domenica 7 ottobre 2012

LA SPENDING REVIEW E IL SALVATAGGIO DI STATO DELLA BANCA MONTE PASCHI DI SIENA


Ci vado giù pesante: la Spending Review è la più grande truffa mai ordita ai danni dei cittadini italiani da parte del governo dei banchieri guidato da Mario Monti. E purtroppo non è la prima e non sarà l'ultima. L’argomento in verità è stato trattato e dibattuto più volte, ma siccome in Italia esiste da sempre la tendenza di occuparsi della pagliuzza dimenticandosi della trave, fare un bel ripasso di certo non guasta. Il decreto legge “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini” approvato in gran fretta dal parlamento il 7 agosto scorso doveva contenere una serie di norme indirizzate ad una maggiore razionalizzazione della spesa e soprattutto introdurre tagli per limitare gli sprechi della politica. Eppure pochi giorni fa il governo Monti è stato costretto a varare un altro decreto legge d’urgenza per una revisione più accorta delle spese folli e degli sperperi della casta. Delle due l’una: o il primo decreto era insufficiente o il secondo è ridondante. E riformulando meglio la domanda, dovremmo chiederci: cosa conteneva davvero di così urgente il primo decreto della Spending Review? Visto che per raggiungere l’obiettivo inizialmente dichiarato è stato necessario emanare un secondo decreto legge?


Andiamo con ordine. Gli sprechi, gli sperperi e la corruzione della politica sono un danno assoluto per la democrazia a cui bisogna porre sempre rimedio con tempestività e determinazione, utilizzando qualsiasi strumento legislativo e avvalendosi del supporto delle istituzioni pubbliche preposte al controllo e alle indagini, in particolare Corte dei Conti, Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza e Magistratura. Questa attività di prevenzione e repressione deve essere svolta in qualsiasi momento, sia in periodo di crisi che di crescita economica, perché il mancato contrasto crea squilibri intollerabili e odiosi sia nell’uno che nell’altro caso. I tagli lineari della spesa pubblica sono invece una scemenza, perché aumentano gli squilibri in fase di crescita e amplificano gli effetti recessivi pro-ciclici, originati principalmente dal calo dei consumi e degli investimenti, nel periodo di contrazione. Fatta questa premessa, vediamo a grandi linee le misure contenute nel primo decreto della Spending Review, per capire quale reale incidenza aveva sulla lotta agli sprechi, a qualsiasi livello:



1)   Aumento delle tasse universitarie per tutti

2)   Mobilità obbligatoria per i dipendenti pubblici

3)   Riordino e accorpamento delle province

4)   Aumento delle tasse dirette (IRPEF) per tutte le regioni a deficit sanitario

5)   Riduzione di un solo punto percentuale (1%) dell’aggio di riscossione di Equitalia

6)   Riduzione dei posti letto in ospedale di 4.000 unità nel 2013, per arrivare a 18.000 posti letto in meno nel 2014 (ma i servizi per i cittadini non dovevano rimanere invariati?)

7)  Accorpamento di 37 Tribunali e 38 Procure, con la scomparsa di tutte le 220 sedi distaccate e di ben 674 uffici dei giudici di pace.


A ben vedere si tratta quindi di un miscuglio ingarbugliato di aumenti di tasse e tagli di spesa, che con lo scialacquio e la corruzione politica ha davvero poco a fare. A parte la sforbiciata sulle province, poco o nulla viene richiesto in termini di sacrifici e rinuncia ai privilegi alla vituperata casta politica, sia a livello regionale che nazionale, tanto è vero che è stato necessario procedere appunto ad un secondo decreto legge di urgenza per mettere qua e la qualche toppa. Ma qual era allora il vero obiettivo della Spending Review? A questa domanda i ministri allineati e indottrinati del governo Monti rispondono in coro: evitare l’aumento dell’IVA dal 21% al 23% previsto per luglio 2013. Risposta sbagliata, perché l’aumento dell’IVA non è stato definitivamente scongiurato ma risulta solamente rinviato di qualche mese fino a gennaio 2014, con uno stratagemma contabile che penalizzerà come al solito gli ignari consumatori: l’aumento del 2% verrà scorporato in due parti, 1,5% e 0,5%, e applicato in due periodi successivi, con una manovra che per chi conosce come funziona la tecnica degli arrotondamenti al rialzo prevista per ogni aumento IVA corrisponde ad una doppia fregatura per i consumatori.


Bazzecole direte voi, però sommate tutti gli arrotondamenti da 1 o 2 centesimi sui consumi complessivi di un’intera nazione e vedrete la cifra enorme che vi apparirà come risultato: un esproprio lento e impercettibile dalle tasche dei contribuenti che finirà come sempre per svanire dentro il buco nero del debito pubblico italiano e ingrassare i forzieri di chi vive esclusivamente di rendita sulle spalle dei lavoratori. Ma andiamo avanti, perché non è questo il punto. Scorrendo il documento del decreto legge Spending Review fino alla fine, troviamo il famigerato articolo 23-sexties che dichiara quanto segue (vengono omessi per facilità di lettura i riferimenti di legge):


1. Al fine di conseguire gli obiettivi di rafforzamento patrimoniale previsti in attuazione della raccomandazione della European Banking Authority (EBA) dell'8 dicembre 2011 il Ministero dell'economia e delle finanze (di seguito il «Ministero»), su specifica richiesta di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (di seguito l’«Emittente»):

a) provvede a sottoscrivere, fino al 31 dicembre 2012, anche in deroga alle norme di contabilità di Stato, strumenti finanziari (di seguito i «Nuovi Strumenti Finanziari»), computabili nel patrimonio di vigilanza (Core Tier 1) come definito dalla raccomandazione EBA dell'8 dicembre 2011, fino all'importo di €2 miliardi;  

b) provvede altresì a sottoscrivere, entro il medesimo termine, Nuovi Strumenti Finanziari per l'importo ulteriore di €1,9 miliardi al fine dell'integrale sostituzione degli strumenti finanziari emessi dall'Emittente e sottoscritti dal Ministero (si tratta dei cosiddetti Tremonti bonds già utilizzati da Monte Paschi).


