lunedì 18 giugno 2012

GLI STATI UNITI D’EUROPA, IL MITO DELLA SINISTRA CHE HA DEVASTATO L’OPINIONE PUBBLICA ITALIANA


Paolo dal Pozzo Toscanelli (Firenze, 13971482) è stato un matematico, astronomo e cartografo italiano. Grazie alle sue competenze in materia si prese un giorno la briga di inviare una lettera a Cristoforo Colombo, con la quale lo esortava vivacemente a mettersi in viaggio per raggiungere le Indie tramite la traversata dell’oceano Atlantico. Le sue carte geografiche non erano certo impeccabili, perché includevano molti degli errori di calcolo e di misura caratteristici dell’impostazione tolemaica e geocentrica del mondo, ma erano quanto di meglio si poteva trovare all’epoca. Lo stesso fratello di Cristoforo, Bartolomeo Colombo, era un abile cartografo e diede diverse dritte al fratello in vista del suo primo memorabile viaggio nelle sconosciute Americhe del 1492. Pochi anni dopo questa incredibile e rivoluzionaria scoperta, in Italia si sviluppò una vera e propria scuola di cartografia, che vide come massimi esponenti Giacomo Gastaldi, Ignazio Danti e Mercatore.


In generale il Rinascimento Italiano fu uno dei periodi più prosperi e floridi dal punto di vista economico, culturale, artistico della nostra storia e forse, senza peccare di presunzione, dell’intera storia dell’uomo. Mai in nessuna epoca precedente o successiva ci fu un pullulare così fecondo di nuove idee, invenzioni, visioni, opere d’arte universali di valore inestimabile. Dalle piccole botteghe artigiane gestite dalle maestranze locali uscirono fuori artisti del calibro di Michelangelo, Leonardo da Vinci, Raffaello, e poi architetti come Brunelleschi o Palladio, il quale aveva in mente dei progetti spesso mai realizzati per costruire città ideali e organicamente collegate che oggi farebbero impallidire di vergogna i promotori della mobilità sostenibile, delle zone a traffico limitato, delle targhe alterne. I mercanti veneziani avevano in pratica tutto il controllo degli scambi marittimi nel Mediterraneo, e le nostre pregiate stoffe, confezionate a Firenze e dintorni, venivano commerciate dall’Olanda fino alla Turchia. E poi i banchieri di Genova, e ancora i cantieri navali di Pisa, Amalfi, Napoli, Palermo. Dalle diversità culturali, caratteriali e ambientali della nostra penisola si era riusciti a costruire un mosaico quasi perfetto di comuni e città che faceva della nostra penisola un centro di snodo fondamentale per tutti i popoli del mondo conosciuto. Senza sbilanciarci troppo con gli ordini di grandezza, a quel tempo il mondo parlava italiano.



Ma cosa c’entra il Rinascimento con i nostri disgraziati Stati Uniti d’Europa odierni? C’entra, c’entra, eccome se c’entra. Fermatevi un momento a riflettere sulle analogie e differenze e capirete subito quanti insegnamenti si possono trarre dal passato. Oggi l’Europa sta andando in una direzione diametralmente opposta a quella dell’Italia del Rinascimento, che se non fosse stata funestata dalle continue invasioni dei popoli stranieri avrebbe sicuramente raggiunto in breve tempo una sua graduale e armoniosa unità. Le premesse per ambire ad un progetto unitario partendo dal basso, dalle particolarità locali, erano ottime: una stessa lingua volgare, la protezione naturale delle Alpi e del mare, nuove infrastrutture di collegamento, necessità di intensificare e favorire gli scambi commerciali e gli spostamenti da una città all’altra e da una regione del sud ad una del nord. Senza la scocciatura degli spagnoli, dei francesi, degli austriaci e dei lanzichenecchi vari, l’Italia non avrebbe avuto bisogno di Garibaldi per essere una ed indivisibile, perché possedeva già in germe da secoli se non millenni una sua precisa identità etnica, storica ed ambientale.


In Europa invece in questi giorni, e molto probabilmente per tutti i prossimi mesi, si sta tentando di imporre dall'alto una forzatura culturale, politica ed economica che non ha precedenti nella storia dell’uomo: popoli dalle lingue, dalle abitudini, dalle tradizioni, dallo spirito, dal clima, dal colore della terra e del cielo completamente diversi devono essere con bieca ostinazione obbligati a stare insieme per massimizzare i profitti privati di una risicata minoranza e socializzare le perdite pubbliche, che per forza di cose sono ingentissime e generalizzate, alla stragrande maggioranza della popolazione. Nemmeno l’Impero Romano era mai arrivato fino a tanto con l’ambizione e la follia di dominio, perché oltre ad un console ed un’agguerrita guarnigione di soldati che avevano il compito specifico di riscuotere i tributi, ai popoli dei territori conquistati veniva lasciata ampia libertà di mantenere le proprie lingue, le proprie tradizioni, le proprie monete, le proprie culture ancestrali: dividi et impera era il motto dei saggi romani, non unisci e distruggi (sottinteso, la convivenza pacifica fra i vari popoli). A nessun imperatore romano, nemmeno al più squinternato dei Caligola o spietato dei Nerone, era mai venuto in mente di imporre la lingua, la cultura, e persino le leggi promulgate dal senato romano in Gallia, o in Tracia, o in Palestina. Sarebbe stato come gettarsi la zappa sui piedi, fomentando tensioni o ribellioni inutili laddove invece doveva regnare l’ordine e la disciplina dell’Impero, per consentire ai popoli conquistati di lavorare e produrre profitti per i conquistatori. 


Ma possiamo andare ancore oltre, fino alla religione e ai suoi misteri. Basta invertire il senso di un noto ammonimento biblico per ritrovare una legge di natura incontestabile: “non osi unire l’uomo ciò che Dio ha diviso”, perché ci sarà un motivo per cui in natura esistono ghepardi, gazzelle, cavalli, cammelli, elefanti, tartarughe, bradipi e i primi non potranno mai unirsi o accoppiarsi con i secondi, i terzi, gli ultimi. A parte il mulo o il bardotto (guarda caso razze sterili), i casi di ibridismo fra gli animali sono veramente rari e nonostante tutti gli esperimenti di ingegneria genetica, è chiaro che proseguendo su quella strada l’uomo potrà incorrere soltanto in disastrosi insuccessi, dato che la natura sa già in anticipo e molto meglio di lui cosa serve per la sua stessa sopravvivenza. Serve innanzitutto la varietà, la molteplicità, la biodiversità, perché l’armonia non si crea dall’unione indistinta e raffazzonata di elementi inconciliabili, ma solo attraverso lo scontro dinamico e la successiva sintesi di fattori diversi, opposti e spesso complementari.


Ma veniamo adesso al motivo per cui nel preambolo di questo articolo si parlava di Rinascimento e di cartografi italiani in particolare. Tutte le considerazioni fatte fin qui derivano dal senso di profonda indignazione e sconcerto provato dopo la lettura di un’intervista del Sole24ore ad uno dei maggiori padri fondatori italiani dell’eurozona, Romano Prodi, che fra una scemenza e l’altra sul progetto mistico e totalitario degli Stati Uniti d’Europa a cui credono soltanto i fanatici e allampanati militanti della sinistra, esordiva così: “In questa fase il sostegno più grande dell'Europa è l'istinto di sopravvivenza. Di sopravvivenza dell'Europa, non dei singoli Paesi, perché solo l'Europa vuol dire sopravvivenza. Senza Europa nessuno sopravvive. Siamo come gli Stati italiani del Rinascimento che, non unendosi tra loro, hanno cancellato l'Italia dalla carta geografica per secoli.  

         
Ora a parte, che come abbiamo già detto l’Italia nel Rinascimento non era affatto scomparsa dalla carta geografica del mondo ed era anzi un crocevia obbligato, un polo di attrazione culturale e commerciale di importanza strategica fondamentale, ma come facevamo ad essere cancellati dalle cartine geografiche se le cartine le disegnavamo noi? Potevano mai i nostri cartografi, che erano i migliori del mondo, dimenticarsi di inserire l’Italia nelle loro mappe? Per chi non avesse ancora capito il senso di queste domande, tentiamo di spiegarlo così: come fa una nazione, un territorio, una comunità, una razza a scomparire se ha ancora tutte le risorse umane e ambientali e le potenzialità necessarie non solo per disegnarsi le proprie carte geografiche e toponomastiche, ma anche per costruirsi le proprie strade, gli aeroporti, le darsene, le scuole, le linee digitali, telefoniche, le navi, le macchine, i campi da coltivare e gli uffici dell’anagrafe. Quanto idioti bisogna essere per credere che una nazione possa scomparire solo perché decide di non accettare più un accordo monetario bislacco e insostenibile? Ma soprattutto quanta malafede e impudicizia morale ci vuole per mentire così spudoratamente nel tentativo di spaventare la gente?  


Non ci sono parole per descrivere certe devianze della coscienza umana, ma per necessità bisogna trovarle perché questo è un attacco frontale alla nostra intelligenza. Dire che l’Italia rischia di essere tagliata fuori dal mondo solo perché rifiuta di utilizzare una moneta straniera, l’euro-marco, all’interno dei propri confini nazionali come unica moneta a corso legale, è come dire che l’Argentina doveva scomparire dopo avere interrotto l’aggancio rigido al dollaro nel 2001 oppure che la Cina, un miliardo e passa di abitanti, si evapora nell’etere tutta intera qualora decidesse un giorno di sganciarsi anche lei dal dollaro. Eppure come tutti sappiamo (o meglio come cercano in tutti i modi di non farci sapere) l’Argentina è sempre lì con i suoi pozzi petroliferi, la sua banca centrale pubblica, la sua moneta, le sue piccole cooperative autogestite, i suoi campi di soia, la sua pampa, la Plaza de Mayo di Buenos Aires. L’Argentina è viva e vegeta e continua a crescere economicamente e a prosperare grazie ad un aumento sostenuto della domanda interna, ad una bilancia commerciale con l’estero in equilibrio, ad una lotta feroce alla povertà e alla disoccupazione, ad un controllo dell’inflazione giustamente alta (intorno al 10%, non di più) in un periodo di forte ripresa ed espansione come questo.


Tutte le decisioni riguardo ai regimi monetari, in particolare la scelta di adottare un cambio fisso con una moneta forte straniera, non hanno quasi mai stringenti motivazioni economiche sottostanti (anzi sono in genere economicamente sconvenienti, perché limitano in modo drastico l’autonomia e la gestione della propria politica economica e monetaria), ma sono indirizzate a raggiungere precisi scopi di carattere politico, come quello di dare un’immagine di maggiore stabilità finanziaria e disciplina di bilancio agli occhi degli osservatori internazionali, che potrebbe poi favorire l’arrivo nel breve periodo di capitali e investimenti esteri. Il paese si mette in ghingheri e apre le porte agli stranieri, perché ha politicamente deciso di non potere più andare avanti con le proprie forze. Ripetiamo, è una decisione politica di una classe dirigente che ha una brutta opinione di se stessa e si reputa altamente incapace nella conduzione interna del proprio paese e sceglie volontariamente di legarsi ad un vincolo esterno per autocensurarsi. Mentre è bastato, come per esempio nel caso dell’Argentina, cambiare classe dirigente, riprendere il controllo della propria moneta e della banca centrale per far ripartire la macchina degli investimenti pubblici e dei centri per l’impiego, e il paese nel giro di pochi anni ha avuto un riscatto economico senza precedenti.


Il caso dell’Argentina è molto significativo perché somiglia per diversi aspetti a quello dell’eurozona. Dopo la scelta presa dalla presidenza Menem, nella persona del ministro dell’economia Cavallo (foto a destra), di ancorare nel 1991 il peso argentino al dollaro, con una parità di cambio 1:1, supportata dal pretesto di combattere l’inflazione galoppante del paese (maggiore indice della corruzione, dell’incompetenza e dell’incapacità di una classe dirigente di governare efficacemente le proprie finanze), si ebbe un periodo di forte espansione economica trainata soprattutto dall’arrivo di capitali e di investimenti esteri. Questa abbondanza di capitali stranieri a buon mercato nel paese favorì il ricorso alle importazioni a danno delle esportazioni, creando un grosso squilibrio nella bilancia commerciale con l’estero e deprimendo il tessuto produttivo locale, che anno dopo anno cedeva rapidamente il passo ai mastodontici gruppi multinazionali americani ed europei che sbarcavano alla spicciolata in terra argentina.  


Finché i deficit delle partite correnti venivano coperti dagli afflussi di nuovi capitali il circolo vizioso che finiva per indebitare anno dopo anno con l’estero sia il settore pubblico che privato del paese poteva continuare indisturbato, ma come tutte le cose instabili ed intrinsecamente squilibrate si arriva sempre ad un punto di rottura, che per l’Argentina corrisponde pressappoco all’anno 1998. Da quel momento in poi, a causa del contagio e dello spauracchio della crisi delle borse asiatiche del 1997, comincia a crollare inesorabilmente la fiducia degli investitori esteri nella capacità degli argentini di ripagare tutti i loro debiti e i famosi capitali stranieri, che ancora oggi molti tamburini della propaganda invocano spesso come soluzioni definitive ai mali di un paese, prendono la via della fuga.


Nel giro di pochi giorni o settimane si assiste ad un incremento inarrestabile dei tassi di interesse da corrispondere ai potenziali acquirenti di titoli pubblici e privati argentini per attirare nuovi capitali, ma in questo modo si innesca un vorticoso avvitamento del debito che continua a lievitare invece di diminuire. Il rischio sistemico di insolvenza del paese comincia a prendere forma ed è in questo periodo che inizia la cura dell’austerità per limitare le importazioni, reperire internamente nuovi fondi tramite un aumento sproporzionato della pressione fiscale e dimostrare agli investitori stranieri la buona volontà del popolo argentino di rimborsare tutti i debiti contratti in passato. Ma come ormai abbiamo sperimentato sulla nostra stessa pelle, l’austerità produce subito un calo dei consumi e degli investimenti, aumento della disoccupazione, fuga di capitali esteri e domestici, caduta del prodotto interno lordo, causando in pratica più danni che reali benefici all’economia del paese. Gli effetti recessivi inevitabili determinano progressivamente maggiori difficoltà nel rimborso dei debiti accumulati, maggiore rischio sistemico e interessi sempre più alti fino a quando il paese è costretto ad alzare bandiera bianca e dichiarare default. Questo periodo di profonda recessione e austerità per l’Argentina è durato ben tre anni, dal 1998 al 2001, anno in cui venne di fatto reso necessario lo sganciamento del peso dal dollaro e il paese rinegoziò il debito per porre le prime basi del suo successivo rilancio.


In ogni singolo stato della periferia dell’eurozona è avvenuto in pratica lo stesso processo di espansione e accumulazione di debito estero dal 2000 al 2007, che però dopo lo scoppio della crisi nel 2008 è stato risolto in un modo totalmente diverso, perché a differenza dell’Argentina queste nazioni fanno parte di un’unione monetaria, che per quanto anomala e sbilanciata fornisce un grado di tutela superiore ai singoli stati membri (almeno per quelli strategicamente più influenti): nei paesi di scarsa rilevanza politica ed economica (Irlanda, Portogallo e Grecia) sono stati necessari gli aiuti internazionali di FMI e UE, mentre quando il contagio è arrivato a Spagna e Italia è intervenuta direttamente la BCE per rifinanziare a lungo termine le banche in difficoltà di questi paesi (due operazioni LTRO da circa €1000 miliardi, di cui quasi la metà ad istituti spagnoli ed italiani). Non appena è terminato l’effetto delle operazioni non convenzionali di rifinanziamento della BCE, anche la Spagna ha dovuto provvedere al salvataggio in extremis di €100 miliardi delle sue banche tecnicamente fallite perché le operazioni ordinarie della BCE non bastavano più a rimarginare la falla della doppia crisi di liquidità e solvibilità.


