sabato 23 febbraio 2013

PERCHE’ BISOGNA VOTARE IL MOVIMENTO 5 STELLE DI BEPPE GRILLO PER IL BENE DELL’ITALIA


Faccio una breve incursione sul blog, prima del mio prossimo rientro a pieno regime, per motivare la mia decisione di voto e fornire la mia testimonianza, qualora possa essere utile a qualcuno per fare la sua scelta. Io voterò il Movimento 5 Stelle, perché oggi come oggi è l’unico soggetto politico in Italia che potrebbe aprire un serio dibattito sui veri problemi che affliggono il nostro paese: la gabbia finanziaria dell’euro e il regime totalitario eurista, la cessione di sovranità politica, economica, monetaria e la conseguente perdita di competitività a tutti i livelli, la mancanza di coesione e solidarietà sociale. Bene o male, a spizzichi e bocconi, Beppe Grillo e i suoi hanno evidenziato con onestà e lucidità questi problemi immensi che non possono essere più trascurati, mentre tutto il resto della disarticolata e confusionaria accozzaglia politica (molto più simile ad una buffa e grottesca Armata Brancaleone, che ad una lontana parvenza di una classe dirigente decente, consapevole, competente e responsabile) ha continuato nella sua rituale prassi dell’occultamento e della censura. Con una compattezza granitica che spaventa e deve farci riflettere.


Si va dalla ridicola farsa della “smacchiatura del giaguaro” di Bersani (battuta che capisce solo lui e fa ridere soltanto lui e i suoi lacchè) alle frecciatine innocue di Berlusconi contro lo strapotere della Germania della Merkel, che hanno però come premessa la lucrosa e insindacabile permanenza nell’euro (lucrosa e insindacabile per loro che vivono di rendita e non per noi che viviamo di lavoro), alla smania ossessiva di Monti per le riforme recessive incentrate sulla riduzione dei salari e l’aumento della flessibilità del lavoro (una smania indotta dai suoi committenti che stanno a Wall Street, alla City, a Berlino, a Francoforte), fino alle lauree e ai master inventati dal menestrello dei banchieri e dei grandi imprenditori Giannino e all’impalpabilità inconcludente e istituzionalizzata di Ingroia (quello che vuole ridiscutere il Fiscal Compact, con se stesso presumo visto che nessuno in Europa è disponibile a farlo, senza mettere in discussione l’impostazione assurda dell’euro e dell’unione monetaria più sconclusionata e stupida del mondo). In questo scenario agghiacciante e spettrale, le parole di Grillo si stagliano sullo sfondo della campagna elettorale come quelle di un gigante: abbiamo di nuovo bisogno di un vero Stato, di solidarietà e coesione sociale, abbiamo bisogno di tutelare in ogni modo il nostro tessuto produttivo, umano e culturale, abbiamo bisogno di fornire un sostegno a chi è rimasto indietro tramite il reddito di cittadinanza, abbiamo bisogno di ridiscutere i termini di permanenza nella zona euro e le condizioni di rimborso del nostro enorme debito pubblico. E se la tecnocrazia autoreferenziale e autarchica di Bruxelles non ci permetterà tutto questo, dovremo in fretta trarre le conseguenze: uscita immediata e irrevocabile dalla zona euro.