Monte Paschi chiama e lo stato italiano risponde, con uno stravolgimento di ruoli che ha dell’incredibile: quando uno è in difficoltà finanziaria, quasi sempre è la parte forte che detta le condizioni alla parte debole (Germania docet, purtroppo per noi paesi deboli della periferia). Mentre qui in Italia avviene esattamente il contrario: la parte debole (Monte Paschi) impone le sue richieste e le metodologie operative alla parte forte (che in teoria dovremmo essere noi cittadini e le istituzioni statali che indegnamente ci rappresentano), secondo le sue specifiche convenienze. E così lo stato italiano dovrà versare i famosi €3,9 miliardi di aiuti complessivi alla banca tecnicamente fallita Monte Paschi di Siena, tramite l’acquisto delle sue obbligazioni spazzatura, che a ragion veduta nessuno tra gli investitori più accorti vuole più comprare. Un salvataggio pubblico in piena regola, che viene mascherato da un’operazione finanziaria molto svantaggiosa per le casse dello Stato, e quindi in ultima istanza per le tasche dei cittadini, la quale finirà per creare rendite di posizione per i soliti banchieri privati, tramite lo schema ormai ben collaudato della socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti. Noi paghiamo con i nostri soldi per coprire i buchi di bilancio accumulati da Monte Paschi di Siena, mentre gli inqualificabili dirigenti della banca senese continueranno ad incassare i loro fantasmagorici compensi e gli eventuali utili di gestione. Vediamo infatti come intende finanziare questo investimento lo Stato Italiano (articolo 23-undecies):


a)   riduzione lineare delle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa di ciascun Ministero, con alcune doverose esclusioni tra cui non mancano le risorse destinate ai fondi o accordi internazionali (Fiscal Compact o MES)

b)    riduzione di singole autorizzazioni legislative di spesa  

c) utilizzo temporaneo mediante versamento in entrata di disponibilità esistenti sulle contabilità speciali nonché sui conti di tesoreria intestati ad amministrazioni pubbliche ed enti pubblici nazionali 

d)   emissione di titoli del debito pubblico


Quindi nel prossimo futuro, noi dovremo assistere ad altri tagli lineari (i quali ricadranno anche e soprattutto sulla ricerca e su centri d’eccellenza come l’ISTAT), riduzioni della spesa, prelievi di cassa, aumenti del debito pubblico nazionale per tenere in piedi una banca disastrata e sostenere il tenore di vita di banchieri incompetenti e inquisiti, che sono gli unici a non avere ancora pagato nulla in questa crisi economica senza fine, causata in prima battuta dai loro stessi azzardi e dalla loro stessa spregiudicatezza finanziaria. Anzi in molti casi questi cialtroni sono stati anche premiati con avanzamenti di carriera, come è accaduto all’attuale amministratore delegato di Monte Paschi Alessandro Profumo, fratello del ministro dell’istruzione Francesco Profumo (in questo caso il conflitto di interessi non conta e non viene minimamente menzionato sugli inflessibili giornali di regime, dal Corriere della Sera fino al Fatto Quotidiano, passando per Repubblica), che è stato promosso dopo avere commesso una truffa tributaria ai danni dell’erario ai tempi in cui era AD di Unicredit (l’Agenzia delle Entrate ha da poco conteggiato l’ammanco di €2 miliardi sottratto allo Stato, dovuto al reato di elusione fiscale e alle tasse non regolarmente pagate da Unicredit, Banca Intesa, Monte Paschi). Stessa sorte è toccata all’ex AD di Monte Paschi Giuseppe Mussari che dopo avere portato la banca al fallimento è stato addirittura eletto a larga maggioranza dai suoi colleghi alla presidenza dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana). Inutile ricordare che Mussari è stato il principale protagonista della disastrosa scelta per Monte Paschi di acquistare nel 2008 Banca Antonveneta da Santander per la cifra spropositata di €10 miliardi, quando l’istituto era già in forte perdita e la banca spagnola l’aveva acquisito solo quattro mesi prima a €6,6 miliardi. Un vero affare, degno di un manager di primo livello, non c’è che dire.  


Notate bene le cifre: qui stiamo parlando di miliardi di euro. L’indegno ladro di polli Fiorito ha fatto un utilizzo personale di circa €1 milione di contributi che a norma di legge dovevano andare ai partiti per l’attività politica e la propaganda di regime si è sbizzarrita con pagine e pagine di giornali e ore e ore di trasmissioni televisive per denunciare il cattivo uso dei fondi pubblici. Niente da dire, ci può stare, l’accaduto merita lo sdegno dell’opinione pubblica perché è stato grave e indecoroso sotto tutti i punti di vista. Ma di Mussari, Profumo e Passera ne vogliamo parlare? No, niente. Tutto tace. Su questo trio di sciacalli, che in barba alla legge ci sottrarranno miliardi di euro di soldi pubblici, tasse e servizi utili alla società per mantenere intatti i loro stratosferici patrimoni, vige il silenzio più assoluto. Una disparità di trattamento che in un paese mediamente civile e democratico dovrebbe far gridare allo scandalo. Mentre qui in Italia la faccenda viene invece fatta passare come una normalissima prassi di ordinaria amministrazione, perché viene ripetuta fino allo sfinimento la solita solfa che le banche non possono fallire e la stabilità finanziaria tutta di carta e virtuale del sistema bancario vale più del tessuto produttivo nazionale e della vita vera degli imprenditori e dei lavoratori. Ma Siamo proprio sicuri, che in termini puramente economici per il paese, la vita lussuosa di Mussari e Profumo vale più della vita di sacrifici di un imprenditore o di un operaio che produce cose reali e utili per la collettività e magari esporta pure all’estero? Qualcuno ha mai fatto un bilancio esatto dei costi e benefici che il nostro paese ottiene privilegiando sempre gli uni a scapito degli altri?


Per esperienza personale, avendo lavorato sia nel settore manifatturiero che finanziario, vi posso tranquillamente confermare che per fare un banchiere o un discreto operatore finanziario servono davvero pochi concetti e molto cinismo, mentre per fare un imprenditore capace o un tecnico specializzato sono necessari anni e anni di impegno, dedizione, formazione. Un abisso in termini di ricchezza professionale e know-how, che continuando così impoverirà il paese oltre ogni limite tollerabile e ci condurrà dritti verso il baratro della perdita di autonomia e dello sfruttamento estero delle nostre risorse. Per fare un confronto con ciò che accade nei paesi civili e democratici in casi analoghi, in Svezia nel 1992 lo stato ha nazionalizzato le banche fallite, ha riordinato i conti e ha chiesto gentilmente agli ex-dirigenti di cambiare mestiere. Stessa cosa è accaduta in Islanda nel 2008, dove i banchieri incapaci e corrotti sono stati addirittura costretti a fuggire via dal paese in elicottero per evitare la galera. Persino la giustizia “inspiegabilmente” lenta e sotto scacco degli Stati Uniti sta cominciando ad usare la mano pesante con i responsabili della crisi finanziaria del 2007: basta vedere la recente accusa alla banca d’affari JP Morgan per “atti fraudolenti e ingannevoli” nella vendita di titoli legati ai mutui, che avrebbero causato perdite agli investitori per $20 miliardi.   