Tuttavia se la BCE può in un certo senso e fino ad un certo limite garantire la solvibilità del debito privato denominato in euro essendo il monopolista di emissione di una moneta ancora forte a livello internazionale e il prestatore di ultima istanza per tutte le banche commerciali, nulla può fare invece per statuto per assicurare la sostenibilità del debito pubblico, sia quello posseduto dagli investitori nazionali che stranieri. Il default quindi per gli stati dell’eurozona può avvenire solo per insolvenza sul debito pubblico e non per incapacità di rimborsare il debito estero e domestico privato, come è accaduto all’Argentina, che fra l’altro non avendo pieno controllo della moneta e della banca centrale poteva rimborsare senza difficoltà solo quella parte di debito pubblico denominato in valuta nazionale (aprendo però crepe e dubbi sulla possibilità di convertibilità alla pari con il dollaro), ma non quello denominato in valuta estera, dato che nella fase più acuta della crisi la banca centrale aveva già bruciato tutte le sue riserve di moneta straniera.


Nonostante la recessione aggravata dalle solite peggiorative misure di austerità si sia già abbattuta su tutta la fascia periferica dell’eurozona, la BCE è riuscita ad allungare fino a quattro anni (superando quindi il precedente record di tre anni dell’Argentina) l’agonia del malato terminale, in attesa che gli europeisti indefessi riescano a trovare un accordo sulle soluzioni politiche da attuare. Soluzioni politiche e non economiche o monetarie, perché economicamente parlando il progetto dell’eurozona è già bello che fallito, o meglio era già fallito ancora prima di iniziare, perché non prevedeva clausole decenti per rispondere ai cosiddetti shock asimmetrici permanenti o anche solo temporanei (ovvero casi in cui un settore produttivo o un intero paese va in crisi e un altro, vedi la Germania, continua invece ad espandersi e a crescere). La moneta unica che doveva essere lo strumento capace di rendere competitiva l’eurozona nei confronti delle grandi potenze tradizionali o emergenti (Stati Uniti, Giappone, Cina, Brasile, Russia) ha finito invece per accentuare tutte le fragilità e debolezze interne del vecchio continente, perché non si può andare in guerra mettendo insieme alla rinfusa cavalli, elefanti, cammelli, meravigliandoci poi che i cavalli tedeschi siano rimasti da soli nelle avanguardie, mentre gli elefanti italiani o i cammelli spagnoli siano isolati indietro nelle retrovie.


Gli sciamannati progettisti dell’eurozona, fra cui lo stesso Romano Prodi, dovevano prevedere simili conseguenze, eppure non solo non hanno mai avuto l’accortezza di stabilire delle contromisure compensative fra i vari paesi dell’unione monetaria, ma non hanno nemmeno avvisato il popolo sulle uniche vere soluzioni drastiche alle crisi asimmetriche: l’emigrazione interna dai paesi in deficit a quelli in surplus (resa complicata dalle differenze linguistiche e culturali) e la riduzione dei salari e delle tutele sindacali come unico fattore di rilancio di un’economia martoriata. Oltre a questi elementi, uniti al solito fatalistico arrivo dei capitali e investimenti esteri (che sappiamo già quali effetti devastanti di indebitamento estero provocano se utilizzati oltre un certo dosaggio), non c’è più nulla che uno stato prima indipendente e autonomo nelle scelte di politica economica può fare per attenuare le drammatiche e dolorose contorsioni provocate dalla disoccupazione e dalla recessione. Lo stato è assente, inerte, perché imbrigliato ad inseguire inutili e deleterie politiche di disciplina fiscale e pareggio di bilancio, attraverso affannosi tagli alla spesa e al patrimonio pubblico e aumenti delle tasse. In buona sostanza lo stato non può immettere nell’economia un euro in più rispetto a quello che preleva con le imposte (anzi è costretto ad accumulare avanzi primari per rimborsare i debiti pregressi) e pretende però che l’economia riparta da sola tramite la sua stessa capacità di indebitarsi illimitatamente per produrre reddito e profitti adeguati sia al rimborso dei debiti che alla remunerazione del capitale investito.


Se esaminiamo l’ultimo decreto sviluppo presentato la scorsa settimana dal ministro Passera, che secondo le stime della Ragioneria dello Stato mobiliterà all’incirca €70-80 miliardi, vedremo che non c’è un euro di stanziamento aggiuntivo da parte della pubblica amministrazione ma solo apposizioni di garanzie su strumenti finanziari particolari, i cosiddetti project bond, che servono a finanziare a debito tramite la raccolta di fondi obbligazionari le piccole e medie imprese, le infrastrutture, le innovazioni energetiche e digitali, le opere pubbliche ed edilizie. Insomma siccome le banche non erogano più credito all’economia reale a causa delle pessime condizioni e aspettative di mercato, lo stato si sostituisce alle banche inventandosi degli strumenti per recuperare risorse e veicolare i risparmi, che in mancanza di un flusso di cassa degli investimenti sufficiente a coprire le varie scadenze delle obbligazioni emesse, andranno a gravare sul debito pubblico, ovvero sempre sulle tasche dei cittadini. Lo stato in pratica si assume il rischio di impresa per conto dei cittadini e preleva soldi dai contribuenti per spostarli nel settore produttivo, sperando poi che i contribuenti recuperino per magia fiducia, propensione al consumo e soprattutto altri soldi per acquistare i nuovi beni e servizi prodotti. In caso contrario, sarà necessario prevedere nuove tasse per rimborsare i project bonds, che faranno concorrenza ai titoli di stato e saranno indistinguibili da questi ultimi, e via di corsa verso un’altra spirale recessiva.


Preso atto della comprensibile astenia degli investimenti privati, lo stato si sta impegnando per smuovere un po’ le acque e rimettere in moto i pistoni arrugginiti del settore produttivo. Ma come sempre accade nella prassi neoliberista tanto cara agli eurocrati di nuova o vecchia generazione, si lavora solo sul versante dell’offerta ma mai su quello della domanda: se da un lato si creano le condizioni per aumentare la quantità dei beni e servizi offerti, dall’altro non ci si chiede mai chi, come, quando potrà assorbire questo nuovo incremento produttivo, lasciando eventualmente alle scorte di magazzino il gravoso compito di rispondere a questa scottante domanda. Una visione ovviamente miope tipica dei banchieri e non degli imprenditori e non a caso gli esponenti del nostro attuale governo provengono quasi tutti dal mondo della finanza, a cui bene o male andranno a finire i proventi derivanti da questo metodo raccapricciante di curare la malattia del debito formando altro debito. Sempre a spese dei contribuenti, ovviamente.


Ma cosa si può fare dunque per uscire dalla spirale recessiva? La sinistra italiana, influenzata dai soliti volponi neoliberisti vicini agli ambienti della finanza come Prodi, D’Alema, Bersani, Fassino e corroborata dalla stampa di regime (Repubblica, Corriere, Stampa e Sole24ore), non ha dubbi: bisogna creare gli Stati Uniti d’Europa. L’eldorado, lo shangri-la, il mondo dei sogni, l’utopia. Ogni volta che ai farlocchi militanti di sinistra viene ripetuta meccanicamente questa prospettiva, gli occhi si illuminano di gioia, i brividi attraversano tutta la schiena, una vibrante energia tonifica il corpo. Saremo tutti fratelli, balleremo intorno ai falò intonando le musiche degli Intillimani, vivremo nella pace e nella solidarietà universale insieme ai compagni tedeschi, francesi, spagnoli: niente più guerre, niente più sfruttamento, niente più povertà. Non ci saranno più confini, bandiere, differenze di razza, religione, civiltà. Parleremo tutti la stessa lingua, leggeremo gli stessi giornali, guarderemo gli stessi programmi televisivi. Avremo tutti gli occhi azzurri, i capelli biondi e saremo alti più di un metro e ottanta. Benvenuti nel futuro. Questi sono gli Stati Uniti d’Europa.


Peccato però che i navigati politici di Botteghe Oscure non raccontano tutto il resto, il lato oscuro della luna, ai loro fedeli seguaci, allo zoccolo duro dell’elettorato che vota ciecamente sinistra senza mai chiedersi cosa significa votare sinistra, e PD in particolare, oggi in Italia. Non dicono mai che a pagare i costi di questo ulteriore passo in avanti nel fallimentare progetto europeista saranno proprio loro, la classe operaia, i dipendenti pubblici, gli insegnanti, i professori, i pensionati che dovranno accettare riduzione di salari, diritti, tutele, tagli alla spesa pubblica e sociale, aumento della tassazione, mobilità, licenziamenti. E tutto questo perché? Perché la nostra classe dirigente è indecente, incompetente e corrotta, come quella dell’Argentina ai tempi di Menem e de la Rua, e non vuole farsi carico di governare il nostro paese per il benessere diffuso della cittadinanza, ma preferisce di gran lunga attaccarsi al vincolo esterno, della moneta unica prima e degli Stati Uniti d’Europa adesso (che in estrema sintesi non sono altro che le istituzioni sovranazionali e non democraticamente legittimate che hanno sede a Bruxelles),  per lasciarsi guidare e vivere di rendita.


Ma perché mai un D’Alema o un Bersani dovrebbe prendersi la responsabilità di traghettare l’Italia fuori dall’eurozona, passando per i marosi della svalutazione (20% circa) e dell’instabilità politica e sociale? Non è meglio tenersi ben stretti i privilegi della moneta forte, lasciando pagare i costi agli stolti elettori? Elementare, Watson. Nessun politico sano di mente, a meno che non sia animato da un amor di patria integerrimo e da uno spirito di servizio inossidabile, sarebbe disposto ad accollarsi gli oneri del difficile governo di una nazione, quando in alternativa gli si offre sul piatto d’argento la possibilità di speculare alti profitti senza muovere un dito (o meglio, utilizzando il dito soltanto per premere i pulsanti degli scranni del parlamento al passaggio di nuovi decreti legge o ratifiche di direttive europee). Che siano i tecnocrati, i burocrati, i banchieri a governare, tanto loro sanno meglio di tutti come far fruttare i soldi per il benessere della casta e il danno della moltitudine di oppressi. Il ruolo del politico, oggi come oggi, è solo quello di inventare nuove illusioni e buttare fumo negli occhi di coloro che sono più disposti a farsi turlupinare. Ieri il ritornello diceva che con la moneta unica gli italiani sarebbero diventati efficienti come i tedeschi e oggi, invece si è fatto un salto acrobatico di fantasia, perché con gli Stati Uniti d’Europa, gli italiani saranno essi stessi tedeschi, francesi, spagnoli, europei. Punto.              


Ma quali sono i passaggi concreti per arrivare a questi fantomatici Stati Uniti d’Europa? Fondamentalmente due: ampliare i poteri della BCE per farla diventare come la Federal Reserve americana e introdurre gli eurobonds per socializzare il debito pubblico europeo. Con il primo passaggio si eliminerebbe il difetto d’origine dell’eurozona rendendo solvibile il debito pubblico e con il secondo si cercherebbe di equiparare i rendimenti dello stesso debito pubblico fra i paesi in surplus che pagano bassi interessi e i paesi in deficit che sono invece strozzati dagli alti interessi. In questo modo sia i tecnocrati che i politici di professione si assicurerebbero ancora qualche anno in più di vita agiata, ma poco o nulla invece verrebbe fatto a livello centralizzato per consentire ai paesi in deficit di recuperare competitività nei confronti di quelli in surplus, perché gli squilibri macroeconomici (differenziali di inflazione, scarsa mobilità dei lavoratori, movimenti pro-ciclici dei capitali privati, che abbondano nei periodi di espansione e fuggono in quelli di contrazione) che in soli dieci anni hanno causato questa disparità di condizione fra i paesi del centro e quelli della periferia rimarrebbero tali e quali.


E come potrebbero altrimenti? Come potrebbe un cavallo tedesco diventare un elefante italiano e viceversa? Semplicemente non può e quindi tanto vale concentrarsi ad alleggerire gli effetti finali della crisi ed ignorare le cause iniziali che condanneranno l’intera eurozona per tutto il tempo che rimarrà in piedi (speriamo poco) a passare da una crisi, ad un’espansione, ad una nuova crisi senza soluzione di continuità. Se con i nuovi più severi parametri di unificazione, incluso il passaggio della gestione dei bilanci pubblici nazionali a livello sovranazionale per garantire il rispetto della regola aurea del pareggio di bilancio, si ristabilirà sui mercati quel senso di fiducia che aveva favorito l’afflusso massiccio di capitali in Europa sia dall’interno che dall’esterno, niente esclude che presto o tardi si ricreeranno le condizioni per avere di nuovo sbilanciamenti strutturali fra paesi in surplus e paesi in deficit delle partite correnti, che dovranno affrontare ancora una volta la gogna della recessione, della disoccupazione cronica e dei piani di salvataggio internazionali per rimborsare i debiti esteri accumulati. 


La BCE potrà pure impedire con i suoi più ampi poteri di prestatore di ultima istanza i problemi di insolvenza sia per il settore pubblico che privato, ma questi debiti prima o dopo andrebbero pagati e sarebbero sempre le fasce più deboli della popolazione a sobbarcarsi l’onere del rimborso. Fino a prova contraria, in tutti gli sproloqui che si fanno al giorno d’oggi intorno agli Stati Uniti d’Europa, si parla sempre poco dell’unica misura che renderebbe più sostenibile e meno dolorosa per la cittadinanza la costruzione del progetto unitario: un meccanismo automatico e permanente di trasferimento dei capitali pubblici dai paesi in surplus a quelli in deficit, così come avviene fra gli stati americani, fra il nord e sud Italia, fra i lander tedeschi e così via.


Ma perché non se ne parla mai? Perché non dobbiamo mai dimenticare che l’eurozona è stato un progetto voluto, caldeggiato e sponsorizzato dai grandi banchieri e imprenditori europei a loro personale uso e consumo, e questi ultimi i soldi li fanno indebitando la gente e le nazioni, sfruttando le loro risorse umane e naturali, accaparrandosi i loro patrimoni pubblici attraverso svendite all’ingrosso (a proposito, si guardi l’ultima grande operazione di saldi di fine stagione del governo Monti che ha messo in vendita le sue partecipazioni in Fintecna, Sace e Simest), ed evitando con cura l’introduzione di strumenti di movimentazione indolore di capitali e meccanismi di redistribuzione dei redditi all’interno di una specifica area monetaria, che limitino in qualche modo il ricorso all’indebitamento di massa.


I grandi profitti si fanno laddove esistono grandi squilibri, elevate fluttuazioni di rendimento, condizioni di stress finanziario, bolle speculative, arbitraggio, forti espansioni e contrazioni, precariato diffuso della manodopera, massicce concentrazioni di capitali e di posizioni dominanti monopolistiche e non quando si creano le premesse di una duratura ed equilibrata stabilità, che non prevede fiammate improvvise o spericolate decelerazioni. Lasciare, come è accaduto nell’eurozona, che siano soltanto i capitali privati ad orientare gli investimenti e neutralizzare la capacità anti-ciclica di spesa a deficit dello stato, significa rassegnarsi all’instabilità eterna, alle oscillazioni catastrofiche del valore dei beni reali e finanziari, all’inesorabile alternanza fra periodi di incredibile espansione artificiale e lunghe trafile di profonda recessione reale. Questo volevano da sempre gli eurocrati e grazie alla complicità della politica, della stampa, della massa stolta, il loro progetto di ammassare alla rinfusa tutti i popoli europei per creare un clima di tensione sociale e conflitto perenne è giunto oggi ad un ottimo stato di avanzamento.


