martedì 10 aprile 2012

APPELLO PER BLOCCARE LA NORMA DEL PAREGGIO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE


Mi associo anche io all’appello lanciato dal blog Voci dall’Estero per bloccare l’inserimento della norma del pareggio di bilancio nella costituzione italiana, modificando l’articolo 81. Domani, mercoledì 11 aprile 2012, il senato inizierà infatti la discussione finale per l’approvazione conclusiva in seconda deliberazione di questo scempio che modifica la carta costituzionale dei cittadini, senza che questi ultimi vengano coinvolti o consultati. Purtroppo come al solito, i nostri politici stanno utilizzando il periodo delle vacanze pasquali per fare passare in sordina, nel silenzio più assoluto, una delle norme più stupide mai concepite nella storia, che impedisce allo stato di spendere a deficit positivo per sostenere l’economia nazionale e distribuire ricchezza e benessere sociale ai propri cittadini.


La modifica dell’articolo 81 fa seguito agli accordi intergovernativi del Fiscal Compact, che oltre ad imporre a 25 stati dell’Unione Europea le regole di austerità fiscale volute dalla Germania (ma dai tedeschi mai rispettate, soprattutto in periodo di crisi economica), suggeriscono ad ogni singola nazione di “di trasporre la regola del pareggio di bilancio nel sistema giuridico nazionale a livello costituzionale o equivalente”. L’Irlanda ha già fissato per il 31 maggio di quest’anno il referendum per chiedere ai propri cittadini l’approvazione di questa modifica alla costituzione nazionale, mentre i nostri politici stanno facendo tutto da soli e non intendono consultare o informare i cittadini prima di approvare una norma che muta profondamento il rapporto fra lo Stato e il suo popolo.





Come suggerito da Carmen del blog Voci dall’estero, cerchiamo di far sentire la nostra voce di dissenso inviando un’e-mail ai senatori della nostra regione, i cui indirizzi mail  dei singoli senatori per regione possono essere rintracciati a questo link sul sito del Senato. Questa azione di protesta sicuramente non servirà a fermare il golpe finanziario in corso, che priva lo stato democratico di uno dei suoi maggiori poteri di politica economica e monetaria, ma almeno i nostri politici sapranno che non tutti i cittadini italiani sono lobotomizzati e seguono da vicino tutte le loro mosse. L’oggetto e il testo dell’e-mail che io ho utilizzato e inviato ai senatori è il seguente (rispetto a Carmen ho tolto la parola “keynesiane” perché sono quasi certo che la maggior parte dei nostri senatori, soprattutto quelli della mia regione, la Sicilia, non sappiano nemmeno chi sia Keynes!):

Oggetto: Appello dei cittadini italiani per fermare la norma del pareggio di bilancio

Testo:

Gentile Senatore, 

Le scrivo perché  mercoledì 11 aprile ci sarà in Senato la seconda votazione per la modifica dell'articolo 81 della Costituzione.

Ritengo che una modifica così importante, che vieta allo Stato italiano l'utilizzo della leva economica della spesa pubblica quale strumento finanziario fondamentale e necessario per superare le fasi di recessione grave come quella in cui ci troviamo adesso, sia assolutamente deleteria e contraria alla volontà e al benessere dei cittadini.

Chiedo dunque che Lei, in qualità di rappresentate della volontà del popolo italiano, voti contro questo provvedimento in modo da impedire l’approvazione con la maggioranza dei 2/3 e consentire ai cittadini di discutere ed esprimere il proprio giudizio su tale norma tramite referendum.