In effetti, nel caso di Monte Paschi, esistevano tutte le premesse affinché lo stato procedesse ad una rapida nazionalizzazione, invece di usare il macchinoso espediente del raggiro finanziario ai danni dei contribuenti. Anche se bisogna riconoscere che nell’ottica distorta del governo Monti la nomina di un uomo di fiducia delle élite come Alessandro Profumo equivale ad una vera e propria nazionalizzazione interna alla casta, visto che tutto rimane in famiglia: la circostanza che questa manovra contorta graverà per intero sui bilanci dello stato e sui risparmi dei cittadini rappresenta per loro un dettaglio trascurabile, insignificante. E’ un ordine naturale delle cose, perchè loro sono le élite, i furbi, gli istruiti mentre noi siamo i poveracci, i fessi, i bifolchi ed è giusto che paghiamo per la nostra ignoranza e sciatteria. E così lo stato italiano dovrà emettere, nella migliore delle ipotesi, miliardi di euro di nuovi titoli di debito pubblico a medio e lungo termine al tasso di interesse del 5%, per acquistare delle obbligazioni che sì e no renderanno l’1% o il 2%, secondo le condizioni dettate da banca Monte Paschi. Trattandosi infatti di un accordo bilaterale e non di un’asta pubblica di collocamento, sarà Monte Paschi a decidere unilateralmente a quale rendimento piazzare i suoi titoli allo stato, potendo pure stabilire se e come rimborsare gli interessi e il capitale. L’articolo 23-decies, comma 2 e 3, riporta in breve quanto segue:


2. È prevista a favore dell'Emittente la facoltà di rimborso o riscatto

3. Il pagamento degli interessi sui Nuovi Strumenti Finanziari dipende dalla disponibilità di utili distribuibili


Ciò significa che Monte Paschi può decidere a sua totale discrezione se rimborsare o rinnovare ad oltranza le obbligazioni in scadenza con titoli equivalenti di nuova emissione, mentre per il pagamento degli interessi, visto le notevoli perdite di esercizio della banca, lo stato avrà scarsissime possibilità di incassare il becco di un quattrino per tutta la durata del finanziamento. D’accordo, direte voi, sugli interessi possiamo pure perdere ogni speranza, ma si tratta pur sempre di un investimento obbligazionario e quindi prima o dopo il capitale dovrà tornare alle casse dello stato: risposta sbagliata, perché ancora una volta trascurate l’abilità predatoria di questa banda di criminali di alto bordo, capeggiata da Monti e dalla sua cricca. Nell’articolo 23-decies, comma 1 e 4, viene specificato che:


1. I Nuovi Strumenti Finanziari sono privi dei diritti indicati nell'articolo 2351 (Diritto di voto) del codice civile e sono convertibili in azioni ordinarie a richiesta dell'Emittente.

4. Se gli interessi non sono corrisposti, per assenza o incapienza degli utili distribuibili, l'Emittente assegna al Ministero azioni ordinarie di nuova emissione per una quota del patrimonio netto corrispondente all'importo della cedola non corrisposta.     


Ovvero l’unico pagamento previsto, sempre a discrezione di Monte Paschi, è quello in nuove azioni ordinarie e considerando la bassa quotazione in borsa delle azioni della banca, ciò equivarrebbe ad una perdita netta immediata per lo stato in caso di conversione. Nel giro di pochi giorni verrebbe bruciato il 20%-30%, se non di più, del valore iniziale di emissione delle azioni e gran parte del capitale pubblico investito, i nostri soldi, andrebbe in fumo. Fra l’altro il possesso di queste azioni ordinarie prive di diritto di voto non consentirebbe mai allo stato di avere il controllo della banca, che rimarrebbe sempre in mano privata, con presumibili continue richieste di denaro pubblico attraverso la sottoscrizione di nuovi titoli obbligazionari: un pozzo senza fondo insomma, che potrebbe essere interrotto solo con l’intervento diretto del Meccanismo Europeo di Stabilità, che manco a dirlo viene finanziato con i soldi dei cittadini europei. Nella parte finale (articolo 23-duodecies, comma 2-bis) del decreto sulla Spending Review viene chiarito che:


2bis. Per garantire la maggiore efficienza operativa, ai fini della contribuzione alla sottoscrizione del capitale per la partecipazione al Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), mediante i versamenti stabiliti dagli articoli 9 e 41 del Trattato che istituisce il medesimo Meccanismo, sono autorizzate emissioni di titoli di Stato a mediolungo termine, le cui caratteristiche sono stabilite con decreti di emissione che destinano tutto o parte del netto ricavo a tale finalità.             


In questo caso noi ci indebiteremo sempre al 5% per finanziare il MES, che dopo la formale richiesta e firmato l’accordo capestro di intesa, potrà fornire un aiuto diretto alla banca Monte Paschi sotto forma di prestiti al 3% circa di interesse, che molto probabilmente saremo sempre noi a dover rimborsare al MES collocando nuovi titoli pubblici al 5% di rendimento. E mi fermo qui perché solo un bravo psichiatra potrebbe capire fino in fondo il senso di una simile operazione, che alla fine della fiera lascerebbe noi cittadini con due debiti distinti da pagare: uno per finanziare il MES e l’altro per rimborsare i prestiti concessi dal MES. Ora capite per quale motivo il nostro debito pubblico non diminuisce mai ma aumenta? E’ diventato più chiaro qual è il reale obiettivo della Spending Review? Trovare l’adeguata copertura finanziaria, in termini di maggiori tasse e tagli alla spesa pubblica, per finanziare da una parte la banca Monte Paschi e dall’altra il MES. Noi cittadini saremo costretti a bruciare i nostri risparmi e a rinunciare ad alcuni servizi essenziali per tenere in piedi due istituzioni finanziarie distanti anni luce dai nostri reali interessi, il cui unico scopo è quello di indebitarci a nostra insaputa. Ecco perché dicevamo all’inizio che la Spending Review è la più grande truffa architettata dal governo Monti. Altro che razionalizzazione della spesa pubblica e riduzione degli sprechi, qui si tratta di un furto con scasso mascherato da una definizione fuorviante e più che mai effimera.