Nel mondo ideale che non esiste e non esisterà mai i cavalli dovrebbero invece fare i cavalli, sfruttando la loro velocità, gli elefanti dovrebbero puntare sulla possanza e i cammelli sulla resistenza. Se cavalli, elefanti e cammelli decidono per una strampalata idea di mettersi d’accordo per fare gruppo e procedere insieme, è chiaro che i cavalli dovranno sacrificare parte della loro velocità, gli elefanti devono sveltire il passo e i cammelli dovranno aspettare gli altri quando questi ultimi saranno stanchi. Mentre se i cavalli pretendono che elefanti e cammelli siano rapidi e scattanti come loro, è chiaro che nasceranno subito attriti e frizioni all’interno del gruppo e lo spirito di squadra andrà a farsi benedire. Con buona pace di chi pensa che si debba per forza preferire la compattezza monolitica dell’unità, rispetto all’armoniosa composizione di note e andature diverse da cui scaturisce il  vero miracolo della natura e il capolavoro sinfonico dell’universo.


Riportando questa immagine alla sfera macroeconomica, è evidente che l’unico modo per evitare tragici scontri fra popoli e culture diverse sia quello di lasciare che ogni paese si sviluppi seguendo i propri ritmi produttivi, sfruttando le risorse e potenzialità del proprio territorio, valorizzando le caratteristiche e competenze acquisite dei propri abitanti e applicando scelte discrezionali di politica economica che meglio si adattino all’andamento congiunturale dei propri indici di prestazione (in particolare inflazione, disoccupazione, saldo delle partite correnti con l’estero).


Inutile ripetere che l’unico modo per raggiungere meglio e gradualmente questi obiettivi sia quello di tenersi ben strette sia la propria moneta sovrana che la proprietà pubblica della banca centrale, in quanto la libera fluttuazione di cambio della moneta sui mercati permette di compensare automaticamente, tramite gli spontanei processi di apprezzamento e deprezzamento, eventuali squilibri della bilancia dei pagamenti con l’estero senza procedere a difficoltosi aggiustamenti di salari e prezzi domestici (svalutazione interna), mentre il controllo statale della banca centrale di emissione e della politica monetaria consente al governo di agire con un ampio spettro di possibilità nella stesura di piani pluriennali di investimento in infrastrutture e formazione, programmi di piena occupazione, efficaci ed eque politiche  di spesa e tassazione, progetti di sviluppo sostenibile, speranze di migliore redistribuzione dei redditi.


Stiamo parlando ovviamente di un mondo ideale guidato da una classe dirigente illuminata e non del mondo reale di oggi in cui affaristi, faccendieri e cialtroni di tutte le nazionalità (italiani, greci, tedeschi, spagnoli etc) si divertono a vendere ai poveri sventurati e allocchi che ancora li stanno a sentire illusioni di eldorado magnifici che vanno contro i loro stessi interessi di lavoratori e cittadini e nascondono spesso goffamente evidenti tendenze autoritarie e antidemocratiche. Il re è nudo, ma i sudditi preferiscono ammirare le stelle o volgere lo sguardo altrove per paura delle ritorsioni.


Questi sono gli Stati Uniti d’Europa: accomodatevi gente, e mettetevi in fila ordinata per la tosatura e per la marchiatura, perché il gregge deve rimanere unito, compatto e ben riconoscibile agli occhi del pastore. Se qualcuno scalpita e alza la testa per farsi sentire, abbiamo bastoni e carote all’occorrenza e i fedeli cani sentinella della propaganda di regime che faranno la voce grossa a comando per zittirli. Se pensate che questo mostro giuridico in cui siamo stati imprigionati sia stato costruito allo scopo di farci vivere sereni e tranquilli, in pace ed armonia, vi sbagliate di grosso, perché l’obiettivo è esattamente il contrario: i tedeschi devono odiare gli italiani, i portoghesi devono sentirsi in competizione con gli spagnoli, i greci devono fare concorrenza agli irlandesi. Solo così riusciranno a spremerci per bene fino all’ultima goccia.


Agli ultimi fessi che credono ancora nel sogno di fratellanza universale (bellissimo, per carità, ma impossibile da raggiungere con la dittatura economica e politica a cui siamo stati sottomessi), consiglio di leggere con attenzione i commenti dei lettori tedeschi alla lettera aperta inviata dal direttore del Sole24ore Roberto Napoletano ad Angela Merkel, per spiegargli le meraviglie degli Stati Uniti d’Europa verso cui l’inflessibile cancelliera più volte si è mostrata riluttante, per paura di essere linciata dal proprio elettorato. Ecco un breve saggio dei commenti, che sono stati recuperati prima di essere cancellati e censurati dal sito del Sole24ore, perché contrari allo spirito unitario di propaganda con cui si muove la stampa italiana oggi:


“A guardare l'insolenza con cui si assegna alla Germania una responsabilità rispetto alla cattiva gestione economica e alle montagne di debiti di altri Paesi, dovrebbe diventare chiaro anche all'ultimo euroromantico, che la fuoriuscita della Germania da questa euroillusione non ha alternative”.


“Caro italiano! Minacce ed estorsioni non possono fornire alcun fondamento all'Europa. Non avete più alcun orgoglio, voi meridionali? Mentire, mendicare, minacciare… nient'altro sapete fare. Che ne direste invece di pagare le tasse e lavorare?”


“Gli italiani hanno accumulato un patrimonio privato del 175 % del Pil, i tedeschi "solo" del 125%. Bisognerebbe guardare a casa propria prima di rivolgersi al vicino per aiuto. Incomincio ad averne abbastanza dell'Europa.”


“A quanto pare l'Euro da fondamento di pace si sta trasformando in strumento guerrafondaio! Quei Paesi che hanno affastellato debiti su debiti stanno ora sfacciatamente chiedendo che la Germania gentilmente si comporti in maniera "solidale". Quanta solidarietà vorrebbero? Che SFACCIATAGGINE!”


“Bisogna fare saltare in aria l'euro, con tutto quel che si scatena. Sono per un'Europa di Stati sovrani, ognuno con le sue ricchezze e i suoi debiti”


Alla faccia della fratellanza. E soprattutto alla faccia dell’opinione pubblica europea, che non c’è, non c’è mai stata e non ci sarà mai. Malgrado siamo stati tragicamente impelagati nella stessa sorte, dobbiamo renderci conto che le classi dirigenti di ogni paese continueranno a seguire le indicazioni dei propri organi di informazione e propaganda, secondo quelle che sono le convenienze nazionali del momento. Se i miserabili politicanti e scribacchini greci, spagnoli, italiani puntano tutto sugli Stati Uniti d’Europa perché incapaci di governare e smaniosi di tenersi in tasca e in cassaforte la loro bella moneta forte, i tedeschi vanno in tutt’altra direzione, perché sono consapevoli di potere continuare a camminare sulle loro gambe e contrari a cedere parte dei benefici acquisiti con la cancellazione dei meccanismi di aggiustamento di cambio della moneta. 


Le uniche vere speranze per assistere alla fine dell’incubo dell’euro sono riposte quindi sulla Germania, mentre poco o nulla può arrivare dalla Grecia, la cui capacità di influenza a livello comunitario è zero e fra l’altro ha già optato come facilmente prevedibile per un nuovo governo pro-euro. I miserabili una volta che hanno conosciuto un barlume di ricchezza vivono nel panico di poterla perdere e preferiscono andare incontro ad umiliazioni e sofferenze atroci piuttosto che ritornare alla miseria certa del passato, che paradossalmente è l’unico viatico obbligato per sperare in un pronto riscatto. Mentre i ricchi, abituati da anni ad un tenore di vita agiato e dignitoso, non ci pensano neppure a rinunciare ad alcuno dei propri privilegi e sono disposti a cambiare le carte in tavola in qualsiasi momento pur di mantenere intatta la propria ricchezza.


Il futuro dell’euro si gioca dunque in Germania, mentre in Italia così come in Spagna o in Grecia possiamo tranquillamente trastullarci con le panzane illusorie da quattro soldi degli Stati Uniti d’Europa, che ci cantiamo e suoniamo da soli. Tutti sanno che è così, direttori di giornale, ministri, segretari di partito, sindacalisti, persino Prodi sa che la sua stessa faccia e credibilità dipende dai tedeschi e in ogni occasione disponibile si affanna per spiegare che l’euro ha apportato e apporterà vantaggi solo alla Germania, mentre non ha mai speso una parola sui costi (molti) e benefici (pochi) che ha arrecato agli italiani: “Bisogna spiegare alla Germania che anche un euro a due velocità non converrebbe all'export di Berlino. L'euro tedesco avrebbe un tasso di cambio rispetto all'euro italiano non a 1,20, ma a 2,20: si innescherebbe una competizione feroce nelle esportazioni fuori Europa e la Germania perderebbe immediatamente competitività nelle esportazioni verso di noi. I tedeschi devono persuadersi che l'Europa è un vantaggio anche per loro.  


Memorabile anche il video di ecodellarete riportato sotto in cui il professore di economia, laureato in giurisprudenza, illustrava davanti ad una platea allibita di giornalisti in che modo i tedeschi sono riusciti ad accumulare surplus commerciali e ricchezza con la moneta unica sulle spalle dei paesi più deboli della periferia, Italia compresa, che prima potevano contare sulla svalutazione della moneta nazionale per essere più competitivi mentre adesso sono praticamente spacciati.  

  

                                


Come lo spiega Prodi di avere fregato tutto il popolo italiano con la frettolosa operazione di ingresso nell’euro ad esclusivo vantaggio dei tedeschi non lo spiega nessuno, perché nessuno in verità può illustrare la scena di un crimine meglio del criminale stesso. E che Prodi sia un criminale, al pari se non più del suo compagno di merende milionarie confezionate dalla Goldman Sachs Monti, non sarò certo io il primo o l’ultimo a dirlo, ma è già la storia a confermarlo. Per la cronaca, il professore Prodi tiene attualmente regolari lezioni di economia ai quadri dirigenti del partito comunista cinese, a conferma ulteriore che la sua indole è quella del mercenario, senza patria e senza valori, a parte il prezzo a cui di volta in volta decide di vendersi al migliore offerente. Se veramente il suo obiettivo politico era quello di far entrare l’Italia in un consesso più importante per renderla in grado di competere economicamente con la Cina, non si spiegherebbe il motivo per cui adesso si sia messo ad insegnare al nostro ipotetico nemico i segreti per annientarci.


Non sarà forse che il suo vero obiettivo non era né l’uno né l’altro? Forse Prodi è un uomo interessato soltanto ai soldi e tutto il resto per lui sono dettagli? Forse solo la inqualificabile sinistra italiana può credere alle illusioni vendute da quest’uomo indegno perché essendo incapace di comprendere come realmente funzionano le cose nel mondo è patologicamente dipendente dalle illusioni? Forse Prodi e la cricca di briganti alloggiata a Botteghe Oscure conoscono a menadito le debolezze del proprio elettorato e sanno perfettamente su quali tasti insistere per abbattere le loro difese? Diceva lo scrittore americano Mark Twain: “Non separatevi dalle vostre illusioni; quando esse sono scomparse, potete continuare a esistere, ma avete cessato di vivere”.    




Chissà quante volte questa frase sarà rimbalzata nei salotti buoni radical chic della sinistra, chissà quante volta sarà passata di bocca in bocca fra i militanti del PD durante i cortei, i congressi, le manifestazioni. Chissà quante volte il compagno sognatore, amante delle musiche degli Intillimani e delle danze attorno ai falò bagnate dal vino, si sarà addormentato ripassando a memoria queste dolci parole. Le illusioni sono importanti certo, ma ci sono illusioni e illusioni e pure coloro che fin dalla nascita sono stati immersi in un impalpabile stato onirico di dormiveglia, devono ricordarsi che il sonno della ragione crea mostri. Gli Stati Uniti d’Europa è uno di questi mostri.                 



81 commenti:

  1. Gézitain de Gascogne18 giugno 2012 alle ore 20:20

    Ti cito:

    "Oggi l’Europa sta andando in una direzione diametralmente opposta a quella dell’Italia del Rinascimento, che se non fosse stata funestata dalle continue invasioni dei popoli stranieri avrebbe sicuramente raggiunto in breve tempo una sua graduale e armoniosa unità"

    Questa mi sembra proprio grossa; gli staterelli italiani erano continuamente in lotta fra loro e all' interno c' erano le rivalità familiari in cui ovviamente ce ne si fregava ampiamente dell' appartenenza al proprio "paese". Di fronte agli invasori gli stati italiani si sono esibiti in una serie di tradimenti, cambi di alleanze e congiure di tutti i generi che sono diventati il marchio di fabbrica dell' italianità per i secoli successivi (ad esempio i personaggi italiani di Shakespeare).
    Ora il problema non è molto diverso e le forze politiche e sociali si comportano alla stessa maniera, chi alleandosi col nemico, chi sperando di cavarsela alla bell' e meglio, mentre quelli che hanno capito e sarebbero pronti a opporsi litigano fra loro e si lanciano accuse di tutti i tipi. C' è un sito che si chiama Sollevazione in cui si parla di rivoluzione, cosa che di solito bisogna fare essendo in tanti, salvo il piccolo particolare che attaccano Grillo, Vendola, Di Pietro, il PD, la destra, la "melliflua" (sic) classe media e i sindacati. Con chi la si farebbe allora questa fantomatica rivoluzione? E per di più la gente se si facesse un referendum sull' euro voterebbe sicuramente come i greci. Insomma se l' 1% (uno per cento) detiene il 90% della ricchezza sarebbe il caso che il 99% si rendesse conto che la colpa è principalmente sua. Vedo vari blog in cui si spiega molto bene la situazione e le sue cause politiche ed economiche ma non ne ho ancora trovato uno che avanzi una proposta politica concreta che cerchi di riunire le varie forze disponibili per una lotta comune, al di là delle differenze, puntando sui punti condivisi (che pure sarebbero molti e importanti). Bisognerà sperare che sia una tragedia a risvegliare le coscienze, ma temo che a quel punto sarà tardi.

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    1. Ti do una mia opinione della faccenda, ma ripeto è una mia opinione e rispetto la tua che è altrettanto valida...per me quegli intrighi di palazzo o rivalità familiari non fanno parte della Storia, ma sono puro gossip, le telenovele del tempo, e non a caso entravano di diritto nelle fictions di Shakespeare...per me la storia non la fanno i Borgia, i Medici, i Colonna o gli Sforza, le cui pubbliche virtù e i vizi privati mi interessano fino ad un certo punto, ma la fanno i popoli, la gente che produce, si sposta, commercia, crea, inventa, scrive, elabora programmi e progetti...se due città cominciano ad intensificare gli scambi culturali e commerciali, poi vedi che prima o dopo i signorotti locali si accordano per unire le loro famiglie, e non viceversa...la spinta, nella Storia che conta, viene sempre dal basso e poi la sfera alta si adegua...e quando dal basso si stancano delle telenovele, cacciano via a pedate protagonisti, comparse e mezzi busti...se hai letto il Principe di Macchiavelli, ti accorgerai che il diplomatico toscano già agiva e pensava in termini unitari, preconizzando l'arrivo di un principe, che per lui era Cesare Borgia (ma questo è un dettaglio...), che potesse attivarsi in questo senso...la Storia quindi l'aveva fatta e scritta già Macchiavelli e il Borgia sarebbe stato solo l'interprete di turno di sentimenti che era già diffusi nella popolazione...ma ripeto, i ritardi di unificazione dell'Italia sono dovuti agli interventi degli stranieri che intensificavano queste rivalità interne vanificando i tentativi in germe di allargare i confini dei vari statarelli...
      Per quanto riguarda le proposte proposte politiche concrete, la mia è ben chiara e la troverai disseminata in tutti i post del blog, perchè appunto deriva dalla mia concezione spiegata sopra che la storia si fa dal basso e oggi che invece tutto viene deciso e imposto dall'alto, stiamo vivendo una chiara fase di anomalia autoritaria, a cui prima o dopo i popoli dovranno rispondere...credo che prima di parlare di rivoluzioni, bisognerebbe discutere di coscienza e consapevolezza comune, perchè non puoi scendere in piazza se non sai ancora cosa vuoi e cosa esattamente combatti...il mio umile, limitato lavoro di scrittura e divulgazione serve a creare questa coscienza e consapevolezza comune, poi che da questa nasca con il tempo l'esigenza di una rivoluzione di massa ben venga, mi metto gli anfibi e scendo in piazza pure io...ma per adesso siamo ancora lontani dal raggiungimento del primo obiettivo: la coscienza e la consapevolezza comune dei problemi da affrontare e delle soluzioni da attuare...la Grecia è un esempio, e come dici bene tu se oggi si votasse in Italia pro o contro l'euro, non ci sarebbe storia, l'euro vincerebbe con l'80% e oltre di preferenze, perchè la gente non ha ancora capito un'emerita mazza di tutta la faccenda...e questo è colpa anche nostra, di noi che ci proponiamo l'obiettivo di capire e spiegare agli altri ciò che abbiamo capito...