Distinti Saluti

Firma



Ripeto, non credo che l’invio di queste mail possa cambiare l’esito della votazione del Senato dato che il consenso su tale provvedimento è praticamente trasversale (da PDL a PD fino all’IDV, mentre la sola Lega Nord probabilmente voterà contro, anche se per adesso, guarda caso, ha altre grane giudiziarie a cui pensare…), ma questa iniziativa rappresenta un segnale chiaro di dissenso e un primo grande tentativo di strappo fra l’azione dissennata del governo e del parlamento e la volontà dei cittadini. O quantomeno di quella risicata minoranza di cittadini che hanno già capito che per risolvere i problemi causati dalla crisi finanziaria bisogna utilizzare tutti gli strumenti e i poteri di un vero stato democratico, compresi quelli monetari e fiscali (se proprio non si vuole o non si può per il momento uscire da quel disastro economico che è la moneta unica euro per tornare ad una più normale e razionale sovranità monetaria nazionale, i politici italiani dovrebbero mobilitarsi in sede europea per cambiare lo statuto della BCE e consentire alla banca centrale di finanziare direttamente gli stati dell’eurozona e favorire gli investimenti diretti, come accade in tutti i paesi democratici del mondo).


Chissà che qualcuno dei nostri senatori non si faccia prendere da un improvviso rimorso di coscienza e improbabile lampo di intelligenza, arrivando miracolosamente a capire che la spesa a deficit positivo, quando utilizzata in maniera coerente ed efficace, è la vera ricchezza di una nazione, perché consente allo Stato di fornire quegli stimoli all’economia che il libero mercato lasciato a se stesso non riesce più a dare. Dubito che un simile miracolo possa avvenire, ma qualora non dovesse essere raggiunta la maggioranza dei 2/3, si renderebbe necessario il referendum e si aprirebbe per la prima volta in Italia, dai tempi dell’ingresso nell’Unione Europea, una seria discussione allargata sui problemi derivanti dalla cessione della sovranità monetaria e dal conseguente cambio di significato del debito pubblico di Stato che non pesava sui cittadini a debito privato di ogni singolo cittadino nei confronti dei maggiori istituti bancari e finanziari internazionali.


Per completezza di informazione, riporto sotto il testo dell’attuale articolo 81 della costituzione e la versione modificata che deve essere discussa e votata al Senato mercoledì 11 aprile, che stravolge completamente l’idea di Stato democratico che avevano immaginato i nostri padri costituenti e avvalora ancora di più la denuncia di attentato allo costituzione italiana di cui dovranno un giorno rispondere tutti i nostri politici, da Napolitano a Monti, a Bersani, Alfano, Casini, Di Pietro.


Articolo 81 (testo attuale)

“Le Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.
L'esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.
Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese.
Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte”.


Articolo 81 (testo modificato)

“Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.

Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.

Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte.

Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.

L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.

Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei principi definiti con legge costituzionale”.


Si noti che i redattori del nuovo articolo 81 della costituzione hanno previsto il deficit di bilancio e il ricorso all’indebitamento per tenere conto degli effetti del ciclo economico negativo e per far fronte ad eventi eccezionali, dimostrando quindi di essere in assoluta malafede. Se i nostri parlamentari sanno già che la spesa pubblica a deficit è l’unico mezzo che ha lo Stato per rilanciare l’economia nazionale perché hanno deciso di inserire il pareggio di bilancio in costituzione? Vogliono per caso distruggere l’economia italiana per favorire interessi esterni alla nazione? Visto che ci attende un lungo periodo di recessione che senso ha inserire proprio adesso una norma così restrittiva, che nei prossimi anni non sarà rispettata? Ma soprattutto, cosa c’entra una norma di carattere economico e finanziario all’interno della costituzione dei principi democratici che regolano il rapporto fra Stato e cittadino? Non è forse questo il maggiore sintomo che la precedente democrazia di diritto è diventata una dittatura finanziaria di fatto?


Da notare anche che mentre prima la copertura finanziaria era necessaria soltanto per le leggi che comportavano maggiori spese non incluse nel bilancio consuntivo dello stato di fine anno, adesso invece tale copertura finanziaria si rende necessaria per tutte le leggi che implicano una spesa pubblica eccedente rispetto all’obiettivo del pareggio di bilancio. In pratica lo Stato può indebitarsi in caso di necessità durante l’anno, ma prima dovrà fornire spiegazioni sui modi in cui intende rientrare dal debito.