L’unica consolazione per noi misera plebaglia livida e insolente è che durante il passaggio in senato è stato approvato l’emendamento (articolo 23-octies, comma 4) che prevede il contenimento degli emolumenti pecuniari per i dirigenti di Monte Paschi: “Per il tempo necessario all'attuazione del piano di ristrutturazione, l'Emittente è vincolato al contenimento della componente variabile delle remunerazioni, ivi inclusi bonus monetari e stock options, accordate o pagate ai componenti del consiglio di amministrazione, al direttore generale e agli altri dirigenti che possono assumere rischi rilevanti per la banca”. La fregatura però come al solito è sempre dietro l’angolo dato che in caso di inosservanza si applica una sanzione amministrativa che va da €2580 a €129.110. Ora capite bene che quando un manager così altolocato si aggiudica autonomamente un premio di produzione non si sporca le mani per pochi spiccioli, ma spara subito cifre di una certa consistenza, intorno a qualche milione di euro, quindi per lui sarebbe molto più conveniente trasgredire le leggi, pagare la sanzione amministrativa e fare in modo che sui giornali non trapeli la notizia. Cosa che in Italia non è molto difficile da ottenere, visto che quasi tutti i maggiori giornali a diffusione nazionale sono bene o male controllati da una banca o da una società affine. In ogni caso, nella situazione di illegalità diffusa in cui ci troviamo, qualora fosse pizzicato con le mani nel sacco per un alto dirigente di Monte Paschi sarebbe un gioco da ragazzi dimostrare di avere fatto tutto a norma di legge e di avere già pagato la sanzione amministrativa. 


Faccenda assai diversa sarebbe invece mettere in evidenza che l’intero decreto legge della Spending Review è contra legem, perché nasconde un aiuto finanziario ad una banca all’interno di una norma di revisione e razionalizzazione della spesa pubblica. Ed è triste riscontrare come pochi costituzionalisti e studiosi di diritto abbiano contestato la legittimità dell’utilizzo improprio dello strumento del decreto legge d’urgenza per varare una serie di riforme tanto ingarbugliate e distanti dalle finalità dichiariate. Fra le poche voci fuori dal coro annotiamo quella di Rolando Nannicini, relatore del decreto per la Camera dei Deputati: “Un provvedimento così voluminoso e complesso, quale quello oggi al nostro esame, poco si presta a valutazioni sintetiche e sembra piuttosto caratterizzarsi per l'eterogeneità e non di rado la frammentarietà dei contenuti”. La soluzione costituzionalmente più corretta sarebbe stata quindi dividere i due argomenti in due decreti distinti e separati (cosa che evidentemente non conveniva al governo Monti perchè avrebbe dato maggiore risalto pubblico alla ingannevole faccenda Monte Paschi), ma anche qui, per accontentare subito i più pignoli e nascondere la polvere sotto il tappeto, il governo Monti ha utilizzato una scorciatoia aggiungendo al titolo del decreto la seguente dicitura: “…nonché misure di rafforzamento patrimoniale per le imprese del settore bancario”. Come per dire, “questo bicchiere che facciamo bere al popolo italiano contiene veleno, ma noi mettiamo l’etichetta con il teschio sulla parte esterna del contenitore, quindi siamo a posto con la coscienza. E ora bevete e non rompete più le scatole. Firmato: governo Monti”.


Ricordiamo anche che poco più di un anno fa il Presidente Giorgio Napolitano lanciava ammonimenti severi e indignati nei confronti dei decreti legge ad personam utilizzati dal governo Berlusconi, arrivando a dire in uno sfogo di concitazione: “L'inserimento nei decreti di disposizioni non strettamente attinenti ai loro contenuti, eterogenee e spesso prive dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza, elude il vaglio preventivo spettante al Presidente della Repubblica in sede di emanazione dei decreti legge. Inoltre l'eterogeneità e l'ampiezza delle materie non consentono a tutte le Commissioni competenti di svolgere l'esame referente richiesto dal primo comma dell'articolo 72 della Costituzione. Si aggiunga che il frequente ricorso alla posizione della questione di fiducia realizza una ulteriore pesante compressione del ruolo del Parlamento.” (Giorgio Napolitano, messaggio alle Camere, 22 febbraio 2011). E adesso che il governo Monti continua a confezionare uno dietro l’altro decreti leggi ad bancam cosa fa il Presidente Napolitano? Ovviamente tace e firma, perché le banche sono istituzioni serie e indispensabili per il corretto funzionamento del paese, Mussari, Profumo, Geronzi e Passera sono persone eminenti e prestigiose che aumentano la credibilità dell’Italia all’estero, la cricca dei banchieri difesa a spada tratta dal PD da almeno trenta anni è il vero fulcro politico e dirigenziale di riferimento, a cui devono sottostare nell’ordine il Parlamento, il Governo, la Giustizia, il Popolo Sovrano e financo la Presidenza della Repubblica.


Fra l’altro la stessa Commissione Europea si irrigidisce ogni volta che lo stato interviene nell’economia in difesa dei suoi cittadini, ma avalla senza battere ciglio queste operazioni camuffate di salvataggio pubblico delle banche, perché in fondo l’euro è nato con questo scopo: fregare la larga maggioranza dei comuni cittadini e lavoratori a tutto vantaggio della risicata minoranza delle élite, delle lobbies, delle caste, dei rentiers. Quindi ogni volta che per vostra sventura vi troverete in un ospedale ad invocare un posto letto che non c’è, sapete benissimo con chi ve la dovete prendere e contro chi dovete imprecare. Contro noi stessi, o quantomeno contro quella parte di noi che ancora si ostina a dare legittimità e fiducia a gente meschina come D’Alema, Bersani, Napolitano, Fini, Casini, Berlusconi, Monti e a tutta la cricca di banchieri criminali che non solo non si fa alcuno scrupolo ad ingannarci sfacciatamente ma allo stesso tempo ci sta lentamente espropriando dei nostri diritti democratici, della nostra dignità, della nostra stessa coscienza di esseri umani liberi e consapevoli. La verità è un fiume e quando si gonfia troppo, il fiume prima o dopo rompe le dighe, gli argini e straripa.      

          

26 commenti:

  1. Articolo estremamente interessante.
    Ho da eccepire solo sulla fiducia che traspare nella magistratura, che in Italia da sempre svolge un ruolo fondamentalmente golpistico e corporativo (nel senso deteriore del termine of course).
    Da Mani Pulite in poi, la mia fiducia in questa loggia è scesa sotto zero.
    Ma, ovviamente, è una mia considerazione personale.

