi bancari, ecc.;
  • riserve ufficiali: attività liquide detenute dall'autorità monetaria (la Banca d'Italia in quanto componente del SEBC) costituite da crediti vantati nei confronti di paesi non aderenti all'UEM e denominati in valute diverse dall'euro (oro monetario, DSP, quota sottoscritta di partecipazione al FMI, valute estere).
Il conto relativo al 2007 presenta i seguenti importi (in milioni di euro):

Conto finanziario
CreditiDebitiSaldo
Investimenti diretti29.37366.327-36.954
Investimenti di portafoglio18.76365818.105
Derivati386
Altri investimenti107.58161.45646.125
Variazioni riserve ufficiali-1.524
26.138


Errori ed omissioni [modifica]

La somma dei saldi del Conto corrente e del Conto capitale, -34.693, dovrebbe essere uguale in valore assoluto, ma col segno opposto, al saldo del Conto finanziario. In linea di principio, infatti, ad ogni debito registrato nei primi due conti (acquisizione di un'attività, sia essa una merce, una prestazione di lavoro o un brevetto) dovrebbe corrispondere un credito finanziario (uscita di denaro o altro come mezzo di pagamento); viceversa per i crediti.

In realtà vi è una differenza, per il 2007, di 8.555 milioni di euro in quanto le informazioni sulle varie poste sono tratte da fonti diverse, con tempi di registrazione e criteri di valutazione non omogenei. Contribuiscono anche transazioni le cui contropartite sfuggono alle registrazioni ufficiali, quali il contrabbando e le fughe di capitali.

La posizione netta sull'estero [modifica]

Si tratta di un prospetto statistico che riporta le consistenze, ad una certa data, delle attività e passività finanziarie verso il resto del mondo. Non fa parte della bilancia dei pagamenti, ma è ad essa strettamente correlato in quanto la variazione delle consistenze rispetto ad una data precedente sono causate dai flussi finanziari e da aggiustamenti resi necessari da variazioni nei prezzi e nei tassi di cambio o di volume intervenuti tra le due date (i flussi, infatti, sono convertiti a tassi medi, mentre gli stock a tassi di fine periodo).

Ad esempio, la posizione netta sull'estero per l'Italia alla fine del 2007 risultava (importi in miliardi di euro; la mancata quadratura dell'ultima cifra è dovuta agli arrotondamenti):[5]

Posizione netta sull'estero
Consistenze
fine 2006
Gennaio-Dicembre
2007
Consistenze
fine 2007
FlussiAggiustamenti
Operatori non bancari residenti
Attività1.317,147,3-29,81.334,6
Investimenti diretti243,847,3-0,1290,9
Investimenti di portafoglio785,7-17,3-28,9739,5
Altri investimenti273,519,2-0,8291,9
Strumenti derivati14,1-1,9..12,2
Passività1,251,220,9-27,71.244,3
Investimenti diretti198,624,8-1,3222,1
Investimenti di portafoglio875,7-2,9-25,9846,9
Altri investimenti148,9-4,1-0,5144,3
Strumenti derivati28,03,0..31,1
Posizione netta65,926,4-2,190,3
Banche residenti
Attività397,869,1-10,7456,2
Passività637,9140,5-21,4757,0
Posizione netta-240,2-71,510,7-300,9
Banca centrale
Attività108,118,14,5130,7
Passività1,0-0,8-0,10,1
Posizione netta107,218,94,5130,6
Totale posizione netta-67,1-26,113,2-80,0


Si può rilevare che il totale dei flussi, -26,1 miliardi di euro, non è altro che il saldo del Conto finanziario. Vi sono stati, tuttavia, aggiustamenti per 13,2 miliardi di euro, dovuti prevalentemente ad una riduzione di valore delle attività per l'apprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro e ad una riduzione del valore dei titoli a lungo termine al passivo per l'aumento dei tassi di interesse. Il peggioramento complessivo della posizione netta (aumento del debito estero netto) è risultato quindi contenuto in 12,9 miliardi di euro.

Periodicità

In Italia la bilancia dei pagamenti è redatta dalla Banca d'Italia, secondo specifiche regole dettate dal Fondo Monetario Internazionale, che sono a loro volta sostanzialmente coerenti con le convenzioni internazionali in materia di contabilità nazionale.

Le macro componenti del Conto corrente, del Conto capitale e del Conto finanziario sono pubblicate mensilmente nei "Supplementi" al Bollettino Statistico della Banca d'Italia.[6] Per ciascun mese si hanno dati provvisori dopo 70/75 giorni, dati revisionati dopo 130/135 giorni. Eventuali ulteriori revisioni compaiono nel Supplemento del mese di giugno dell'anno successivo.

Nel mese di marzo si pubblicano le serie complete dei dati mensili relativi ai beni ed ai servizi di trasporto di due anni prima, utilizzando le revisioni dei dati del commercio estero operate dall'ISTAT.

I dati completi, comprensivi cioè della posizione netta sull'estero, vengono pubblicati nella Relazione annuale della Banca d'Italia.

Raccordo tra bilancia dei pagamenti e contabilità nazionale

Valgono le seguenti identità:[9]
\ PIL = C + I + G +(X-M)
  • PIL è il Prodotto interno lordo;
  • C + I + G sono, rispettivamente, i consumi, gli investimenti lordi e la spesa delle amministrazioni pubbliche;
  • X - M, differenza tra esportazioni e importazioni, è il saldo delle sottosezioni "beni" e "servizi" del Conto corrente.

Fonte: wikipedia