Con questo piccolo ma fondamentale cambio di paradigma, lo Stato italiano viene costretto a comunicare in anticipo quali nuove tasse o svendite del patrimonio pubblico si rendono necessarie per rimborsare e rassicurare i creditori: la spoliazione dello Stato è insomma ufficialmente aperta e i creditori internazionali possono stare tranquilli perché sapranno prima da quale fonte,  ricchezza dei cittadini o proprietà statali, verranno ricavati i soldi dei loro rimborsi. Fatta la norma è stato già trovato l’inganno per garantire e legittimare la grande abbuffata di un intero Stato e del suo popolo da parte delle maggiori imprese private internazionali.



Un’ultima considerazione prima di concludere. I più attivi promotori e relatori di questa legge di modifica della costituzione sono stati i deputati dell’Italia dei Lavori (IDV) capeggiati dal tribuno e difensore del popolo (?) Antonio Di Pietro: Renato Cambursano, Massimo Donadi, Antonio Borghesi. Ma come? Prima Di Pietro accusa Monti di avere sulla coscienza i suicidi di poveri cittadini italiani e ora lavora alacremente insieme ai suoi deputati per mettere nelle mani di Monti una nuova potentissima arma per uccidere e rovinare altri cittadini? Non soffrirà mica della sindrome del Doctor Jekyll e Mister Hyde? Oppure è pure lui un ipocrita e un falso ciarlatano? O magari, cosa assai più probabile, Di Pietro è talmente stupido da non capire le più elementari norme di macroeconomia? Nel dubbio, inviate in massa le e-mail a quanti più senatori possibile, per impedire la norma del pareggio di bilancio e prendere le distanze da tutta l’attuale classe politica italiana. Più siamo, meglio è.




11 commenti:

  1. Caro Piero, ho da poco finito d'inviare la e-mail ai senatori della mia regione, la Toscana.
    Ti ringrazio per il tuo prezioso lavoro.
    Ciao

    Luca B

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    1. Ottimo Luca! Io l'ho già fatto stamattina...magari non servirà a niente, ma è un primo segnale che siamo vivi e stiamo iniziando a capire e a tenere sotto sorveglianze tutte le loro mosse (il depistaggio sulla Lega Nord non è servito a niente...)...domani vedremo come si comporteranno i nostri senatori e soprattutto come verrà comunicato l'esito della votazione da televisioni e giornali di regime...a presto! Piero

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    2. si come non verra' comunicato....comunque fate benissimo a sollecitare ...

      (devo ancora leggermi gli oggirmanete del tuo sito) ma intanto ti riposto questo significativo articolo dal corriere di oggi :
      http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1DDWML

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    3. Articolo molto interessante, che dimostra come anche all'interno dei giornali mainstream ci siano persone capaci di fare delle analisi serie, senza dire le solite scemenze come fanno Ferruccio De Bortoli o Paolo Mieli...comunque il finale non lo condivido affatto, perchè fa ricadere tutti problemi dell'Italia sul debito pubblico, senza accennare nemmeno minimamente al motivo per cui il debito pubblico è diventato davvero un problema in Italia...
      D'altronde da una che si chiama Lucrezia Reichlin, che ha lavorato nel board della BCE ed è rappresentante degli azionisti di Unicredit, cosa volevamo aspettarci???
      Comunque ancora il senato non ha preso nessuna decisione sulla norma del pareggio di bilancio in costituzione e pare che tutto venga rinviato a settimana prossima...che si sia illuminato il cervello a qualcuno??? Nei media ovviamente silenzio di tomba....

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  2. Il Senato ha ripreso la discussione, in quarta e ultima lettura, del ddl costituzionale n. 3047-B recante introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale. Alla discussione generale hanno preso parte i sen. Giaretta, Ceccanti, Morando (PD), Pardi, Mascitelli (IdV), Baldassarri (Terzo Polo:API-FLI), Mura (LNP) e Pastore (PdL).