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    1. Sulla magistratura in effetti si dovrebbe aprire un capitolo a parte, perchè anche lì dentro, come quasi tutte le cose in Italia, ci sono più ombre che luci...in un'ottica di pure priorità per me, la questione della magistratura sta un gradino dietro quella dell'occupazione massiccia delle istituzioni democratiche da parte dei banchieri...prima ci liberiamo da questi criminali e meglio sarà per i nostri diritti e le nostre tasche...è chiaro che questa banda di ladri non mollerà tanto facilmente la presa, ma quantomeno dobbiamo cominciare a creare la consapevolezza diffusa di cosa accade intorno a noi, visto che i giornali della propaganda sono assolutamente allineati con la cricca dei banchieri...

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    2. Questo è assolutamente pacifico.
      A questo pro, pur provenendo da altre tradizioni politiche, mi sono ritrovato a leggere con attenzione il programma di Marine Le Pen, e sono rimasto di stucco:
      1) Sovranità monetaria (in senso keynesiano of course)
      2) Controllo dei flussi di capitale
      3) Protezionismo
      4) Contingentamento dell'importazione di manodopera allogena
      5) Tutela del lavoro subordinato
      ...
      In altre parole, se fossi stato cittadino francese, avrei votato per la figlia di Jean Marie. Qui in Italia?
      Il vuoto.

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    3. Non c'è dubbio che Marine Le Pen sia la novità politica più importante e autorevole nata in Europa negli ultimi venti anni, perchè nessuno prima di lei aveva criticato la costruzione totalitaria e antidemocratica dell'euro con tale competenza e precisione, a difesa delle classi lavoratrici (per intenderci la "sinistra fascista e veramente di destra" dei vari Hollande e Bersani si sognano simili rivendicazioni, ingabbiati come sono nelle logiche predatorie delle èlite)...purtroppo alcune sue posizioni estreme nei confronti dell'immigrazione ne hanno screditato la portata politica, facendo passare in secondo piano le analisi giustissime e condivisibili sulla trappola dell'euro...
      Per quanto, in un'ottica di sostenibilità economica e sociale, un controllo e una regolamentazione dell'immigrazione sia un passaggio necessario e imprescindibile per un paese che intende essere civile e democratico: meglio ammassare gli immigrati senza limitazioni di sorta, diritti e tutele, oppure regolamentare il loro ingresso per consentire a tutti i nuovi immigrati di vivere dignitosamente ed essere seguiti con un piano preciso di inserimento?
      Purtroppo la retorica buonista e ipocrita della sinistra spezza le gambe a qualsiasi tentativo di fare un discorso razionale di civiltà e decoro sull'immigrazione, tacciando di razzismo chiunque voglia avanzare proposte costruttive e aiutando senza saperlo (perchè in verità i farlocchi di sinistra non sanno un'emerita mazza di ciò che succede nella realtà, preferendo vivere nelle loro belle utopie di carta basate sul solidarismo e la fratellanza universale) chi cerca di fare una politica al ribasso dei diritti e dei salari dei lavoratori, mettendo in concorrenza gli immigrati spesso non regolari e in nero con la manovalanza locale...e questo è purtroppo ciò che accade nella realtà, con buona pace dei sognatori all'acqua di rose della sinistra...quindi sul programma della La Pen io sarei stato solo un pò più prudente sui temi dell'immigrazione, per non essere incastrato in questo meccanismo retorico, per il resto invece non fa una piega, è perfetto...e fossi stato francese, lo avrei votato anche io senza ombra di dubbio!!!

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  2. Perdonami Piero,
    ma ritengo che, probabilmente e diversamente dal sottoscritto, non avrai avuto modo in passato di condividere apprezzamento nel pensiero dell'eccentrico Oscar Giannino.
    Il sentore mi è sorto spontaneo riflettendo, da quel recente lettore che sicuramente sono, sui tuoi scritti!
    Ciò premesso, perché ho posto il verbo al passato?
    Negli ultimi tempi Giannino si è fatto pubblicamente promotore di quello che per il momento si propone di essere solo un movimento: "Fermare il declino".
    Sin dall'inizio la questione non mi è parsa del tutto chiara.
    Successivamente (ma non ho voluto approfondire la cosa e pertanto non posso giudicare con accuratezza) ho visto accostata questa iniziativa alla voce "Montezemolo" ed "Italia Futura".
    A questo punto, anche il buon Ciarrocca degli "Indipendenti"(che a suo tempo ho avuto modo di citare...e non è mia intenzione pubblicizzare semmai far semplicemente conoscere!) si è dissociato.
    Oggi leggo sulle pagine del sito Denaro.it, che il buon Giannino ed il suo movimento appoggiano il Renzi "rottamatore" e le braccia mi son definitivamente cadute...sprofondate nel terreno della desolazione.
    Ho sempre apprezzato Giannino, non tanto per le sue posizioni politico-economiche (la scuola di Chicago purtroppo non rientra nella mia lista dei "preferiti") quanto per il suo ruolo di giornalista ed il modo di "interpretarlo". Persona che mi è apparsa essere sempre sincera (oltre che diretta) nell'esprimere le proprie opinioni e soprattutto il proprio dissenso...senza rinnegare la personale dignità ed il pensiero oltre il solito coro!
    Oggi mi sovviene il dubbio di essere al cospetto, altrimenti, di un ennesimo ruolo di dissenso pilotato.
    Giannino, Montezemolo e Renzi votati al rinnovamento della politica e del sistema economico italiano?
    Addio Ragazzi!
    Ci rivediamo in Costa Rica!

    Un saluto,
    Elmoamf

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    1. Guarda sulla figura di Giannino non ho molti dubbi, visto che secondo me si tratta di un ciarlatano che cura soltanto i suoi interessi e gli interessi dei suoi sponsor politici e finanziari...l'articolo sul salvataggio pubblico della Monte Paschi potrebbe sconfessare da solo tutte le panzane dette da Giannino in tutti questi anni, che girano sempre intorno al dogma neoliberista: stato ladro, meno stato nell'economia! E con Monte Paschi come la mettiamo??? Chi è il ladro in questo caso, lo stato o Monte Paschi? E soprattutto, quale sarebbe stata la sorte di Monte Paschi, se lo stato non fosse intervenuto e non avesse salvato la banca dal fallimento?
      Vedi, delle macchiette come Giannino, con una preparazione economica e finanziaria frammentaria e a senso unico, hanno potuto avere vita facile e grande successo in Italia perchè gli italiani sono fondamentalmente ignoranti in economia e la televisione concede un'aura di infallibilità a personaggi che partecipano alle trasmissioni senza avere alcun contraddittorio adeguato...basta usare due termini tecnici un pò più complicati e subito i vari Santoro, Floris, Vespa rimangono a bocca aperta e stupiti da tanta sapienza, trasferendo per induzione tale ammirazione ai telespettatori...una volta per prova, ho provato a riascoltare con calma un lungo e concitato monologo economico-finanziario di Giannino su raitre, credo che fosse linea notte di Mannoni, dove il ciarlatano si era sbizzarrito in uno sproloquio di termini tecnici, neologismi, inglesismi che come al solito creò stupore nella sala e nessuno fu capace di replicare: ecco, riavvolgendo il nastro, tutto quello che aveva detto Giannino era un delirio senza senso, senza capo nè coda...ti dico pure una mia impressione, secondo me Giannino si diverte a prendere i giro i conduttori televisivi: si prepara un discorso senza senso, lo comunica agli amici e poi va ad umiliare i conduttori prendendoli per i fondelli e facendo divertire gli amici a casa...ovviamente in un contesto in cui esiste un contraddittorio competente e qualificato, un personaggio come Giannino sarebbe già stato screditato e smascherato, ma in Italia, dove esiste un regime di mummie e mezzibusti, uno come lui può sguazzare tranquillamente creando caos, confusione e ribaltamento della realtà dei fatti in ogni occasione...