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    2. Gézitain de Gascogne19 giugno 2012 alle ore 14:38

      Solo gossip? Storia fatta dal popolo? Sul rinascimento la vediamo in maniera molto diversa.
      La vediamo allo stesso modo invece sulla necessità di una rivoluzione culturale e della presa di coscienza della classe subalterna (o del popolo, come preferisci, purtroppo non c' è differenza).
      Non ho dubbi che hai una proposta chiara, cercavo di dire però che il problema non è né nella comprensione (molti hanno capito benissimo da tempo) né nella capacità di organizzare delle proposte valide ma piuttosto nella capacità di convincere la gente, di aggregare, di dare quelle speranze e quel senso di appartenenza che sono gli unici elementi in grado di dare un orizzonte di senso al sacrificio di una lotta in comune.
      Il dibattito verte solo ed esclusivamente sulle analisi e le soluzioni mentre è tempo di capire il vero cuore del problema: come si fa a risvegliare la coscienza dei propri diritti e del pericolo che corrono nelle persone?

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    3. Piero, questo e' proprio uno di quegli interventi che rimettono a posto tutti i frammenti vaganti nella mia testa. grazie. l'ho messo da parte.

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    4. Bene, sono contento che abbiamo messo un altro tassello al nostro mosaico e abbiamo trovato un accordo comune sulla necessità di rendere maggiormente consapevoli i nostri concittadini...sui modi per risvegliare queste coscienze assopite ne esistono tanti: uno è scrivere e intervenire sui blog come stiamo facendo noi in questo momento, un altro è partecipare a convegni, dibattiti e simposi mettendoci la faccia, un altro ancora (come fatto oggi da un amico di questo blog) mandare e-mail a tutte le associazioni di categoria, gruppi territoriali, partiti politici, sindacati, associazioni no profit per sollecitarsi a mobilitarsi e pronunciarsi in questo dibattito...insomma bisogna mobilitarsi a 360° gradi, ognuno con i propri limiti e le proprie competenze, per far sì che il tema dell'euro, della sovranità monetaria, della crisi senza via d'uscita dell'eurozona sia sempre in cima alla lista degli argomenti da trattare...la gente deve capire che l'uscita dall'euro non è un'opzione fra le tante ma una necessità, perchè l'errore più grande fatta dall'Italia è stato quello di entrarci in questa maledetta eurozona...poi dopo l'uscita dall'euro si può cominciare a discutere su tutti gli altri cambiamenti che si renderanno subito necessari per non incorrere più negli errori causati da questa economia drogata dalla finanza, a cominciare dalla riforma del settore bancario e della riforma monetaria...capisco che si tratta di un processo lento, macchinoso, ma i veri cambiamenti nascono così, ci vogliono anni affinchè un'idea passi dallo stato di disapprovazione e indifferenza generale, a quello di interesse, fino a quello di verità evidente e insindacabile...magari in certi casi la storia può essere più veloce di noi, mettendoci davanti a crisi impreviste ed eventi caotici, ma se ci presentiamo preparati all'appuntamento con la storia, potremmo riuscirla ad incanalarla verso un progresso reale delle attuali forme di convivenza civile...c'è un fondo di utopia in tutto questo, ma senza questa costante tensione positiva verso il futuro e la speranza di miglioramento generalizzato, non si va da nessun parte e tutto diventa una questione di puro calcolo e tornaconto personale...io credo nelle illusioni, ma credo anche nella ragione, e nell'equilibrio fra queste due aspirazioni dello spirito si crea secondo me la perfezione di condotta e di giudizio...oggi, mi sento un pò filosofico, domani chissà...

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  2. Ottimo articolo.
    Io non credo oramai da tempo alla possibilità di salvarci la pelle all'interno di un regime liberaldemocratico, stante la sua tendenza a impelagarsi nell'alternativa fra plutocrazia e demagogia.
    Non mi vergogno ad ammettere di considerare le tesi di Pareto al riguardo assolutamente definitive, per quanto politicamente scorrettissime.
    Al contempo, però, non credo che un regime politico, persino il più corrotto, vassallo, inefficiente del mondo possa distruggere una Nazione, se il suo popolo mantene fede ad alcuni basilari valori morali:
    1) Coraggio
    2) Onore
    3) Amor di Patria
    4) Senso del dovere
    5) Responsabilità individuale
    Roma è caduta quando alla Pietas si è sostituita l'egolatria.
    Noi come siamo messi?

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    1. Siamo messi male, molto male perchè all'egolatria che pur nei suoi eccessi poteva portare qualcosa di buono all'intera collettività, si è sostituito l'egoismo puro e la difesa bieca ad oltranza dei propri interessi, cosa che per noi potrebbe essere un bene perchè accelererà la fine di queste èlite inqualificabili...sull'elenco di valori che bisogna riprendere e fare propri mi trovi pienamente d'accordo, ma prima come ho detto bisogna creare le permesse affinchè si formi una coscienza e consapevolezza comune su quali sono gli obiettivi e i mezzi da utilizzare per raggiungerli...per me la democrazia partecipativa e diretta è uno di questi obiettivi, ma capisco che ancora siamo ben lontani da avere una semplice democrazia rappresentativa...

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  3. io sinceramente quando vi leggo..

    il problema caro signor Piero è il debito pubblico. la invito a leggere questo articolo in cui potrà leggere con i suoi occhi che il debito pubblico degli Stati uniti in rapporto al Pil è dell'1.4% contro il 120% dell'Italia.

    legga legga

    http://www.ilmondo.it/economia/2012-06-08/usa-crescita-debito-pubblico-mai-cos-lenta-dal-1950_28539.shtml

    non le leggo i dati riguardanti il debito pubblico del giappone altrimenti si spaventa.

    mi pare che in rapporto al pil siamo intorno a 0.4 o 0.5% annuo.

    praticamente a livelli inesistenti.

    con questo articolo viene smontato definitivamente il vostro dogma secondo cui usa e giappone sono i Paesi più indebitati del mondo.

    vediamo ora come rispondi caro Piero.

    la matematica non è un'opinione

    per sicurezza ti rilinko la pagina

    http://www.ilmondo.it/economia/2012-06-08/usa-crescita-debito-pubblico-mai-cos-lenta-dal-1950_28539.shtml

    "un lettore fiero di essere del PD"

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    1. Contento tu, siamo contenti tutti...ognuno ha le sue croci nella vita e la tua è quella di votare PD...ma il problema vero è che tu non sei un vero elettore del PD, che capendo poco o nulla di matematica, numeri ed economia si guardano bene di esporsi così tanto, ma sei un troll che si diverte a sparare cavolate nei blog per passare il tempo e confondere un pò le acque...ancora una volta, contento tu, siamo contenti tutti, basta però che lo scherzo non duri troppo perchè se no ti stacco la spina e ti cancello...per la cronaca, quell'1,4% degli Stati Uniti non è il rapporto debito pubblico/PIL (che si aggira intorno al 105%), ma il tasso di indebitamento annuo, quindi l'incremento del debito rispetto all'anno precedente...è la variazione percentuale di una grandezza aggregata che è appunto il debito pubblico ed è elevatissimo sia negli Stati Uniti, che ancora di più in Giappone (rapporto debito pubblico/PIL 220%)...ora ti chiedo la cortesia di cambiare blog o di intervenire in questo blog in modo costruttivo, perchè sono certo che tu non sei una persona stupida, anzi...per utilizzare così sottilmente l'ironia, chissà di quanto acume sarai dotato... rendici dunque partecipi di questo tripudio di intelligenza!!!

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    2. I piddini non mollano mai eh? Credete ancora di prendere per il culo la gente? Per voi è finita! FINITA! FI-NI-TA!

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    3. I piddini non mollano mai eh? Credete ancora di prendere per il culo la gente? Per voi è finita! FINITA! FI-NI-TA!

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  4. Gézitain de Gascogne19 giugno 2012 alle ore 23:10

    Ma perché insistete tanto sull' uscita dall' euro? Si può essere tranquillamente d' accordo in linea di principio ma rimane il fatto che economisti al di sopra di ogni sospetto come Bellofiore, Marani e Brancaccio sostengono che se è vero che ci sono interventi urgenti da mettere in opera per cambiare l' economia dell' EZ, dicono anche che l' euro dovrebbe essere salvato e aggiungono che non si sentono minimamente in grado di prevedere cosa succederà dopo il crollo della moneta unica.
    Allora, anche ammettendo che abbiate ragione, se gli economisti di primo piano non sono d' accordo fra di loro è ovvio che la gente comune si ritroverà divisa più che mai su questa istanza e quindi come si può pensare di mettere questo punto al centro di una proposta politica che miri a un cambiamento epocale (e che quindi deve aggregare e non dividere)?
    Forse riesco ad andare a un certo convegno di MPL a Roma, non ne sono sicuro, ma so già che anche lì la discussione si baserà principalmente su sottilissime discussioni sulla natura intrinseca della moneta vista sotto una nuova prospettiva marxiana o sulla reificazione come elemento di disgregazione della coscienza di classe del proletariato. Roba che chiunque ascoltando sente immediatamente il sangue che gli ribolle nelle vene e scende subito per le strade cantando la Marsigliese.
    Poi vi racconterò sommariamente.

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    1. L'uscita dall'euro è indispensabile per non esistono e non sono mai esistite in realtà le condizioni per creare una unione monetaria fra i paesi dell'eurozona, che potesse difenderla da eventuali shock asimmetrici o crisi finanziarie temporanea o permanenti...non c'è circolazione dei fattori produttivi (capitale e lavoro), ovvero quando un paese cresce e uno decresce, i lavoratori del paese in deficit non si spostano spontaneamente nel paese in surplus (per problemi linguistici, culturali) e i capitali non transitano automaticamente dal paese in surplus a quello in deficit (ovvero non ci sono trasferimenti pubblici di capitale, ma solo trasferimenti privati che sono altamente pro-ciclici, abbondano in periodi di espansione e difettano in periodo di recessione, quando invece sarebbero più necessari)...se prendiamo il caso dell'Italia, ci accorgiamo invece che l'unione monetaria fra nord e sud è possibile perchè esistono entrambe queste condizioni...quindi il motivo per cui l'euro non può funzionare è strettamente tecnico ed intrinseco all'unione stessa, a meno che non si crei un'unione di trasferimento (la Germania è contraria...) o tutti noi non cominciamo ad imparare a scuola almeno tre lingue (tedesco, francese, spagnolo), se non 17 (se includiamo pure il cipriota)...nessuno vorrebbe uscire dall'euro così per provare un'esperienza nuova, ma solo perchè l'euro è una moneta sbagliata, punto, e perseverare in questo errore tecnico costringerà ancora a sacrifici e sofferenze inutili intere generazioni...

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  5. Gézitain de Gascogne19 giugno 2012 alle ore 23:41

    No, scusate se vi tartasso, dopo questo vi lascio in pace fino alla fine del mese. Stavo dicendo del ritorno alla lira che non mi convince per niente (per quanto sia d' accordissimo che l' euro sia sostanzialmente uno strumento di lotta di classe).

    Dal blog di Bagnai leggo in risposta a un lettore che gli fa presente che con la lira i tedeschi vengono da noi e si mettono a fare shopping:

    "Perdonami, è lievemente impreciso. Il passaggio alla lira dovrebbe avvenire contestualmente a un controllo dei movimenti di capitali (quindi niente shopping) e le imprese italiane, ricominciando a guadagnare, non avrebbero bisogno delle elemosine alamanne. Questo è. Certo, il processo va gestito. Le attuali regole europee ce lo impediscono."

    Allora, il processo va gestito perché sennò con la loro moneta rivalutata ce se comprano pure il gatto di casa che intanto si era svalutato del 20% però, udite udite, le attuali regole ci impediscono questa gestione (e quindi addio gatto).
    Ma ci rendiamo conto? Secondo te il cittadino medio (ma francamente anch' io) di fronte a un ragionamento del genere cosa pensa? A me mi frega assai dei bei ragionamenti, io cerco nel web qualcuno che abbia una proposta politica seria e realizzabile e così milioni di altri cittadini; ripeto sono d' accordo che l' euro è uno strumento di lotta di classe ma questo l' avevo intuito da solo, io e una marea di gente in tutto il mondo. Il punto è che occorre una proposta politica non campata in aria o irrealizzabile perché "le attuali regole europee ce lo impediscono" ma concreta, raggiungibile nel medio periodo, comprensibile anche a chi non ha un' istruzione elevatissima. Proposte politiche, non analisi. Ha più forza un' utopia di una analisi corretta; non sostengo il populismo berlusconiano ad mentulam canis ma voglio dire che la lotta politica si fa con gli ideali, non con le raffinate ermeneutiche.

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    1. Una volta usciti dall'euro, verrebbero automaticamente invalidati tutti i precedenti accordi europei, e l'Italia potrebbe pure appellarsi all'ONU e ai diritti fondamentali per rivendicare la sua sovranità e il principio di autodeterminazione dei popoli...quindi a me tutti questi cavalli burocratici e regole comunitarie non spaventano per nulla (cosa??? siccome sui trattati non c'è una clausola di uscita, allora non si può uscire...questa sì che è bella!!!), perchè se una nazione sovrana decide per un certo periodo di controllare i movimenti di capitali lo può fare tranquillamente senza dover rendere conto e ragione a nessuno (lo stanno facendo in questo momento sia Argentina che Islanda...)...gli accordi internazionali bilaterali e multilaterali non son eterni ma sono fatti per essere modificati, aggiornati, stralciati e quindi non devono rappresentare un vincolo invalicabile...in tema di proposte politiche concrete che sia possibile trasmettere alla popolazione media o alla casalinga di Voghera, si potrebbe tentare questa: "Signora, lei vuole in un paese indebitato per sempre e costringere i suoi figli alla fame, alla povertà, all'emigrazione forzata, oppure vuole cominciare a vivere in un paese in cui i debiti dello stato non sono più un suo problema e i suoi figli possono lavorare, prosperare e metter su famiglia? Scelga, signora, la domanda è difficile, comprendo che la scelta fra queste due opzioni non è facile, ma ci serve una risposta adesso, perchè più avanti si va e più le condizioni generali peggiorano per tutti...e poi concluderei con lo slogan...Italia libera, Italia sovrana, padrona dei suoi soldi e del suo futuro!!!"....cosa te ne pare???