    Con la sola eccezione del Gruppo IdV, il provvedimento è stato valutato positivamente stante l'ineludibilità del suo principale obiettivo, per ragioni sia di stabilità interna sia di compatibilità con il contesto europeo. L'opinione maggioritaria è che il testo, fondato sui due pilastri dell'equilibrio dei bilanci delle amministrazioni pubbliche e della sostenibilità del debito pubblico, vada nella giusta direzione, anche se da più parti sono stati invocati ulteriori passaggi in grado di adeguare il sistema della finanza statale e decentrata, mentre alcuni interventi hanno evidenziato la necessità di introdurre anche ulteriori vincoli sul fronte delle entrate o su quello della spesa, in particolare per evitare che il Parlamento possa aumentare a piacimento la pressione fiscale.

    Tra le critiche mosse al provvedimento, quella di impedire opportuni interventi di politica economica in ossequio ad un principio astratto di pareggio di bilancio che invece dovrebbe lasciare spazio ad una più corretta impostazione di equilibrio di bilancio che tenga conto dell'andamento economico. Anche l'annunciata approvazione con una maggioranza qualificata tale da impedire lo svolgimento del referendum popolare è stata considerata da alcuni come un limite che non trova giustificazione alla luce delle perplessità manifestate dalle stesse forze politiche che sostengono la riforma.

    Il seguito dell'esame è stato rinviato ad altra seduta.

    L'Assemblea è quindi passata al seguito della discussione di mozioni sui ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.

    In sede di discussione sono intervenuti i sen. Giaretta (PD) e Bonfrisco (PdL) i quali hanno segnalato la gravità del problema che, nell'attuale fase di profonda crisi economica, sta producendo conseguenze estreme, come attesta l'ormai lunga catena di suicidi tra imprenditori e artigiani. Le mozioni sollecitano, tra l'altro, misure di carattere strutturale che impediscano l'accumularsi di ulteriori debiti da parte delle pubbliche amministrazioni nei confronti di privati, la fissazione di termini inderogabili di pagamento e l'introduzione di ulteriori meccanismi di compensazione dei crediti vantati dai privati.

    Il seguito della discussione è stato rinviato al pomeriggio.

    http://webtv.senato.it/291121/wtvcopertina.htm

    L'IDV voterà contro. Nella discussione sono emerse perplessità sulle conseguenze di una maggioranza dei 2/3. Credi che il voto sia slittato alla settimana prossima.

    Luciano

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    1. Grazie Luciano per l'aggiornamento,
      a quanto pare qualcosa all'interno del granitico palazzo sta cominciando a scricchiolare e qualcuno inizia a mettere in moto il cervello per capire che le ricette del professore Monti non servono ad un bel niente e peggiorano la situazione...attendiamo fiduciosi...intanto, per chi ancora non lo avesse fatto consiglio di inviare l'e-mail ai senatori della propria regione per bloccare l'inserimento della norma del pareggio di bilancio in costituzione, come suggerito sopra nell'articolo...grazie e a presto! Piero

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  3. Il voto finale ci sarà martedì prossimo. Notizia ufficiale.
    http://www.asca.it/news-Pareggio_bilancio__voto_finale_ddl_martedi__prossimo-1143444-POL.html

    Chissà che ne pensano gli alemanni

    Luciano

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  4. Ciao Piero, stampata sia la petizione che la denuncia...e appese alle macchinette del caffè a lavorare.....Sono perplesso...LI LEGGONO!! Domani invio la mia petizione via email....
    Saluti Santo...

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  5. la corda si stà sfilacciando

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  6. Approvata la norma:
    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2012/04/17/Pareggio-bilancio-Costituzione_6733377.html

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    1. Ho visto, ho visto...e con maggioranza bulgara mi pare, 235/281...in pratica è iniziato ufficialmente il fascismo finanziario in Italia...la corda non si è sfilacciata, ma si è proprio spezzata, non esiste più alcun legame fra il cittadino e lo Stato, tranne quello tributario...lo Stato può dare solo quanto può prelevare, niente di più, niente di meno...se c'è un terremoto, bisogna alzare le tasse per riparare i danni...l'assurdità è al potere!!!

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