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    2. Mi fa piacere e non puoi immaginare quanto l'apprezzi, la tua sincerità... come solito naturalmente! Personalmente ho scoperto Giannino solo grazie a Radio24, altrimenti lo avrei lasciato nel dimenticatoio come altri personaggi di eccentrica memoria.
      Assiduamente ascoltandolo, però...per me che sono un tipo che va molto a sensazioni (scusa l'intercalare enigmatico) avevo colto un sentore affine. Una capacità sincera e non subliminale di cogliere i fatti e responsabilmente non negarli. Magari in "economicese" come giustamente hai sottolineato. Certamente, per me, senza filtri ossidati da una perbenistica visione dei dolori e delle sofferenze della vita reale. E' questo che più mi ha colpito, rispetto alla demagogia di varia latitudine, nel procedere del personaggio. Tutto ciò sommato alla indubbia, per me, produzione di qualità della stessa emittente... rispetto al confronto con il marasma della mediocrità mediatica. Se non altro da un punto di vista meramente "impegnativo sui contenuti" non volgarmente trattati e sviliti. Sullo stile, per intenderci, distante anni luce dalla forma o dalla moda o dal trash (sempre per mia personale considerazione). Ferma restando la mia sempre necessaria ed ineludibile pratica della valutazione critica: di situazioni, azioni, personalizzazioni. Di eventi, realtà o situazioni di ogni natura.
      Proprio per lo stesso istintivo scetticismo ho iniziato a tralasciare e trascurare Giannino...poiché il mio impegno è più volto a sfrondare le fette di prosciutto dai miei occhi e da quelli degli altri piuttosto che piazzarcene di altre e più pesanti di mortadella contraffatta!

      Un saluto cordiale,
      Elmoamf

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  3. grazie , l'ho letto a fatica anche se sono cose che complessivamente sapevo gia' , a parte qualche particoalare particolarmente disgustoso sulle caratteristiche speciali per quanto riguarda le obbligazioni concesse al monte dei paschi...

    ho come una sgradevole sensazione di impotenza e di lento strisciante decadimento

    per quanto non si possa che ammirare come il ^sistema^ faccia cadere sempre in piedi i
    suoi attori protagonisti

    Per cortesia invece che perdere tempo con partiti fallimentari che fanno cattiva informazione
    tipo IL PRC (tanto fumo e discorsi stratificati e ellittici ma alla fine è sempre piu' europa...)
    e persone che non conosco ma neppure voglio conoscere tipo il segretario ferrero del detto partito PRC , finanziate e sostenete Piero Valerio perchè lo merita e un informazione di questa
    qualita' e approfondimento e una vera rarita' ...

    Mai un giornale mainstream pubblichera' queste disgustose verita' , e specialmente mai un partito
    di sinistra (ma neppure berlusconi , perchè vuole vivere a lungo...) anche perchè il monte dei paschi in pratica era/è controllato da una fondazione bancare cui fa capo il pd di siena...

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    1. Grazie Robert per la fiducia e il sostegno...ma, stando così le cose, non credo che troverò mai nessuno in Italia disposto a finanziarmi (tranne voi stessi lettori, quando spontaneamente mi regalate qualche spicciolo cliccando sulla pubblicità in fondo all'articolo e a metà pagina!!!), quindi più che finanziatori facoltosi qui bisogna trovare persone disposte a lavorare in economia ad un progetto di rinnovamento, che parta dalla rete e poi si diffonda nelle strade (Grillo, come sempre, ha solo da insegnare in questo campo, e non è escluso che in secondo momento possa convergere in un tale tipo di progetto)...è un lavoro lungo e complicato, ma ti assicuro che ci stiamo lavorando con impegno...non si tratta infatti di un semplice partito politico che si presenterà alle prossime elezioni, ma di un vero e proprio movimento culturale che si occupi di fare innanzitutto pulizia dopo anni e anni di disinformazione e lavaggio del cervello e poi di fornire idee nuove che qui in Italia sono considerate eversive ed eretiche...bisogna muoversi con molta cautela e discrezione, perchè qui in Italia sappiamo che il regime oligarchico è molto organizzato e ramificato nel territorio e non va molto per il sottile quando si tratta di spazzare via qualsiasi forma di opposizione...loro hanno i soldi e noi abbiamo le idee, sulla carta la sfida è impari, ma in fondo la Storia ci ha insegnato che molto spesso una minoranza di uomini determinati e preparati è riuscita a coinvolgere la maggioranza in cerca di punti di riferimento e a mettere in ginocchio interi apparati monocratici e totalitari...la speranza di riuscire in questa impresa deve essere l'unica guida per resistere all'annichilimento e all'impotenza...perchè il sistema è forte, ma allo stesso tempo rigido e fragile e comincia a mostrare delle crepe ed è proprio in queste crepe che dobbiamo infilarci, denunciando in ogni modo e con ogni mezzo gli abusi e aprendo nuovi spazi di manovra...voi magari non lo sapete ancora, ma grazie al vostro costante apporto in termini di sostegno, informazioni, aggiornamenti, chiarimenti, segnalazioni, siete una parte fondamentale in questo processo di rinnovamento...siete i portatori sani del cambiamento e per questo vi chiedo di non mollare mai, di non farvi travolgere dallo scoramento e di proseguire come schiacciasassi cingolati in questo lungo cammino... continuando a martellare insistentemente anche le pietre più dure cominciano a macinarsi e il lavoro di informazione che facciamo sui blog deve essere solo un passo intermedio e necessario per preparare il terreno...ma è chiaro, che prima o dopo dal blog dovremo uscire allo scoperto e lì si vedrà se saremo preparati abbastanza per affrontare la guerra che ci aspetta...più cose sapremo e avremo imparato, e maggiori saranno le possibilità di affrontare le torme di ciarlatani e faccendieri che si aggirano impunemente in Italia...