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    2. Gézitain de Gascogne20 giugno 2012 alle ore 17:54

      Pietro, forse non ci siamo capiti, Bagnai lo seguo pure io e sull' analisi sono d' accordo. Il punto è che voi state dicendo che esiste una classe dirigente che sta scientemente cercando di distruggere lo stato sociale e favorire in tutti modi la Germania. Allora siamo sicuri che una volta usciti dall' euro questa stessa classe dirigente, che attualmente STA AL POTERE, improvvisamente si appellerà all' ONU per difendere la sovranità di quell' Italia che adesso cercano di de-sovranizzare e svendere in tutti i modi (e siete voi a dirlo che la stanno svendendo)?
      Quindi il mio punto di vista è che occorre un disegno politico preciso che vada al di là della semplice richiesta di uscire dall' euro ma che indichi con precisione quello che potrà succedere, come ci si potrà difendere e soprattutto quale potrà essere in concreto un nuovo sistema economico non più basato sulla supremazia di una finanza sovranazionale il cui unico fine è l' asservimento delle classi subalterne. Perché siamo in democrazia e se la gente non capisce bene a cosa va incontro va a finire come in Grecia dove alla fine la maggioranza ha votato proprio a favore di quell' euro che li sta portando alla rovina.
      Ti rifaccio presente che i dubbi su cosa potrà succedere con l' uscita dal, o il crollo dell' euro li hanno espressi persone al di sopra di ogni sospetto come Bellofiore e Marani nella presentazione dei nuovi lavori di Bellofiore a Napoli e se hanno dei dubbi loro è ovvio che il cittadino non esperto di economia ne avrà ancora di più.
      Perché non proviamo a fare uno di quei film fatti in casa tipo Zeitgeist (ma più serio magari) in cui dimostriamo chiaramente che l' euro è parte di un disegno teso a distruggere il welfare, che la Germania con l' euro ha rimesso in sesto la Germania Est a nostre spese, che i politici di tutto il vecchio arco costituzionale si presentano in tv con dati falsi a scopo terroristico, in cui alla fine illustriamo le proposte pratiche di medio periodo e l' obiettivo finale che deve essere quello di una nuova economia non più basata sul liberismo sfrenato, sulla finanza non regolamentata e sul principio dello sfruttamento del lavoro?
      Tra questo blog, quello di Bagnai, Eco della Rete, Sollevazione e magari Grillo (che io non vedo così male, nonostante le dietrologie su Casaleggio) siamo tantissimi e volenterosi; facciamoci consigliare da chi è un economista di professione, rovistiamo il web, se necessario cacciamo qualche soldino dalle tasche e vedrai che esce fuori qualcosa di importante.

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    3. Gézitain de Gascogne20 giugno 2012 alle ore 17:56

      E che i politici vanno cianciando di debito pubblico nascondendo che il problema è casomai di debito privato.

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    4. Ti potrebbe piacere, se non lo hai gia' letto, EUROPEI SENZA EUROPA di PIERO PAGLIANI, proprio per collocare il problema euro si euro no in una prospettiva di superamento del capitalismo tenendo conto anche dei rapporti geopoltici in subbuglio.

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    5. Gézitain de Gascogne20 giugno 2012 alle ore 19:58

      Grazie Contessa, lo leggerò. Il punto però è che non serve convincere me o te ma trovare il modo di farlo capire alla gente (che in Grecia, per esempio, ha votato a favore dell' euro nonostante la tragedia che stanno vivendo) e sotto questo punto di vista mi sembra che si stia facendo poco (non mi riferisco a questo blog naturalmente). C' è il M5S che va fortissimo ma che non è chiarissimo sulle questioni programmatiche, se non in termini un po' troppo generali; forse sarebbe necessario che gli intellettuali ed economisti in grado di sostenere un confronto dialettico sulla base di dati reali si dessero la pena di dar voce al movimento; non vuol dire che uno debba diventare per forza un grillino, basta rendersi conto che esistono dei punti programmatici che si possono portare avanti insieme. Mi sembra tra l' altro che sia proprio quello a cui ha accennato Gennaro Zezza nella presentazione di Napoli. Certo che se uno sta tutto il tempo a parlar male di Grillo, di Vendola, di Ferrero, di Di Pietro, del Fatto Quotidiano, dei sindacati, della classe media, del PD e del PDL alla fine non si può meravigliare se restano in pochi a starlo a sentire.

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    6. Ottimo spunto e ottime riflessioni...io come forse ben sai e avrai letto, sono pronto a confrontarmi con tutti e lo sto già facendo apertamente...su m5s ho scritto già parecchi articoli per cercare di trovare un punto di convergenza programmatico, come questo:

      http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2012/05/perche-il-movimento-5-stelle-di-beppe.html

      Ma non penso che per il momento i grillini siano interessati a questi argomento, perchè creano troppe divergenze e discussioni interne fra i pro-euro e contro-euro, mentre loro per il momento sono più interessati a ricercare l'unanimità su certi temi di facile impatto: la casta, le energie rinnovabili, gli inceneritori, la TAV...quando i grillini capiranno che senza una buona politica economica non si potranno realizzare i progetti che hanno programma, allora possiamo riprendere il dialogo e io stesso mi metto a disposizione del m5s per rinnovare la cultura politica ed economica di questo paese...i punti per me importanti di un'ideale programma per me dovrebbero essere questi:

      1) Uscita dall'euro
      2) Ritorno ad una piena sovranità politica, economica e monetaria
      3) Banca centrale (Banca d'Italia) pubblica, senza se e senza ma
      4) Nazionalizzazione delle principali banche private, almeno pro-tempore, fino a quando non si stabilizza la situazione valutaria
      5) Obiettivo principale della politica economica la piena occupazione, poi l'inflazione e infine l'equilibrio della bilancia dei pagamenti con l'estero: la crescita economica non mi interessa, perchè in un contesto in cui il debito pubblico non è più un problema (perchè in effetti non lo è e non lo è mai stato), non serve necessariamente la crescita per ripagare un debito che non esiste
      6)Sviluppo sostenibile e della green economy, per raggiungere una condizione di autosufficienza alimentare ed energetica (con Grillo qui siamo in piena sintonia)
      7) Regolamentazione degli strumenti finanziari, o meglio modifica della regolamentazione attuale in modo da eliminare gran parte delle distorsioni creata dall'abuso degli strumenti finanziari speculativi (se i capitali fuggono, mi interessa poco e niente, perchè se i capitali vengono in Italia per speculare, è meglio che cambino aria e vadano a rovinare qualche altro paese)
      8) Riforma del settore creditizio, in modo che le banche svolgano effettiva attività di intermediazione e non siano invece veicolo indispensabile e centrale della politica degli investimenti
      9) Revisione del nostro ruolo all'interno della NATO: non esistendo più alcun fronte occidentale ed orientale, l'Italia è meglio che riprenda il ruolo che le è sempre spettato di crocevia dei paesi del Mediterraneo e collegamento fra il nord e il sud del mondo
      10)Riforma dell'impianto istituzionale e costituzionale in modo da snellire l'attività legislativa e rendere i cittadini più partecipi ai lavori del parlamento

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    7. Insomma per adesso mi sembra che punti su cui discutere e dialogare ne abbiamo parecchi e qualunque movimento che parta dal basso (come il m5s) e intenda perseguire queste battaglia, mi troverà sempre schierato dalla sua parte...condivido il fatto che bisogna evitare l'eccessiva frammentazione, ma ripeto una volta che si crea una coscienza e consapevolezza comune su quali sono gli argomenti centrali da trattare e discutere, possiamo unire tranquillamente tutte le forze...sull'idea del documentario, mi trovi pienamente d'accordo e chiunque abbia competenze in tal senso, può contattarmi e io farò la mia parte, preparando il materiale necessario sulla parte economica e monetaria... insomma io solo non ci voglio rimanere per niente, perchè sarebbe energia sprecata, ma voglio collaborare con gente che sia chiara e trasparente almeno quanto me, perchè odio le ambiguità, il cerchiobottismo, i doppi fini...credimi la ricerca di visibilità è la cosa che mi interessa meno in questa vita, ma se non mi è stato possibile in passato dare il mio contributo di partecipazione per altra via (vedi la delega elettorale a partiti e gente sbagliata), allora ci metto la faccia e scendo in campo io in prima persona, insieme a tutte le persone che hanno voglia di collaborare, partecipare, dialogare, studiare, approfondire, costruire un futuro che sia degno di questo nome...

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  6. Gézitain de Gascogne19 giugno 2012 alle ore 23:44

    P.S.: Non faccio la tessa domanda a Bagnai perché gliene ho fatte due e non mi ha risposto. Una era la stessa che ho rivolto a te sulle conseguenze di un abbandono dell' euro e alla quale nemmeno tu hai risposto.

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  7. Gézitain de Gascogne20 giugno 2012 alle ore 00:03

    Ops, correggo. Alla quale HAI risposto. ;)

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  8. @Gézitain de Gascogne

    che ne dici di:

    "In una unione ci si aiuta a vicenda, ma nella UE chi ci ha guadagnato di più insiste per tenere gli altri sotto il tallone economico.
    Per una Italia di nuovo libera e fiera, per arrestare il declino e tornare a fiorire, per fare dell'Italia, di nuovo un grande posto in cui vivere:

    Via dall'euro!
    Via da Lisbona!
    Via da Maastricht!"

    Roberto Seven

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    1. Se fondi un partito, io ti voto di sicuro...

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    2. Mah ... per la verità sto cercando lavoro in Gran Bretagna, vedi tu. :o)

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  9. madonna quanti troll che girano...

    europa si europa no.. sta storiella credo che ce la dovremmo sorbire a lungo. come anche il mito della grande madre Germania (un tempo era la madre russia) che si fa i cavoli suoi, impone le sue regole, chiede conto a noi spendaccioni PIIGS delle nostre colpe eventuali ecc ecc.

    mi chiedo una cosa Piero ma possibilmente che in tutto l'emisfero boreale non esiste una persona in grado di far ragionare il furher Merkel?
    una che fosse una. tra Obama, qualche premier europeo, fosse anche qualche ministro del Burkina faso.
    Questa è la cosa incredibile. Leggo gli editoriali di Krugman che si sta sgolando da mesi, gli scritti del professor Bagnai, un paio di video del professor Savona, qualche bestemmia di cittadini greci e affini ma nessuno che abbia la forza di porre un limite all'arroganza tedesca?

    è incredibile

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    1. Krugman?
      Quello che contestava la spesa a deficit di Bush ed elogia i salvataggi multimiliardari del burattino Obama?
      La Germania si fa i suoi interessi: noi non ci facciamo i nostri.
      Anche perchè l'Italia ha un governo di fatto commissariato, con lo scopo di garantirne a qualunque costo la solvibilità.

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    2. si cyrano.
      Ma guarda che strano: lo stesso krugman viene citato qui

      http://goofynomics.blogspot.it/2011/12/euro-una-catastrofe-annunciata.html

      cyrano vedi: Krugman è quello che ha messo in guardia sulla frescaccia di adottare una moneta unica in un'Europa dove non esiste un'economia unica e una politica unica.
      Ci mise in guardia nel 1998.

      Leggendo quello che scrivi invece mi viene in mente il termine fallacia ad personam e cioè lo screditare una persona ad ogni costo solo perché elogia i salvataggi multimiliardari di Obama.
      Anche se nel caso dei salvataggi multimiliardari ha torto questo non vuol dire che ha sempre torto.
      Nel caso dell'euro ha ragione. Per questo l'ho citato.

      se ti leggi l'articolo che ho linkato noterai che il professor Bagnai, sicuramente non filo americano, lo ha citato insieme a diversi altri.

      Ora mi domando: ma tu e Santo siete studiosi di fallacie oppure dei professionisti a lavoro.

      credo sia una domanda lecita.

      sai tra troll e millantatori vari alla fine qualche sospetto ti viene.

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    3. Credo che quello che ho scritto adesso sia il terzo, o forse quarto intervento in questo blog, a cui sono giunto per caso seguendo dei link su un argomento che mi interessa.
      Fin dal primo, ho mostrato la mia totale avversione per le teorie neokeynesiane che vorrebbero ricondurre tutto ad un difetto di spesa pubblica, quando almeno in Italia siamo in gravissimo eccesso (52% del PIL).
      Indi, si, Krugman, Stiglitz, e la MMT sono soluzioni devianti ad un problema serio che è l'Euro, la moneta di occupazione germanica.
      E la colpa non è della Germania, ma nostra che le siamo pronati.
      Sono premi Nobel per l'Economia (a parte che il Nobel per l'economia in realtà non esiste)?
      Pazienza, per quanto mi riguarda gli unici due Nobel interessanti in questo settore sono Herbert Simon e Maurice Allais.
      Possiamo ripartire sopratutto da quest'ultimo, sistematicamente non cagato fino alla sua morte.
      Impari ad accettare un diverso punto di vista senza accusare di trolleraggio o simili.

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    4. Cyrano il punto di vista può anche essere rispettato se non sfocia nel qualunquismo puro o nella provocazione o in tante altre belle cose.
      Io ho scritto di krugman e tu hai risposto con una domanda retorica provocatoria tramite l'utilizzo di una fallacia ad personam che serve per screditare non per conversare.
      Praticamente le prime tre regole di un troll che si rispetti: provocare, dileggiare, insinuare.

      poi cosa vuol dire che non esiste il nobel per l'economia?

      http://it.wikipedia.org/wiki/Nobel_per_l%27economia

      caro cyrano io ho pochissima pazienza e non è che posso esaurirla tutti con chi millanta, insinua e spara cazzate.

      quindi d'ora in avanti ti ignorerò totalmente come faccio sovente quando ho a che fare con troll professionisti come te.

      buona giornata

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    5. Il Nobel per l'economia viene conferito dalla Banca Centrale di Svezia e non dall'accademia del Nobel.
      Tant'è che la famiglia Nobel ha più di una volta minacciato di ritirare l'autorizzazione all'uso del nome dopo scandalosi riconoscimenti verso economisti neoliberisti.
      Studi di più ed eviti di sfogarsi con sconosciuti.
      Grazie.

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    6. Dibattito acceso ma interessante...secondo me sono vere entrambe le versioni: Krugman ha capito tutto fin troppo dall'inizio la faccenda euro e però mostra spesso parecchi limiti nella comprensione del sistema monetario moderno...a tal proposito vi consiglio di leggere questo articolo in cui dimostra di non aver capito (o far finta di capire...) di come funziona il sistema creditizio bancario:

      http://www.economonitor.com/lrwray/2012/04/02/krugman-versus-minsky-who-should-you-bank-on-when-it-comes-to-banking/

      Per intenderci, Krugman mi piace molto quando parla di eurozona, un pò meno quando analizza la situazione degli Stati Uniti, perchè sembra quasi convinto che i salvataggi delle banche sono forme di politiche keynesiane, quando invece non lo sono affatto...quindi, secondo me, avete ragione entrambi e non mi sembra ci si possa accusare a vicenda di trolleraggio (i veri troll sono quelli che sparono che la Germania avrà una crescita del 45%!!!)...purtroppo con il meccanismo dei commenti incrociati si può incorrere spesso in fraintendimenti, ma penso che fra persone intelligenti e comprensive questi limiti possano essere superati agevolmente...dico bene??? In fondo il nostro scopo è quello di capire e scambiarci informazioni per capire ancora meglio, quindi non si tratta di una gara fra chi ha la verità in pugno e chi invece non capisce nulla...a tal proposito Cyrano, visto che io sono orientato di più verso una visione neokeynesiana o interessato alla MMT, potresti illustrarci a grandi linee su cosa si basa la teoria economica di Allais, perchè sinceramente su di lui ho sentito tanto parlare, ma conosco poco o nulla...