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    2. concordo che la fase di informazione sia una fase preparatoria necessaria
      c'è un arretramente culturare formidabile nel panorama culturale italiano , considerando
      la politica una fatto culturale....purtroppo l'informazione mainstream è del tutto
      connivente e funzionale al disastro...

      quanto al finanziamento non sarei cosi' negativo , anche con un microfinanziamento
      si possono ottenere piccoli ma significativi risultati : mi viene in mente byoblu che ha
      raccolto in poche ore olte 600euro per organizzare la video intervista a alberto bagnai
      che ha raggiunto un pubblico molto piu' vasto (oltre60k visualizzazioni) rispetto ai video di ecodellarete(che preferisco per tanti motivi)

      quanto a grillo/casaleggio ho perso la speranza che possano essere anche solo vettori
      di qualcosa di buono , ho articolato un po' di piu' la critica su goofynomics ma in sostanza davvero mi sembra che il m5s serva a ^tenere negli schemi milioni di incazzati'
      oramai perfino il nuovo movimento lavoro e liberta' offre di piu' e con un livello
      decisamente superiore e meno aubiguita' di grillo/m5s/casaleggio , sono sicuro che grillo
      conosca goofynomics e brancaccio ma i suoi ghost writere continuano a parlare del problema dell'^enorme debito pubblico^ della casta e della corruzione...Fanno sembrare
      bossi un grande statista...mi spiace da grillo non mi aspetto nulla di buono ...
      ma anche da brunetta non mi aspettavo nulla di buono e invece mi stupisce ...anche se è probabile che abbia sottovalutato la capacita' di azione di brunetta data l'antipatia e l'impresentabilita' del personaggio...grillo è simpatico e gli perdona facilmente molto
      in realta' la sua azione poltica è profondamente meschina e squallida...

      Qui i links a lavoro e liberta' (tremonti)
      http://www.listalavoroliberta.it/sito/?page_id=19
      http://www.listalavoroliberta.it/sito/download/Manifesto_Lista_Lavoro_e_Liberta.pdf
      http://www.listalavoroliberta.it/sito/?page_id=21

      non è marine le pen....ma anni luce avanti al m5s/grillo!!! m5s non ha neppure una piattaforma programmatica paragonabile e nonostante abbia piu' liberta' di un personaggio comunque delll'establishment come tremonti
      La reticenza di grillo/casaleggio non puo' essere un caso ...comunque quello che ha
      realizzato tremonti con questo movimento è un bell'esempio di un modo nuovo di fare
      politica...la cosa parodassale è che se tremonti è il migliore dei grillini
      avra' scarso seguito essendo stato screditato...poi certo tremonti è ambiguo e contraddittorio ma non penso che si possa permettere di dire torniamo alla lira o sovranita' monetaria ...partire con il dire 'riportiamo i btp a casa ' sembra un possibile primo passo verso la sovranita' monetaria

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  4. Questa è la triste situazione del giornalismo italiano, anzi del pensiero comune cittadino, anzi del pensiero comune tristemente lasciato oltre...al giudizio di qualcun altro:
    "Siena orfana della politica si divide sul futuro di Mps"
    Da "Il Giornale"...pubblicato odierno al link: http://www.ilgiornale.it/news/economia/siena-orfana-politica-si-divide-sul-futuro-mps-844621.html

    Un saluto,
    Elmoamf

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    1. In effetti in questo articolo si parla solo di logiche spartitorie fra comune, provincia e fondazioni bancarie, mentre si dice poco o nulla su quello che sta accadendo a livello nazionale...e soprattutto si mette poco in risalto che gli unici a pagare in questa grande truffa siano i semplici lavoratori di MPS che verranno licenziati e messi in mobilità, cosa che non sarebbe successa o quantomeno sarebbe accaduta in minore proporzione con la nazionalizzazione della banca...ricordiamo che il valore attuale di mercato della Monte Paschi è di circa 10 miliardi, quindi con quei 4 miliardi concessi senza alcuna garanzia, lo stato avrebbe potuto prendere tranquillamente il controllo della banca, estromettendo subito le fondazioni e i poteri forti che girano intorno alla MPS...ma siamo in Italia purtroppo, non siamo in Islanda o in Svezia, dove chi fa bancarotta viene punito ed allontanato secondo i termini di legge...e non premiato con avanzamenti di carriera!!!

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  5. Trovo tutto cio' osceno e ingiusto.
    Faccio il trader da 3 anni e una delle cose numero uno che ho imparato
    e' il risk management, e che le perdite sono da considerarsi una lezione
    per il futuro, i bailout sono semplicemente assurdi.

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    1. Anche io ho studiato risk management e credo che i bailout siano una distorsione irrazionale dei mercati finanziari, che giustifica ad oltranza il moral hazard...in teoria bisognava smembrava MPS e farla ritornare alle dimensioni iniziali di banca nazionale, ma l'Unione Europea ha bisogno di gigantesche banche sistemiche transnazionali per continuare a reggersi in piedi e non avrebbe mai potuto acconsentire ad uno snellimento di MPS...quindi MPS rimane sistemica ma a nostre spese però...

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  6. perché ce l'hai tanto con Monti? equità e crescità non rientrano nei tuoi princìpi etici?

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    1. No, in realtà fra i miei principi etici rientrano soltanto verità, libertà, giustizià...con un pò di equità e di crescità, che in fondo non fanno mai male...io non ce l'ho con Monti, ma è lui che ce l'ha contro i principi etici su cui si fonda una democrazia...e quindi anche contro te stesso, ma questo tu non puoi capirlo e per spiegartelo bene ci vorrebbero i grafici con le farfalline che qui non posso usare...

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  7. Ciao, volevo chiederti una cosa. Leggo sempre i tuoi articoli, e molte cose mi sono piu' chiare.
    Mi sono trasferito in UK qualche mese fa. stavo leggendo in proposito dei bailout locali (RBS e LLOYDS)
    http://www.metro.co.uk/news/411566-rbs-bail-out-plan-is-approved da questo articolo si evince che molti,
    molti piu' miliardi siano stati immessi per la RBS, ma vedo anche che il direttore si sia dimesso. Quel che volevo chiederti e' se tu per caso sai se qui le cose si sono svolte diversamente, dalla MPS italiana, oppure
    ci troviamo di fronte allo stesso scenario. In finale, io penso che comunque avere una banca centrale sia un grosso upside, ma anche, alla fine quella nuova moneta andra' pagata prima o dopo :)
    Se potevi magari quando hai tempo scrivere qualcosa sugli USA sarebbe molto apprezzato:)

    Grazie per i tuoi articoli!