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    7. Allais era (oltre che un keynesiano moderato) un monetarista intelligente, ovvero era oltre alle allucinazioni di quel demente di Friedman (spero che sull'astio nei suoi confronti siamo tutti d'accordo...).
      Lui sapeva benissimo che l'inflazione (espansione della massa monetaria) è di per sè un male ed è all'origine del "Ciclo" inflazione-sovrapproduzione-deflazione che ci attanaglia dall'inizio della Rivoluzione Industriale ad oggi.
      Le sue idee hanno anticipato sistemi decisamente (sono il primo a dirlo) più raffinati come la "Moneta positiva" e le riflessioni sulla globalizzazione di gente rispettabilissima come Luciano Gallino.
      Quale è la differenza fondamentale però rispetto a questi?
      Che Allais non aveva paura di pronunciare la parola proibita: protezionismo, ovviamente declinato in forme più moderne.
      lui riteneva che il signoraggio (profitto derivante dalla creazione di strumenti di pagamento, non la baggianata di Auriti & Co) dovesse servire per abbassare la pressione fiscale.
      Io invece ritengo che debba essere utilizzato per finanziare gli investimenti pubblici in infrastrutture e Capitale fisico senza quindi gravare sul debito pubblico e quindi senza ricorrere al trucchetto del "Prestatore di ultima istanza".
      D'altro canto, la stessa teoria della "Moneta positiva" postula la creazione, anche nella peggiore delle ipotesi (assenza di crescita del PIL), di alcune decine di miliardi all'anno.
      Quante centrali, edifici e vie di telecomunicazione si possono costruire con quei danari, se li si scorporano dalla spesa corrente?
      Prima però è necessario rendersi conto che la spesa pubblica è eccessiva e fuori controllo.
      Non voglio entrare in polemica con lei, il cui blog mi sta dando tanti spunti di riflessione e che mi ha fatto ricredere sulla nefasta ide aper cui con internet chiunque (compresi Grillo o gentaglia simile), solo vorrei proporne uno anche io.

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    8. @cyrano
      ti rispondo solo perché non mi piace passare per una emerita ignorante e pure analfabeta

      tu hai scritto:

      "il Nobel per l'economia in realtà non esiste"

      poi scrivi

      "Il Nobel per l'economia viene conferito dalla Banca Centrale di Svezia"

      quindi il nobel esiste ma viene conferito dalla banca centrale di Svezia.

      io ho forse negato che il nobel viene conferito dalla banca centrale di Svezia?

      ho scritto forse che viene conferito dall'accademia dei nobel?

      io ho riportato un link in cui si afferma che il nobel dell'economia, se pur discusso, esiste.

      quindi tu hai scritto una cosa non vera e attribuisci a me una cosa che non ho mai detto e cioè che il nobel venga conferito dall'accademia dei nobel.

      poi non contento mi dai anche dell'ignorante.

      Però io ho solo detto che il nobel esiste.

      qui ci vorrebbe proprio una frecciatina o almeno un po' di sarcasmo, ma ho promesso di evitare frecciatine e sarcasmi.

      attendo delle tue scuse visto che mi hai dato dell'ignorante e mi hai attribuito delle cose che neanche ho scritto.

      anzi no facciamo così: ignoro pure te e buona notte al secchio.

      se proprio vuoi criticare quello che scrivo limitati a criticare quello che scrivo non ad attribuirmi cose che non scrivo salvo poi attaccarmi.

      e non azzardarti più a consigliarmi di studiare di più. non devo rendere conto di quello che faccio agli sconosciuti.

      nota per futura memoria: la prossima volta che leggo anche solo un insulto alla mia persona, come quelli che ho letto quest oggi, anche solo con sarcasmo e con ironia o con amore cristiano vi denuncio! e non scherzo.

      buona serata

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    9. Ho detto che non esiste il premio Nobel per l'economia, assente nel testamento di Nobel, e lo confermo.
      II premio così sunnominato è una atroce beffa istituita in un dato periodo sucessivo per scopi ben definiti (si guardi la prima assegnazione per capirlo)ed ha più o meno la stessa valenza morale di un partito come il New Labour che, pur definendosi di sinistra, ha decisamente battuto la Tatcher alla scuola di liberismo.
      Oltretutto, i soldi del premio non derivano dalla Fondazione Nobel ma dalla Banca Centrale Svedese al punto che lo stesso Peter Nobel sta lottando da anni quantomeno per fare chiarezza.
      Questo è il senso del mio "Il Nobel per l'economia non esiste".
      Ha ragione, avrei dovuto scrivere: "è un'impostura", ma mi sembrava chiaro il senso.
      Buona giornata.

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    10. Cyrano, grazie per le informazioni su Allais, che mi daranno spunto per approfondire meglio perchè mi sa che mi trova d'accordo su più punti, compresa quella del protezionismo (soprattutto per le aziende e settori giovani che hanno bisogno di un sostegno e di un aiuto), perchè non credo che la globalizzazione e l'abbattimento di tutte le barriere abbia arrecato vantaggi, anzi...sulla Moneta Positiva (priva di debito?) penso di essermi espresso più volte e credo che sia l'obiettivo principale a cui tendere: cancellare l'associazione di un debito alla creazione di nuova moneta che viene creata per fini pubblici e di benessere collettivo e soprattutto non lasciare la possibilità alle banche private di creare nuova moneta, limitando questo ruolo ad un ente pubblico o una banca centrale pubblica...grazie ancora...

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    11. Si, intendevo priva di debito.
      è questo il motivo fondamentale della mia avversione rispetto alle teorie neokeynesiane (non rispetto a Keynes: è stato un genio, all'epoca solo Fisher era pari a lui) dell'aumento della spesa pubblica e della sostanziale bifala su cui si fondano: "Lo Stato che può godere di un prestatore di ultima istanza non può fare tecnicamente default".
      Non è questo il problema.

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    12. fammi capire cyrano. Prima scrivi che non esiste il nobel per l'economia e mi fai passare per ignorante, poi scrivi che esiste ma è un'impostura e poi viene fuori che forse dovevi chiarire meglio il tuo pensiero.
      va bene.
      scusarsi per avermi attribuito cose che non ho mai scritto no vero?

      ho riportato solo un link e mi hai detto che dovrei studiare di più. mah

      io la finisco qui mi spiace che in questo blog ci siano diverse persone del tutto prevenute nei miei confronti, per non parlare di insulti vari da parte di qualche anonimo che fortunatamente sono state rimosse..

      Piero ti ringrazio per la pazienza e per avermi fornito molte informazioni assai utili. Mi hai aperto gli occhi.
      Il tuo blog rimarrà sempre tra i miei preferiti e verrò sempre a leggere i tuoi articoli.

      Per la felicità dei tuoi iscritti io mi ritiro da ogni discussione. Lo faccio anche per evitare ulteriori flame sempre in agguato.

      buona discussione a tutti e mi raccomando non sbranate i nuovi venuti

      a presto

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    13. Lucy..quì ti sbagli. Io non sono felice che ti ritiri da ogni discussione e credimi è così...I tuoi interventi erano intelligenti e spunto di dibattitio. Ma dal giorno della frase ironica sulla Grecia ti sei intestardita su qualcosa che, in cuor tuo, sapevi che era il contrario di quello detto..Magari non mi conosci, magari non hai letto i miei post passati anche da anonimo, magari non conosci le mie posizioni "in generale"..Poi sulla Chiesa, ...e dai!!! sul Colosseo.. Hai un carattere sanguigno e l'ho notato in altri tuoi post, non ti sai trattenere...posso capirti e talvolta capita anche a me..ma mi trattengo.
      Non è nel mio dna insultare le persone "che hanno un'opnione".... e questo lo sai visto che non ti ho insultato in nessun frangente...Forse l'ultimo post riguardante "capire il tuo stato d'animo da quello che scrivi"...ma li ho gettato la cintura di cilicio e mi sono innervosito....Sinceramente ancora non capisco cosa è scattato nella tua mente....spero non sia una questione "di antipatia a prescindere"...ma mi chiedo se non mi vedi come faccio ad esserti antipatico?
      Perciò Lucy continua a postare e dibattere..se t'imbatti in qualche mio post e non sei d'accordo...fammelo presente e ne parliamo discutendo civilmente tipo: Santo non sono d'accordo...o Santo hai sbagliato...oppure rifletti Santo..e io apro le orecchie (gli occhi in questo caso.
      Se ho sbagliato mi scuso (però non so dove ho sbagliato...sinceramente)...se credi di aver sbagliato o esagerato magari chiedimi scusa anche te..
      Le persone cerco di giudicarle solo dagli occhi e quì non è possibile..perciò "il rispetto" a prescindere...a meno che non siano dei super troll...
      Un'abbraccio per fare pace...(io quando sono nervoso o giù mi rifugio nella musica jazz e blues...sempre..per me funziona; per questo ho aperto un canale su questi generi su youtube http://www.youtube.com/user/simonsaid66?blend=21&ob=5&gl=IT...trovi anche il mio viso...e non credo di essere belzebù...
      Sinceramente superiamo la cosa...insieme...ciao e posta presto...

      Saluti Santo

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  10. cosi sapete chi votare la prossima volta :

    (ANSA) - BRUXELLES, 20 GIU - Secondo i sondaggi ''l'anno prossimo abbiamo la probabilita' piu' alta di essere in un governo di centrosinistra'' e questo significa ''dare continuita' al rigore e alla strategia per la crescita''. Non quella della spesa pubblica perche ''sosteniamo il 'fiscal compact''. Cosi' Massimo D'Alema in una conferenza stampa tenuta a Bruxelles.

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    1. Ma quando dirà qualcosa di sinistra quest'uomo? Ma soprattutto come fanno quelli che professano un'adesione alla sinistra, votare un partito dove Massimo D'Alema rappresenta uno degli esponenti di spicco più importanti??? Penso che l'esortazione fatta a sua tempo da Nanni Moretti sia oggi più che mai attuale...

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    2. Santo non so che dirti. Io penso che mi sarei dovuta limitare a fare domande e basta. Invece sono andata oltre. Avrò peccato di pignoleria ma non mi pare di essere andata oltre questo atteggiamento. Forse sarò risultata irritante. Dubito comunque che una discussione simile - a quattr'occhi - sarebbe finita in questo modo. Nei forum e nei blog ci si fraintende spesso e spesso si interpreta una battuta o un messaggio di risposta in maniera negativa, sia da parte mia che da parte altrui.
      Specialmente per quanto riguarda ironia e sarcasmo.
      Tu difendi il tuo punto di vista e almeno questo ti sei limitato a fare. IN altri casi invece mi pare di aver rilevato un atteggiamento completamente in mala fede nei miei confronti.
      Magari un giorno quando ci sarà la possibilità di capirsi meglio potrò tornare a postare.
      Fino ad allora meglio evitare.
      Tra l'altro sono stata subito attaccata per eccessiva pignoleria o maleducazione ma nessuno e ripeto nessuno ha preso le mie difese quando mi sono stati rivolti epiteti da querela (eccetto Piero ovviamente).
      Questo intendo io per avere tutti contro e in queste condizioni, una contro tutti, non è possibile continuare.
      Considera questa una replica, doverosa da parte mia, alla tua risposta.

      addio, magari ci si rivedrà in futuro.

      Lucia

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  11. Ciao Piero, il tuo articolo rispecchia totalmente il mio pensiero, ottimo e di facile comprensione.
    Credo che questi famigerati "Stati uniti d'Europa" faranno scoppiare razzismo "di tipo economico", proprio come in Italia, sempre dal Nord verso Sud; io mi chiedo che fine farà il nostro meraviglioso meridione....sotto gli occhi olandesi, tedeschi, ecc....; se la compreranno direttamente, colosseo compreso, e ci faranno le vacanze a costo praticamente zero...
    Oltre alle differenze tra popoli elencate da te, vogliamo metterci anche il "senso della famiglia" dei popoli latini? Che fine farà? Adotteremo lo stile nordico? La loro freddezza?
    Infine...la Chiesa....la debolezza della Chiesa, con un papa sinceramente poco carismatico e molle, quanto incide sui fatti odierni...con un papa un attimino più sanguigno la Chiesa potrebbe fare la sua parte? Questo papa tedesco non potrebbe dire una parola sulla "fratellanza" tra europei...
    Ciao Santo

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    1. Ciao Santo, non aveva dubbi che ci saremmo ritrovati su questi maledetti Stati Uniti d'Europa...a proposito di quello che aggiungi tu, sto preparando proprio in questi giorni un articolo su quelle che sono le vere intenzioni degli imprenditori tedeschi in Italia...per la cronaca, qui in Sicilia già girano da qualche mese parecchi promotori finanziari di banche tedesche che offrono prestiti agevolati per chi ha difficoltà a pagare l'IMU o altre tasse...e se il debitore non riuscirà a rimborsare il prestito cosa succede??? Beh, la banca tedesca comincia a farsi un discreto patrimonio immobiliare qui in Sicilia, con case da affittare a tutti i turisti tedeschi che vogliono farsi una vacanza al mare...ecco cosa significa atteggiamento predatorio e non lasciare che le comunità locali possano vivere delle proprie risorse...sulla Chiesa invece ho una visione abbastanza pragmatica: è un'azienda in difficoltà e nei momenti di crisi vengono sempre a galla tutte le magagne...comunque non farei proprio una questione fra freddezza del nord e passionalità del sud, ma fra chi ha il senso e il fiuto spietato degli affari e chi invece fa fatica a capire come funzionano le cose nel mondo...ecco, i siciliani da questo punto di vista fanno molta molta fatica e sono quasi per natura destinati a farsi invadere da chi è molto più sveglio di loro...

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  12. Santo sarò anche prevenuta nei tuoi confronti ma non riesco a fare a meno di rispondere a ciò che scrivi.

    Il colosseo non è al meridione ma a Roma che si trova casualmente a pochi chilometri da dove vivo io nel Lazio cioè nell'Italia centrale.
    il senso della famiglia dei popoli latini è una battuta vero?
    siamo tra i primi posti in Europa per numero di separazioni e di divorzi.

    la Chiesa non c'entra un fico secco ma chissà perché prima o poi viene sempre messa in mezzo. Un po' come fa Giacobbo su voyager che ogni volta che c'è qualcosa di vagamente misterioso cita sempre i templari e la massoneria.

    Non te la prendere ma 3 corbellerie in un unico messaggio sono un bel guinness

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    1. Infatti...te lo chiedo di nuovo cortesemente, ignorami ... perchè significa che lo fai apposta...Quando posto qualcosa è sempre rivolto agli altri meno che a te...Fai finta che non esisto...chiaro? Non ti permettere!! Sennò comincio io...Ci sono modi e modi per dibattere e i tuoi sono veramente maleducati...sono senza parole...

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    2. caro Piero nell'intervento di Gufus ad Agora' mi ha colpito il passaggio sull'unificazione della Germania di cui so molto poco. Ipse dixit che il risanamento della DDR si realizzo' con capitali Esteri attirati con tassi d'interesse molto alti,che danneggiarono noi e fecero esplodere il debito pubblico per maggiori interessi. Ti chiedo,non fecero esplodere anche il debito della Germania ? E perche' si sente sempre dire che l'unificazione la fecero a spese nostre? L'argomento e' appassionante e mi piacerebbe un approfondimento.

      @ Lucy Per favore smettila di maltrattare Santo e di fare la maestrina, di geografia poi...per quel che mi riguarda, da romana, se la capitale me la piazzano nel "meridione" mi fa solo piacere. Ciao ciao

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    4. Salve, seguo questo blog da un po' di tempo, decisamente ben fatto e con ottimi spunti di riflessione. Spezzo una lancia a favore del signore quì sopra a proposito di senso della famiglia dei paesi latini e della posizione della Chiesa in qiesti tempi bui.
      Corbellerie? Non credo, la Chiesa avrebbe, potrebbe, dovrebbe assumere una posizione molto più forte di quello attuale, con un papa, comunque, che abbia l'interesse a farlo.
      Il papa attuale è molto lontano dalle persone e dalla crisi, è debole troppo debole e Don Gallo (un vero mito, bisognerebbe clonarlo e distribuire i suoi cloni nell'arco del tempo), lo spiega in molti video e articoli sparsi nel web, basta cercarli.
      Io considero la Chiesa "il grande assente" di questo periodo; la grande crisi della Chiesa si ripercuote, di conseguenza, sulla società falciando l'etica, la moralità e il famigerato senso della famiglia, giustamente come ha detto lei, in grave crisi...
      Il senso della famiglia per i popoli latini è (era) il loro biglietto da visita ed è, secondo me, importantissimo recuperarlo e salvaguardarlo anche dal folle progetto degli Stati Uniti d'Europoa: progetto che potrebbe mettere una pietra tombale su di esso definitivamente. Infine, suvvia, il Colosseo si trova a qualche chilometro dal confine Italia centrale e meridionale.
      Questo è il mio punto di vista; il dibattito è bello perchè vario, nessuno ha certezze ma solo opinioni da condividere.

      Con cordialità Angelo

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    5. contesselvira ti sei accorta anche te presumo che negli ultimi tempi il blog è stato infestato da sedicenti consiglieri comunali piddini, da vari filo-germanici puri, da imbecilli di ogni sorta. Quindi permetterai che possa stare un pochino sulla difensiva specie quando mi tocca leggere deliri allo stato puro.
      Ovviamente Santo si è guardato bene dal portare fonti o qualche altre cosa riguardo la grande tradizione familiare dei popoli latini.

      ecco dei dati, sono vecchi di qualche anno ma già rendono l'idea

      http://www3.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20110707_00/

      riguardo la geografia se io scrivessi che Cremona si trova nell'italia centrale ringrazierei chi mi fa notare che non è così invece di incavolarmi e basta.

      qui non si tratta poi di aver piacere se Roma si trova in sicilia, nel salento o in austria ma non capisco che senso ha scrivere idiozie e poi arrabbiarsi se uno lo fa notare.

      siccome sto scrivendo e non sto parlando sarebbe interessante anche capire come fa uno a dedurre l'umore di chi scrive da quattro righe in un blog.

      qui più che lezioni di geografia ci vorrebbero lezioni di psicanalisi.

      contessa io facevo la debunker in un sito e - fino a prova contraria - se uno scrive corbellerie le correggo o chiedo chiarimenti se poi non è consentito cambio aria.

      basta dirlo.

      se poi uno si arrabbia allora o ha la coda di paglia oppure rientra nella definizione di troll.

      sic et simpliciter

      comunque sarebbe interessante - tornando a discorsi più seri - capire per quale motivo nessuno riesce ad opporsi al rigore imposto dalla Germania.
      il nostro prode Monti si è limitato a proporre un controllo degli spread facendo ridere i polli

      voi cosa ne pensate di questa questione degli spread?

      se qualcuno vuole chiarirmi questo punto senza mettere in mezzo la Chiesa, scientology, i templari, il sesso degli angeli o l'ubicazione geografica di Roma gliene sarei riconoscente

      @angelo

      considerato il numero altissimo di divorsi e di separazioni puoi spiegarmi dove sarebbe questo famigerato senso della famiglia nei Paesi latini?
      è quello di cui va ciarlando Casini (divorziato e risposato), Berlusconi (che tra escort e cubiste varie si è dimeticato pure il nome della moglie) o Fini (risposato e divorziato pure lui!)?
      oppure è il senso della famiglia di cui parla la Chiesa che tra scandali di pedofilia e tresche con briganti, mafiosi e delinquenti ha perso da tempo il senso dell'etica familiare?

      La Chiesa è assente ma la Chiesa è sempre stata assente quando serviva.
      era assente durante il fascismo, era assente mentre Berlusconi andava a letto con ruby, era sempre assente laddove non aveva particolari interessi.

      poi tu mi parli di tradizione, di famiglia, di tante belle cose ma l'italia è un Paese di divorzisti, puttanieri, qualunquisti..
      dove sta questo senso della famiglia?
      poi perché affidarsi proprio alla Chiesa per ritrovare valori etici e morali?
      mah

      stiamo andando decisamente fuori tema.
      Dio, patria e famiglia una bella triade in nome della quale sono stati costruiti fascismo e nazismo.
      e i risultati li abbiamo visti ben bene.

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    6. ahahahahah....."siccome sto scrivendo e non sto parlando sarebbe interessante anche capire come fa uno a dedurre l'umore di chi scrive da quattro righe in un blog"....scopro adesso l'arcano....che tristezza..ahahah....s'è offesa la Treccani del blog. Credo sia tu a dover essere psicanalizzata, visto l'aggressività e la superiorità con cui ti raffronti, non solo con me, ma con tanti altri....scendi un gradino per cortesia.
      Piero..porta pazienza...cancella tutta questa immondizia....

      Santo

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    7. Gézitain de Gascogne21 giugno 2012 alle ore 16:15

      Ragazzi ma se ci mettiamo a litigare fra noi che la pensiamo allo stesso modo facciamo la figura dei pirla. Su, stringetevi la mano e ripetete con me: "Mannaggia al diavoletto che c' ha fatto litigà". Non è successo niente. ;)

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    8. Sono d'accordo con Gezitain!!! Penso che mettersi a litigare sulla posizione del colosseo sia inutile e infruttuoso per il dibattito...più interessante invece il discorso sulla famiglia e sulla chiesa, dove effettivamente ognuno può avere tranquillamente la sua opinione e condividerla con gli altri, senza presumere di avere la verità rivelata in tasca...io non sono religioso, non ho mai avuto fede in una qualsiasi dottrina teologica, quindi non penso che la Chiesa abbia avuto tutta questa importanza quantomeno nella mia formazione e nel mio senso etico...inutile però ignorare quale influenza abbia avuto la Chiesa nella vita culturale e politica di questo paese, perchè bene o male al catechismo ci siamo andati tutti...ora la Chiesa potrebbe prendere posizioni più chiare e perentorie nei confronti della crisi economica in corso, e in certi casi li ha pure prese (vi ricordate quando ipotizzò la creazione di una banca mondiale pubblica che facesse da garante all'intero sistema?), ma in ogni caso la sua presenza nel dibattito è stata fin troppo timida e remissiva...e ripeto, per me il problema principale è che la Chiesa deve fare i conti con i buchi di bilancio e la situazione patrimoniale della sua banca, lo IOR, che sarà inguaiata al pari delle altre banche, solo che per lei non valgono le regole di trasparenza e quindi non possiamo sapere con certezza fino a che punto è inguaiata...ripeto, parlo però da persona non credente, quindi da uno che guarda alla Chiesa come ad una semplice multinazionale come tante altre...sulla famiglia, invece, penso che sì la crisi abbia smantellato in parte la stabilità di questo istituto, soprattutto per quanto riguarda la creazione e la serenità delle nuove famiglie, ma in parte abbia rafforzato il concetto di famiglia allargata, dove convergono nonni, parenti, amici, che in questo momento hanno aumentato enormemente i loro rapporti di aiuto reciproco, non solo finanziario, ma anche soprattutto umano...almeno, parlo della mia situazione personale e di quello che accade intorno a me, ma non posso sapere ciò che succede altrove...a Milano per esempio ho notato che i rapporti familiari fra amici erano molto più importanti di quelli parentali qui al sud...la famiglia allargata lì funzionava meglio fra amici, qui invece fra parenti...

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    9. @Contessaelvira

      Ho visto la puntata di Agorà in streaming sul computer e ho lasciato pure un commento sul sito di Agorà chiedendo che richiamino subito il prof. Bagnai perchè è l'unico che ha le idee chiare in Italia...anche se la pensiamo diversamente su molte cose, bisogna ammettere che quell'uomo è un vero animale da palcoscenico e si è difeso come un leone dal piddino e dal banchiere di turno...da questo blog mando dunque i miei più sinceri complimenti al prof.Bagnai e spero che continui così e di vederlo presto pure a Porta a Porta!!! Sul discorso dell'unificazione della Germania, il discorso di Bagnai non fa una piega, perchè la Germania ho dovuto mantenere dopo il 1989 una politica di tassi alti non tanto per mantenere bassa l'inflazione, ma per attirare capitali stranieri...ed ha costretto nostro malgrado la nostra banca centrale ad alzare i tassi per inseguire il rapporto rigido di cambio con il marco che andava apprezzandosi (almeno fino al 1992, quando siamo saltati in aria)...certo che la Germania si è indebitata in quel periodo e come ci ricorda spesso il nostro prof. Prodi, non riusciva più ad avere un saldo attivo nelle partite correnti sia per problemi di basso export (basso relativamente, o meglio in volume e non valore, perchè stiamo parlando sempre di Germania e di prodotti ad alto contenuto tecnologico)...la soluzione quindi dell'eurozona calzava a pennello per la Germania: annullamento degli svantaggi di cambio e maggiore export, utile ad ottenere saldi positivi delle partite correnti e rimborso dei debiti esteri accumulati...et voilà!!! detto, fatto!!! La questione tedesca penso che sia il fulcro centrale di tutta la storia dell'eurozona, noi invece abbiamo avuto da sempre un ruolo marginale, di comparsa, sempre funzionale agli interessi tedeschi...e adesso ci piacerebbe che qualcuno (Prodi, Ciampi, Draghi o chi per loro) ci spiegasse quale fosse il senso del nostro ruolo all'interno dell'eurozona...non ci voleva mica un genio dell'economia per capire dove voleva arrivare la Germania con la moneta unica!!!! Quindi sul discorso tedesco c'è ancora tanto da dire e da capire, quindi se trovi materiale interessante, passa pure che ci studio un pò su...

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    10. Ho visto Bagnai ad Agorà,...mi ha impressionato, sembrava a suo agio, televisivo, aggressivo al punto giusto e furbo...E' come dici tu Piero...i tempi sono maturi.....Speriamo non diventi mainstream..
      Sulle famiglie allargate al sud con i parenti e al nord con gli amici...intendevo proprio questo..me lo ripeteva in continuazione mio padre con l'esperienza in Inghilterra e mio zio in Germania....noi siamo unici da questo punto di vista...con Spagnoli, Greci, Portoghesi e Sudamericani...almeno era così...forse negli ultimi 15-20 anni un po' di meno..Rimane comunque parte del nostro dna...poi che sia un pregio o un difetto..ognuno ha la sua opinione...per me un pregio e mi dispiacerebbe si volatilizzasse del tutto con le nuove generazioni...tartassate in continuazione dal grido "integrazione europea totale"...Tutto li, un pensiero banale forse ma per me importante...visto il sangue calabrese che mi scorre nelle vene...

      Saluti Santo

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  13. Non ne ho molta di fantasia Perché credo che l’utopia sia la luce per un domani migliore. Per fare si che questo entri nelle menti va alimentata e credimi faccio molta fatica perché io appartengo alla generazione nata ne l’era fascista dove gli analfabeti erano la maggioranza siamo sopravvissuti al fascismo alla distruzione della guerra ma il sogno utopico non ci a mai abbandonato con sacrificio abbiamo ricostruito L’ITALIA da consegnare ai nostri figli per un domani migliore. L’ignoranza credevamo fosse la nostra debolezza ma i fatti ci hanno smentito Noi senza licenza elementare abbiamo avuto come insegnante l’esperienza che ci a fatto capire che le ideologie non esistono sono solo create ad arte dalla classe dominante per creare fazioni da sottomettere al proprio volere Ti domanderai ma dove vuole arrivare? Ci arrivo subito al sogno utopico che se venisse coltivato è l’unica salvezza L’utopia unica luce per un domani migliore senza partiti che fanno chiacchiere da 64 anni Utopia per un popolo coeso a l’interesse comune non dei pochi come avviene da sempre con la sparizione di tutto ciò che sino ad oggi ci a ingannato per il loro tornaconto
    Sfruttando credenze politiche e religiose hanno approfittato dell’ignoranza per gettare radici cosi profonde del male da ingannare anche chi ignorante non è
    Tutto questo a fatto il suo tempo per questo più li lasceremo al potere
    e più si avvicinerà la fine fa da spia la crisi mondiale creata dalla cupidigia anticamera della fine di tutto
    L’unico antidoto? è il sogno utopico che diventa realtà rispecchiando cosi il volere di chi ha creato un mondo perfetto Dominato dalla gente più imperfetta che esiste sulla faccia della terra L’utopia è il messia del terzo millennio dove quell’uno per cento che domina il mondo cederà il passo al nuovo privo dell’interesse dei pochi a beneficio di tutto il mondo unito in un solo credo la fratellanza . scusami se ti ho annoiato ma noi ignoranti con pochi vocaboli ci ripetiamo allungando lo scrivere per spiegare il nostro pensiero.

    PS Non c’è nessuna differenza fra ( Democrazia e Comunismo)
    Sino a che nel Mondo prevarrà la cupidigia
    il Popolo sarà Sempre sfruttato dalla classe dominante.

    La differenza ci sarà quando il credo delle due forze Politiche
    Si completerà fondendosi ha formare un solo credo ( EGUAGLIANZA SOCIALE)
    VIttorio

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    1. Ciao Vittorio, sul discorso dell'Utopia sfondi una porta aperta, perchè io non credo in nulla tranne che nell'Utopia e nel mio desiderio folle, smisurato di lasciare un mondo migliore a quelli che verranno dopo di me...ma allo stesso tempo credo che l'Utopia debba fondarsi su basi solide, su una conoscenza e una volontà di conoscenza del mondo ancora più folle e smisurata dell'Utopia stessa, se no rimane un discorso di parole vuote campate per aria...credimi non serve la Cultura o l'Istruzione per capire come va al mondo, serve invece tanta pazienza, applicazione, determinazione, volontà....uno degli uomini più colti che abbia mai conosciuto era mio nonno, che aveva appena la scuola elementari eppure capiva tutto al volo, prima degli altri...come ho ripetuto spesso in questo blog, l'ignoranza non è la mancanza di istruzione o del titolo di studio (che non vale una cippa, e te lo dico per esperienza...), ma la mancanza di curiosità e di volontà di capire...se tu sei animato, oltre che dall'Utopia, anche da queste due pulsioni, stai tranquillo che nessuno ti accuserà mai di essere un ignorante!!! Anzi...sei già laureato ad honorem per quel che mi riguarda...ma se il tuo discorso si basa solo sull'Utopia fine a stessa, credimi non si va da nessuna parte...tutti i più grandi sognatori della nostra storia hanno fondato la loro Utopia con i piedi ben piantati per terra, prendi Marx per esempio che si è messo a studiare la storia e l'economia come forse nessuno prima o dopo di lui...senza questa passione per lo studio (nella maggior parte dei casi da autodidatta...), la conoscenza, la piena consapevolezza, Marx, come tanti altri come lui, non avrebbe potuto creare visioni importanti per il futuro...quindi Utopia sì, ma anche Realtà per arrivare ad una sintesi...sono due facce della stessa medaglia!!!

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  14. Piero, fai qualcosa, qua a schifio finisce...

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    1. Ciao contessa, volevo scusarmi con te e tutti gli altri frequentatori di questo blog, ma non dipende da me. Sono sincermente perplesso, non mi è mai capitato una situazione del genere; e mi dispiace anche che Piero debba leggere queste insulsaggini. Oltretutto so che altri blogger, tra cui Bagnai, si fermano di tanto in tanto....Che imbarazzo...

      Saluti Santo

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    2. Ho visto, ho visto...mi sono allontanato un attimo ed è successo un casino!!! A me il dibattito acceso piace parecchio, ma quando diventa insulto non mi piace più per niente...sto cancellando un pò di commenti che non vanno bene non solo per i temi trattati in questo blog, ma per un qualunque blog di cucina o di viaggi interstellari...mozione d'ordine insomma!!! Fra l'altro, fra una settimana circa andrò in vacanza, quindi non oso immaginare ciò che accadrà qui di questo passo, mi tocca sospendere blogger e riattivarlo al mio ritorno...comunque bene o male, mi pare che siamo arrivati ad un punto di incontro: se non vi va di discutere civilmente con altri frequentatori di questo blog, ignoratevi a vicenda!!! Io non faccio paternali a nessuno, per carità, non è il mio ruolo e non è nella mia indole, però cerchiamo di trovare delle regole comuni per accordarci meglio e rendere più costruttivo il dibattito, perchè per mia scelta non mi piace censurare nessuno e voglio che questo blog sia aperto a tutti senza filtri...però gli insulti non sono e non saranno mai ammessi!!!