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    1. Grazie della segnalazione, perchè non conoscevo esattamente le condizioni di salvataggio di RBS...beh, la differenza di scenario è evidente, perchè innanzitutto il CEO di RBS si è scusato con gli azionisti e investitori per le perdite a cui sono andate incontro e ha consegnato le dimissioni, cosa non da poco, visto che qui in Italia non si scusa mai nessuno e anzi pretendono delle promozioni per le loro cattive gestione...
      In secondo luogo, il governo inglese comprerà azioni ordinarie e privilegiate di RBS raggiungendo il 58% del capitale sociale e quindi di fatto il controllo della banca, mentre qui in Italia una simile eventualità è stata scartata, perchè i contribuenti devono soltanto pagare il finanziamento coatto di MPS tramite acquisto di obbligazioni spazzatura, senza avere mai partecipazione agli eventuali utili della banca...insomma mentre RBS è stata di fatto nazionalizzata, MPS invece è stata solamente riempita di miliardi gratis senza concedere nulla allo stato e ai contribuenti...certo si tratta pur sempre di un salvataggio pubblico, che avviene quando le azioni sono scese e si prevedono solo perdite, mentre quando i profitti erano alti i privati si guardavano bene dal far partecipare lo stato agli utili della banca...in linea generale quindi è lo stesso concetto di privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite, ma almeno in UK hanno la decenza di fare le cose per bene e secondo delle regole normali di nazionalizzazione e salvataggio pubblico, mentre qui in Italia si usano sempre stratagemmi e sotterfugi per fregare i contribuenti, tirando in ballo strane regole europee sul divieto di nazionalizzazione delle banche (anche se la maggior parte delle banche tedesche sono pubbliche o a partecipazione statale...il solito controsenso dei pesi e delle due misure)...
      Sul fatto che la moneta emessa dalla banca centrale vada alla fine pagata in termini di inflazione, non ci sono dubbi, ma bisogna vedere in che modo viene emessa e investita questa nuova moneta, perchè è chiaro che il rapporto fra quantità di moneta emessa e inflazione non è direttamente proporzionale, ma esistono dei precisi metodi per rendere produttiva quella nuova moneta circolante senza creare i presupposti di un aumento di inflazione...in ogni caso meglio avercela la banca centrale pubblica, che non avercela, su questo ci sono pochi dubbi...

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  8. Ciao, ho letto il tuo post e volevo chiederti un consiglio su un mio problema. Purtroppo l'anno scorso ho sottoscritto una obbligazione col MPS tramite le poste che scadrà nel 2017 e vorrei tanto sapere cosa mi consigli di fare.

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  11. Articolo fuorviante e disinformante.
    Opinioni contraddittorie.
    Sul punto del finanziamenti, si tralascia di evidenziare come viene iscritta l'operazione nel bilancio dello stato ed i ricavi che la stessa ha comportato per l'erario (pertanto per i cittadini): trattasi a tutti gli effetti di un operazione con tasso di interesse a dir poco oneroso, (circa il 9% su base annua), particolarmente svantaggioso per la banca ed allo stesso tempo che contabilizza enormi guadagni, per centinaia di milioni di euro per lo stato italiano (un "investimento" con utili difficilmente replicabili dallo stato e da altri stati europei).
    Gran parte del "prestito" è stato restituito in anticipo, largamente prima della scadenza proprio per evitare di contabilizzare in bilancio mps la parte relativa agli interessi passivi.
    La banca ha fretta di restituire il residuo nel più breve tempo possibile, pertanto l'investimento dello stato che viene rappresentato quasi come contributo o finanziamento a fondo perduto, non ha nulla a che vedere con altre operazioni effettuare per il recupero di grandi aziende italiane.
    Sulla opportunità di procedere con una entrata dello stato nelle azioni dell'istituto piuttosto che con l'acquisizione di bond come strutturati, siamo d'accordo, avrebbe sicuramente sortito un effetto meno gravoso per la banca e più "costruttivo", mentre lo stato non avrebbe con assoluta certezza "guadagnato" nella operazione ma avrebbe forse già rimesso, nei cinque anni di partecipazione di controllo, evitando ulteriori errori manageriali, in sesto o quasi l'istituto, forse lucrando alla fine sulla plusvalenza del valore delle azioni ( sugli utili nutro forti dubbi visti i bilanci degli ultimi due anni dell'istituto).

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  12. Uno stato con banche deboli è uno stato debole. Lo stato italiano non ha aiutato la terza banca italiana, non lo ha fatto nel migliore dei modi, ma ha sottoscritto con la stessa un prestito richiedendo un interesse, lucrando esso stesso sulla operazione.
    Si dovrebbe comparare tale intervento con gli interventi degli stati europei verso le proprie banche per situazioni analoghe, il peso dell'intervento italiano (0,2% del pil) rispetto alle operazioni effettuate dagli altri stati europei.
    Si dovrebbe comparare l'intervento con interventi effettivamente molto più onerosi per lo stato, nei casi di salvataggio di grandi imprese dove si è intervenuto non con prestiti onerosi, ma con interventi effettivi, contributi, elargizioni di denaro pubblico (anche giustamente) operazioni contabilizzate non come investimenti, ma come utilizzo effettivo di denaro pubblico, erogazioni a tutti gli effetti.
    Lo stato ha il compito di intervenire se sono a rischio imprese con trentamila dipendenti finite in malora per errori specifici, laddove la morte di tali imprese comporterebbe una conseguenza dannosa per l'intero sistema, per via di un effetto domino ben conosciuto e prevedibile. La funzione di un governo non è quella di stare a guardare. Si può certamente discutere sul modo, sul metodo, non sulla esigenza dell'intervento o meno del governo in una situazione di questa tipologia.

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  13. le soluzioni da adoperare possono essere varie, quelle utilizzate sono anche discutibili, finalmente sono arrivati i tempi in cui chi ha scritto che le tasse (imu) sono istituite per fornire liquidità a mps dimostra di essere o in mala fede o veramente un disegnatore di fumetti. prendersi gioco delle persone fomentando le masse contro il governo o il partito in carica speculando su una favola è veramente vergognoso.

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