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  15. allora sostanzialmente mi pare di capire che o rispetto le vostre idee che voi mi imponete e cioè sostanzialmente dio, patria, famiglia (idee fasciste) oppure mi si da non tanto velatamente della mignotta (leggere anonimo qui sopra), dell'intollerante e poco incline ad abbracciare "ideali nobili" quali fascismo o nazismo.

    Sentite io capisco che questi giorni sia molto caldo ma non tollererò più insulti diretti e inviti a "battere" di meno (questioni di prezzo) e ad andare a cucinare come una sguattera o a farmi psicanalizzare come una pazza.

    ah Santo la treccani del blog in mezzo a tutta questa marea di insulti lo prendo come complimento.
    qundi ti ringrazio.

    ci sentiamo fra qualche secolo.


    spero di essere stata chiara!

    adesso dovrei ribattere alle varie risposte ma sinceramente mi è passata la voglia.

    Ci risentiamo quando vi sarà passata la smania moralizzatrice e l'isteria collettiva.

    buona giornata

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    1. Lucy mi dispiace tanto per il clima che si è creato in questo blog e sto cercando di fare pulizia, e anzi mi scuso con te per gli insulti di gente chiaramente incivile e villana che ti sono stati rivolti...io ti considero una ragazza molto intelligente, vispa e animata da una forte curiosità e dalla voglia di scambiare informazioni con gli altri, quindi per me sei una frequentatrice ideale di questo blog e mi dispiace che nel caso tu volessi abbandonarci al nostro destino...però le regole che valgono per tutti, valgono anche per te, quindi se ci sono altri frequentatori di questo blog che non stimi e con i quali non riesce ad intavolare un dibattito civile, senza sarcasmo o frecciatine velenose (per carità l'ironia è ammessa, mica siamo dei bacchettoni, ma bisogna sapere dosare bene l'ironia perchè passare dal riso intelligente al lancio dei coltelli è un attimo...), ti invito ad ignorarle e passare avanti...comunque, ripeto, mi dispiace se tu avessi già deciso di abbandonarci (anche se per quello che ho capito, preferisci prendere una pausa di riflessione...ma come??? Ci siamo appena conosciuti e già siamo arrivati alla pausa di riflessione???), perchè ti reputo una persona molto valida e che ancora può dare tanto in termini di informazioni, stimoli, curiosità al nostro dibattito aperto...un abbraccio e scusa ancora per ciò che è accaduto, perchè in parte dovuto alla mia scarsa presenza (purtroppo come avrai già capito, non sono costantemente presente nel blog perchè affaccendato a fare altro, fra cui anche cercare e leggere altro materiale per poi scrivere e fare altri post...ma con i miei tempi prima o dopo arrivo sempre!!!)

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    2. accetto l'invito Piero continuo a leggerti ci mancherebbe altro. Ci sono persone che non sopporto e che ignorerò totalmente. D'ora in avanti ogni genere di dibattito sarà solo ed esclusivamente con te (almeno per il momento).
      Così eviteremo fraintedimenti e eviterò alla radice eventuali mega-flame che sono sempre in agguato.

      vado a leggere l'altro articolo su mmt, quello che hai pubblicato ultimamente.
      Ci sentiamo

      Elimina
  16. ehm..

    scusate ne avete ancora per molto?
    Vorrei chiedere al signor Piero, se siete d'accordo, di cancellare tutti i messaggi OT di lucy, di Santo, i messaggi di risposta, quelli indirizzati a lucy e i messaggi polemici e di natura politica e ovviamente quelli dell'anonimo qui sopra.
    Se questo è un blog di economia forse sarebbe il caso di tenere fuori il fascismo, il nazismo, le bagarre, i valori familiari, e tutto ciò che non c'entra niente con l'articolo in questione.
    Anche te contessaelvira l'adieu te lo potevi risparmiare..

    io comunque spezzo una lancia a favore di lucy quello che ha scritto - salvo i toni polemici - è esatto.

    entro domani sera cancellerò anche il mio messaggio se non disporrà altrimenti Piero.

    colgo l'occasione per complimentarmi con Piero per il suo sito.

    Valerio Ermini

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    1. Ciao Valerio e benvenuto fra noi (in questa gabbia di matti mi verrebbe da dire, ma è soltanto il caldo...fra un pò tutto si raffredda e ritorniamo alla normalità...)....ho fatto già un pò di pulizia e cancellato tutti i commenti fuori luogo...comunque volevo confermarti che per quanto il tema centrale di questo blog sia l'economia (e vorrei vedere in un periodo di crisi come questo!!!), questo come ho sempre detto è un blog aperto a qualsiasi discussione pertinente di politica, attualità etc...a me piace conoscere e capire tutto ciò che mi circonda, soprattutto se si tratta di idee diverse dalle mie...l'importante che il tono del dibattito sia sempre civile e costruttivo...quello, sì, è fondamentale...

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    2. Ecco, come non detto, non mi ero ancora accorto dei due messaggi sotto che non sono nè costruttivi e nè pertinenti...quindi vi cancello subito...oh ragazzi, non rendetemi la vita impossibile, per carità, che ancora qui il cammino lungo ed è pieno di trappole...cavoli, non vi siete ancora accorti che stiamo arrivando al momento cruciale: eurobond o MES??? Questo è il dilemma...la Germania punta al MES per salvare l'eurozona, la Francia invece vuole gli eurobond...chi vincerà???

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  17. Torniamo ai nostri consueti temi, sara' meglio. Piero vuoi materiali sulla Germania? Ecco qui : L'INTERA CRISI DELL'EUROZONA E'COMINCIATA CON UN SALVATAGGIO DELLA GERMANIA DA PARTE DELLA BCE. su investire oggi.

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    1. Altra roba sulla Germania : LA GERMANIA HA PIU' DEBITI DI NOI MA FA FINTA DI NON SAPERLO" qui entrano in scena il debito 'Implicito' e il debito esplicito che sommati ci fanno un abolla sorpresa.

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  18. LO SPECCHIO DEL PASSATO è LA MIA UTOPIA
    Immagini riflesse in un mondo senza Anima.
    Risa di bambini risvegliano in me ricordi di un passato lontano
    dove dignità e rispetto erano l’unica ricchezza
    i RIONI erano l’ anima della città
    per strada si giocavano giochi inventati dalla fantasia
    le botteghe di artigiani davano risalto al folklore creativo
    rumori di vita riempivano il quotidiano profumi voci di fanciulli che giocano
    il brusio delle massaie che si scambiano pettegolezzi su i fatti del giorno appena trascorso
    le malignità alla prima occorrenza lasciavano il passo alla solidarietà.
    ai nostri giorni Tutto questo non esiste più
    l’ Anima rionale rivive solo nei ricordi di quei fanciulli oggi vecchi
    che quando passano di li sentono ancora il bisbiglio

    PS Mi sono chiesto spesso cose L’utopia
    E da ignorante quale sono questa è l’unica risposta
    Che mi è venuta in mente
    L’utopia è il bene Che non c’è
    È la scintilla che manca a L’uomo per essere simile a Dio.

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  19. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  20. Caro Piero qui troverai la risposta a quanto chiedi ' ..e adesso ci piacerebbe che qualcuno (Prodi, Ciampi, Draghi o chi per loro) ci spiegasse quale fosse il senso del nostro ruolo all'interno dell'eurozona...'

    http://www.youtube.com/watch?v=t_ssGy0LXo0

    http://www.youtube.com/watch?v=9x2EeqEX0K8

    Quado Galloni prova a rallentare il progetto euro e comunque rimodularlo
    chi telefona per cacciarlo? La fondazione agnelli ,ciampi (banca d'italia) , kohl (germania)
    Ovvero la grande industria ( o meglio i padroni dell'industria come dovevano essere gli agnelli di allora) la finanza le grandi banche , gli interessi della germania...
    Poi galloni dice pure che andreotti si penti' e prova' a fare marcia indietro (e ho trovato
    quelle dichiarazioni di andreotti stranamente e violentemente antigermaniche ) ma evidentemente
    anche lui di fronte alle forze in campo era impotente...
    E ora vi chiedo com'è che ora la confindustria italiana defende cosi' strenuamente l'euro?
    perchè marcegaglia l'anno scorso sembrava in guerra con berlusconi e tremonti?

    Ai grandi della confindustria italiana faceva troppo comodo l'euro per sottrarre potere
    contrattuale ai lavoratori italiani...per facilitare la globalizzazione e la delocalizzazione
    per de-industrializzare un paese come l'italia che comunque per vari motivi non è il piu' economico e ha dei problemi infrastrutturali e di servizi di base...

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  21. ....con l'euro si chiude ogni possibilita' di fare politica in italia...l'unica politica
    possibile è rincorrere la competitivita' della germania , null'altro

    questo volevano ,ciampi gli angnelli la confindustria il sistema bancario (che sarebbe diventato
    padrone delle possiblita' economiche e avrebbe gestito le privatizzazioni le ignobili privatizzazioni )

    ps: come un grande come AB possa nutrire simpatia e affezione verso il gruppo politico che piu'
    ha nuociuto all'italia e agli italiani negli ultimi 20/25 anni per me è un mistero
    (e mi direte ma magari ti piace mediaset e il berlusca... , ma perchè l'impero televisivo chi è glielo ha garantito ? sempre LORO , e chi è che ha trasformato la rai nella succursale di mediaset?il famoso duopolio .. sempre loro ....la rai poteva tranquillamente essere come la bbc e potrebbe...chi ha trasformato il sindacato in un promotore di mediocri concerti ? sempre loro ah certo il cainano se non ci fosse lui , non si saprebbe a chi dare la colpa...)
    ma i sentimenti sono irrazionali e si vive di sentimenti e simpatie , un po' come essersi
    innamorati di una persona che faceva proprio schifo e aveva dei modi inaccettabili eppure la si
    amava per qualche perversione personale

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  22. A dimenticavo la politica per flessibilizzare
    l'offerta (Come dice monti) chi l'ha fatta il berlusca? no sempre LORO ,perchè bisognava recuperare la competitivita' sulla germania...bisogna tenere il passo dell'euro inflazione bassa ...le pensioni per le generazione piu' giovani non ci sarebbero piu' state sostenibili ...sempre LORO ...certo per fortuna c'era l'imprenditore brinzolo furbastro dai modi spicci inelegante e grossolano quel tanto che basta per creare un diversivo perfetto...

    RispondiElimina
  23. Roberto ma AB chi sarebbe, per caso Gufus? Perché' se e' cosi' non mi risulta che abbia simpatie per i padri dell'euro..Chi altro puo' essere?

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  24. affermativo contessa cristina , ma non mi riferisco ai padri dell'euro(che non sono certo politici
    in senso stretto) ma pittusto proprio al partito della repubblica anzi di repubblica...
    da quello che scrive indirettamente è come se parteggiasse e credesse ancora nel famoso partito...
    che per me da parte di una persona cosi' eccezionale e eccellente è sconcertante (ma avra' i suoi motivi sentimentali ) perchè non è solo per l'euro che sono da azzerare ma anche per tutto il resto ...(e sono cose che ho capito a posteriori perchè non ho vissuto in prima persona ,anche se certo indirettamente ne subisco le conseguenze anche se da ^lontano^ pero' persone che mi sono vicino le hanno subite assai piu' pesantemente)
    comunque lo posso capire in un certo senso ma non lo approvo , per me la soluzine ideale è fare pressione sulla politica perchè faccia la cosa giusta, se parteggi per il gusto di parteggiare( simpatizzare o tifare tipo le squadre di calcio )
    inganni e ti inganni

    RispondiElimina
  25. comuqnue a chiosa di quanto detto lui sta' dando il meglio , sono piuttosto io che stupidamente
    pretenderei che gli altri condividessero una mia via visione utilitarista e pragamtica della politica .AB sta' facendo un grande azione politica

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Robert, non avevo visto i due video di Galloni e Zezza, che sono davvero illuminanti!!! Insomma se ci aggiungiamo anche Bagnai e tutti gli altri, la nuova classe dirigente italiana si sta formando ed è proprio questa nuova classe dirigente che dovrebbe cercare di coinvolgere il Movimento 5 Stelle...se qualche grillino è in ascolto, contatti subito queste persone per cominciare a formare i suoi quadri dirigenti, quantomeno in materia economica (che sono indispensabili, a prescindere da quello che dice Grillo che ormai insieme alla Casaleggio è diventato più un peso per il movimento che un vantaggio):

      1) Antonino Galloni

      2) Gennaro Zezza

      3) Alberto Bagnai

      4) Sergio Cesaratto

      5) Emiliano Brancaccio

      6) Gustavo Piga

      7) Ugo Marani

      8) Riccardo Bellofiore

      Elimina
  26. Ma il partito di repubblica,scusa, non e' il PD ? A me sembra che AB lo detesti come il,fumo negli occhi !Oppure intendi ilPCI ? (il famoso partito ) Ma perche' sei cosi' sibillino ?

    RispondiElimina
  27. @contessa : avevo voglia di lamentarmi evidentemente , non mi piace il ragionamento : se la persona sbagliata dice la cosa giusta allora non va bene perchè dobbiamo aspettare che la persona
    ^giusta^ dica la cosa giusta...è tipico del modo di ragionare da tifosi nella politica italiana
    tanto che AB ci ha reso evidente che AL PARTITOCHENONnomino sono perfettaemente consapevoli dei danni dell'euro che avrebbe impoverito la popolazione che avrebbe costretto alle deflazioni interne che avrebbe portato alla perdita dei diritti ecc..ecc..per me quella gente di quel partito è qualcosa di piu' colpevole (e si tratta di persone intelligenti quindi
    ingiustificabili)

    @Piero , riguardo al m5s concordo completamente con quanto hai scritto precedentemente
    purtoppo di meglio in italia non si puo' organizzare a quanto sembra
    comunque visto che ti sei gia' messo a disposizione con altri partiti che spero sia cancellati
    dalla storia e comunque non abbiano reponsabilita' di governare ...ti chiederei di insistere
    paretendo dal basso contattando direttamente i meetup che piu' vicini in sicilia o dove credi
    utile , questo perchè l'organizzazioen del m5s è molto scarna (lo stesso grillo nella recente intervista alfatto ha ammesso che fosse nato solo per la poltica locale ) e quindi a parte grillo e la redezione del blog (su cui ho moltissime riserve) non c'è nulla...Sono sicuro
    che potresti dare un grande contributo di conoscenza e potresti influezare il dibattito interno
    alla base del movimento...

    Riguardo alle persone che segnali Gustavo Piga sara' anche bravissimo professore molto disponibile e affabile pero' è assolutamente eurofilo ! E' un keynesiano eurofilo , quindi è ben intezionato ma non si puo' condividere la sua strenua difesa dell'euro di questa europa .
    Ugo Marani non l'ho ben inquadrato ,l'ho ascoltato al convegno di napoli e devo dire che mi è simpatico come primo impatto pero' ho trovato dei suoi articoli su repubblica estremamente convenzionali e omodossi come direbbe AB (e poi su repubblica ...chi vuole capire ha capito)
    sinceramente ci andrei cauto a consigliarlo...
    di emiliano brancaccio che è un vero ^profeta^ segnalo il suo ultimo commento :
    http://www.emilianobrancaccio.it/2012/06/21/intervista-a-emiliano-brancaccio-sinistra-occorre-una-strategia-per-uscire-dalleuro/
    e l'ultimo del nostro :

    http://www.italiaoggi.it/giornali/stampa_giornali.asp?id=1777327&codiciTestate=1&accesso=FA

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